ROSSANO, (Cs) – BANDO CONCESSIONE AREE SOCIALI,
sarebbe stato sufficiente un semplice avviso ed una procedura negoziata
chiusa; si è ricorsi, invece, ad una procedura aperta regolata da bando. Con un
termine di 15 giorni poi prolungato a 30, non prescritto da nessuna norma, ma
assunto secondo criteri di ragionevolezza. – Nel bando è stata prevista una
griglia di valutazione di tipo tecnico (aspetti architettonici, uso dei materiali,
ecc.) ma anche socio-economici (interventi costruttivi e manutentivi in
sostituzione dell’Ente, occupazione stabile specie giovanile collegata alla
destagionalizzazione dell’attività, entità dell’investimento, canone). – Alla fine
del rapporto si avrà l’acquisizione gratuita al patrimonio dell’ente delle opere
fisse che il privato realizzerà. – La valutazione delle domande poteva essere
affidata ad una sola persona; è stata, invece, nominata una commissione
composta da 3 funzionari di alto profilo e dotati di professionalità diverse e
complementari. – Il procedimento non si è concluso e, quindi, contrariamente a
quanto sostenuto con ignoranza o mala fede, nessuno dei beni a concorso è
stato ancora concesso (e non venduto, perché non si vende niente). Manca
ancora il giudizio, affidato ad un altro organo, della corrispondenza delle
proposte alle altre prescrizioni del bando e di altre fonti generali, solo dopo che
i partecipanti avranno presentato le loro osservazioni. Quanto, infine, alla busta
dell’unica offerta presentata in una delle tre procedure e risultata aperta, la
Commissione ha deciso di non esaminarla. – Il valore complessivo delle aree in
base ai criteri di determinazione è di qualche decina di migliaia di euro e la
superficie totale si aggira intorno ad 1 ettaro.
È quanto precisa l’Amministrazione Comunale rispondendo ai consiglieri comunali
Flavio STASI e Titti SCORZA e chiarendo che alla fine del procedimento, risulteranno
impegnati in esso, a vario titolo, una decina di funzionari, circostanza che di per sè è una
garanzia di trasparenza.
STASI e SCORZA – va avanti la Giunta – non possono più essere giustificati in virtù
dell’anagrafe. Hanno rinunciato ad applicarsi ed a studiare per imparare, conoscere nel
merito i problemi e proporre soluzioni. E si limitano a praticare solo sterile polemica con un
linguaggio politicamente volgare. Dopo oltre un anno, i due consiglieri di opposizione non
distinguono, infatti, i ruoli della Politica e della Burocrazia e non fanno differenza tra il
testo di una delibera ed una pagina della settimana enigmistica! È evidente che chi critica
non distingue i beni demaniali da quelli patrimoniali disponibili o indisponibili e non ne
conosce il regime giuridico; altrimenti non si meraviglierebbe del possibile utilizzo delle
aree a pubblici esercizi per lo svago ed il divertimento, quando persino al demanio
marittimo – soggetto a regole sicuramente più rigorose – nelle zone turistiche come la
nostra viene riconosciuta proprio tale vocazione.
Valorizzare e rendere fruibile il patrimonio comunale, migliorando la dotazione di servizi
nella zona di riferimento, anche coinvolgendo allo scopo i soggetti privati e raggiungendo
contemporaneamente l’obiettivo di sollecitare investimenti e favorire nuova occupazione,
specie giovanile. È, questo, l’indirizzo politico contenuto negli atti dell’ente concretizzato
dai funzionari comunali ai quali l’Amministrazione Comunale conferma stima e fiducia.
Busta risultata aperta. – Sarà accertato dagli uffici cosa sia potuto succedere, ma in
attesa dell’esito in presenza di un’unica offerta appare verosimile che si sia trattato di un
incidente di percorso rispetto a cui, fare tutta questa dietrologia appare veramente
spropositata e mirata solo a sollevare polveroni.
Di quale regalo ai privati stiamo parlando? – Se in due bandi perviene una sola
offerta, vuol dire che quei beni, alle condizioni poste dal Comune, non devono essere
risultati proprio tanto appetibili al privato. Senza considerare che in precedenza, i bandi la
concessione di altri due beni come la TORRE S.ANGELO e la EX PESCHERIA al Centro
Storico, sono andate deserti, perché ritenuti troppo onerosi da potenziali interessati, che lo
hanno comunicato espressamente.
Perciò – conclude l’Esecutivo guidato da Stefano MASCARO – diciamo alla
consigliera SCORZA di adire qualsiasi magistratura che vuole, se riesce a trovare validi
argomenti, assumendosi la responsabilità di dover poi rispondere per calunnia. E
chiediamo al consigliere STASI di cosa dovrebbe occuparsi la Procura che egli offende e
denigra? Quali sono le ipotesi di reato? L’unico reato è quello di diffamazione che lui
commette. È ormai chiaro che i due consiglieri sono uniti da una bramosia di potere
irrefrenabile, che traducono in odio politico, cavalcando il populismo della denigrazione di
tutto e di tutti e senza rispetto per nessuno, con un inevitabile danno all’immagine della
Città. E questo sarebbe il nuovo? Che tristezza!