Appello a Renzi: “dopo Treviso venga in una delle scuole calabresi sulla SS 106”
Feb 25, 2014 - redazione
A farlo è Fabio Pugliese, autore di “Chi è Stato?”, racconto-inchiesta sulla strada statale 106 Ionica calabrese
Appello a Renzi: “dopo Treviso venga in una delle scuole calabresi sulla SS 106”
A farlo è Fabio Pugliese, autore di “Chi è Stato?”, racconto-inchiesta sulla strada statale 106 Ionica calabrese
Riceviamo e pubblichiamo:
Nel giorno dei funerali di Egidio
Aloisio di 19 anni, deceduto sulla “strada della morte” a Rossano (CS),
domenica scorsa 23 alle 00:30 del mattino, apprendo con grandissimo sgomento
della lettera che la mamma di Matteo Battaglia di 12 anni deceduto il 24 agosto
2013 a Sellia Marina (CZ), ha rivolto al presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano.
La mamma di Matteo racconta che l’Assassino di suo figlio è «Libero», ragione per cui lei prova «vendetta». E continua:
«Ci apprestiamo, come ogni mese, a celebrarne la memoria ma abbiamo saputo che
questa volta, in chiesa, potrebbe esserci anche Epure Andrei Valentin: domani,
infatti, scadono i termini di carcerazione preventiva e non ci risulta che la Procura
della Repubblica
di Catanzaro abbia chiesto il rinvio a giudizio di Epure Andrei Valentin». Da
qui l’appello al Presidente della Repubblica: «Oltre che capo dello Stato è
anche il capo della Magistratura, lei insomma è due volte garante, nei
confronti miei come di tutti i cittadini, che in Italia si faccia Giustizia.
Io, madre a cui Epure Andrei Valentin ha strappato e straziato un figlio di
appena 11 anni, mi trovo oggi nella condizione, da me non prevista e voluta, di
rimodulare il mio sentimento di Giustizia in sentimento di vendetta. Non l’ho
scelto, ma l’inerzia della Procura della Repubblica di Catanzaro mi sta
inducendo verso questa trasformazione, e le assicuro contro il mio volere,
contro il mio senso di cittadinanza, contro il concetto, un tempo condiviso, di
vivere in uno Stato di diritto».
Secondo Giuseppina Frangipane, «sei mesi, tanti ne sono passati, sembrerebbero a chiunque sufficienti per
formulare in uno Stato di diritto una accusa così semplice e richiedere la
celebrazione di un processo». «Non mi biasimi – conclude la Signora Giuseppina
– se oggi i miei sentimenti di fiducia verso le istituzioni si stanno
modificando per lasciare il posto, nello strazio della mia involontaria quanto
ingiusta solitudine, ad un sentimento selvaggio e orrendo come la vendetta».
La lettera della Signora Giuseppina viene scritta in
coincidenza del discorso che nel primo pomeriggio di ieri Matteo Renzi ha
tenuto al Senato. Nell’ambito di questo discorso vorrei ricordare che il tema
sollevato dalla mamma di Matteo Battaglia è stato lungamente ripreso da Renzi
che nel suo discorso ha parlato di un esempio analogo.
La strada Statale 106 Ionica Calabrese – voglio ricordarlo –
dal 1996 ad oggi mentre scrivo ha prodotto 500 vittime. Si parla di persone
decedute sul colpo, perché se invece consideriamo le vittime post-incidente
arriviamo ad oltre 700.
Ha causato oltre 10.000 feriti e migliaia di incidenti!
Si è guadagnata purtroppo a buona ragione il nomignolo di “strada
della morte” ed è una delle strade più pericolose d’Italia. Quattrocentoquindici
chilometri di autentico terrore che percorrono il tratto calabrese.
Per questa ragione confido nei canali di informazione
affinchè possano dare eco al mio appello: che dopo l’imminente elezione a
Premier Matteo Renzi – dopo aver visitato come ha già detto una scuola di
Treviso – nel visitare una scuola del Sud, scelga una scuola calabrese tra le
tante che vengono attraversate dalla strada Statale 106 Ionica. La famigerata “strada
della morte”!
Fabio Pugliese, autore di “Chi è Stato?”, racconto-inchiesta sulla strada statale 106 Ionica calabrese