Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Appalti truccati, Mario Oliverio annuncia sciopero della fame Il governatore della Calabria: "Accuse infamanti". La Dda di Catanzaro aveva chiesto gli arresti domiciliari. Le reazioni della politica

Appalti truccati, Mario Oliverio annuncia sciopero della fame Il governatore della Calabria: "Accuse infamanti". La Dda di Catanzaro aveva chiesto gli arresti domiciliari. Le reazioni della politica
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

La Dda di Catanzaro aveva chiesto gli arresti domiciliari per il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. Richiesta non accolta dal gip Pietro Carè che invece ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza, San Giovanni in Fiore, per il governatore con l’accusa di abuso d’ufficio. “Di fronte ad accuse infamanti ho deciso di fare lo sciopero della fame. La mia vita e il mio impegno politico e istituzionale sono stati sempre improntati al massimo di trasparenza, di concreta lotta alla criminalità, di onestà e rispettosa gestione della cosa pubblica. I polveroni sono il vero regalo alla mafia“, scrive in una nota il Governatore della Calabria, Mario Oliverio. “Tra l’altro – prosegue – l’opera oggetto della indagine non è stata appaltata nel corso della mia responsabilità alla guida della Regione. Quanto si sta verificando è assurdo. Non posso accettare in nessun modo che si infanghi la mia persona e la mia condotta di pubblico amministratore. Sarebbe come accettare di aver tradito la fiducia dei cittadini. Chiedo chiarezza! Lotterò con tutte le mie energie perché si affermi la verità”, conclude.

PARLAMENTARI MOVIMENTO 5 STELLE

«Il governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha tradito il suo mandato e pertanto deve dimettersi subito, a prescindere dagli sviluppi giudiziari dell’inchiesta che lo coinvolge assieme a dirigenti regionali e all’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri, secondo i magistrati riferimento della cosca Muto». Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5s Giuseppe d’Ippolito, Francesco Sapia, Paolo Parentela, Bianca Laura Granato e Dalila Nesci, che proseguono: «Il Consiglio regionale deve sfiduciare all’istante Oliverio, a seguito delle risultanze investigative circa il suo ruolo, ben inquadrato nell’ordinanza di custodia cautelare che ne ha disposto l’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, nell’agevolare Barbieri con un finanziamento integrativo di 4,2milioni per la realizzazione dei nuovi impianti di risalita presso Lorica, perfino con uno squallido tornaconto politico». «Siamo consapevoli – sottolineano i parlamentari 5stelle – che i consiglieri regionali si tireranno indietro, visto il loro silenzio assordante, cui si aggiunge quello dei vari predicatori in cerca d’autore della Cittadella. Nello specifico, l’inchiesta della Dda di Catanzaro e della Guardia di Finanza tocca il cuore del sistema della Regione e fotografa l’agire politico di Oliverio e del suo compare Nicola Adamo, non indagato. L’inchiesta mette in evidenza, tra l’altro, una tremenda consuetudine negli uffici, cioè la vicinanza di amministrativi ai piani alti del palazzo al fine di mantenere incarichi e poltrone, nonché la loro complicità, per interessi personali, nei confronti di un’imprenditoria spregiudicata che fiuta l’odore dei soldi e riceve prebende grazie a connivenze e collusioni da manuale». «Di là dai risvolti penali della vicenda, Oliverio – concludono i 5stelle – è politicamente ingiustificabile e non può restare un solo giorno in più alla guida della Regione, nella quale sta crollando tutto alla faccia del buon andamento della pubblica amministrazione. Bisogna ritornare al più presto alle elezioni e fare piazza pulita dei vecchi potenti e di quella burocrazia predatoria che hanno prodotto il sottosviluppo della Calabria e la conseguente emigrazione dei calabresi».

CALABRESI IN MOVIMENTO

Alla luce dei fatti accaduti, i Calabresi in Movimento a nome di tutto il Direttivo, in comune accordo con il Movimento liberazione Italia del Générale Antonio Pappalardo chiedono immediate Dimissioni per Mario Gerardo Oliverio da Governatore della Regione Calabria e sopratutto da Consigliere Della Fondazione Alvaro con sede in San Luca RC. Ci risiamo, in Calabria gli Intrecci Ndrangheta/Politica tornano prepotentemente sulla Scena. Proprio in queste ore L’inchiesta che ha «obbligato» il presidente della giunta calabrese Mario Oliverio a dimorare nel suo paese con L’accusa di abuso di ufficio aggravata dal metodo “Mafioso”, è stata denominata “Lande Desolate”, che sta a significare come l’impresa Barbieri ha ottenuto soldi, senza neppure iniziare le opere. In particolare la Guardia Finanza ha filmato con l’elicottero la zona dell’aviosuperficie di Scalea dove, anziché la pista d’atterraggio, c’era solo una lingua di terra. Eppure la Barbieri aveva ottenuto i necessari finanziamenti per finire i lavori. Anche gli impianti sciistici di Lorica, erano finiti «solo» al 60%, nonostante l’impresa avesse ottenuto contributi europei e regionali.

IGOR COLOMBO

Dell’inchiesta denominata “Lande Desolate” condotta dalla DDA di Catanzaro nella quale è rimasto coinvolto anche il governatore della Regione Mario Oliviero accusato del reato di abuso d’ufficio, aggravato dal metodo mafioso, emerge sempre più chiaramente quell’intreccio politico-massonico-mafioso che da anni ormai si annida all’interno delle istituzioni e con maggior rilievo proprio nell’ente regionale, autentico Moloch economico che divora denaro pubblico sacrificando quello che dovrebbe essere l’obiettivo reale della classe dirigente politica, cioè il tanto decantato bene comune. Non cadendo nella retorica e stucchevole dicotomia che in queste ore si è fatta strada tra partiti ed alcuni politici, improntata al pleonastico dualismo garantismo-giustizialismo esternato nelle loro dichiarazioni, il primo dettato da evidenti condotte di convenienza ed il secondo da prudenti ragioni di opportunità, vorrei accentrare la mia riflessione sull’atavica questione etica della nostra classe dirigente. Sono anni ormai che i calabresi assistono ad operazioni che hanno sempre come unico comune denominatore lo spreco di denaro pubblico, con ingenti finanziamenti dirottati un po’ qua ed un po’ la , infiltrazioni mafiose nella gestione della cosa pubblica, inchieste affossate come Poseidone, fino ad altre come Rimborsopoli ed ancora potrei continuare, tutte che hanno preso forma nell’alveo dell’ente regionale e nel più semantico regionalismo. Indipendentemente da quali sviluppi penali avrà anche quest’ultima inchiesta, una sorta di esegesi politica la si deve mettere su dal momento che nessun rappresentante politico che occupa scranni istituzionali riesce a fornire ,ma al contrario continua ad ammorbare le testate giornalistiche con superficiali riflessioni tenendo il classico gioco delle parti ,parlando di fiducia nella magistratura ,come se già quella inquirente non sia sufficiente ,visto l’alacre lavoro che svolge con tutto un pool di magistrati, nell’andare oltre ai soliti stereotipi dei luoghi comuni. Da questo punto di vista trovo imbarazzante la presa di posizione dello stesso governatore Oliverio che per mero spirito istituzionale dovrebbe esser lui per primo ad esternare serenità per la sua condotta, facendo prelevare quel concetto di assenza di una qualsiasi responsabilità solidale sul piano morale, dove viceversa esiste quella morale sul piano solidale dove appunto la razionalità gioca un ruolo fondamentale dal momento che l’etica ,come affermava benissimo San Tommaso, è un aspetto della razionalità stessa, pertanto in un contesto cosi tanto delicato bene avrebbe fatto Oliverio nel rassegnare le dimissioni da governatore regionale. Il punto focale di tutto un sistema che non ho mai mancato di definire corrotto moralmente ed eticamente per l’appunto, sta nel voler tenere in piedi questo carrozzone che è l’ente Regione, non solo in Calabria ma in tutta Italia, che da quando è nato, ha generato clientele, malaffare, spreco di denaro e scandali in ogni settore e con risvolti spesso drammatici nella stessa Sanità dove sono avvenuti nella nostra Calabria omicidi eccellenti. Fin dai tempi di Forza Nuova non ho mai mancato di affermare ciò ,partendo da analisi ormai millenarie della tradizione politica nostrana che ha visto sempre gli italiani crescere attorno ad enti ad essi vicini come per esempio i Comuni o le Province, oggi svuotate e che non si capisce ormai cosa siano. Nessuna forza politica, affronta seriamente oggi questo problema ed a tal proposito devo ricordare che proprio le regioni nascono nel 1970 come antidoto ad un centralismo statale che in altri tempi funzionava, divenuto scomodo per una classe politica sempre più rapace. Se davvero si vuol fare una lotta seria alle clientele contrastando il potere delle mafie ,bisogna colpire nel cuore gli interessi delle cosche le quali ,attraverso i loro referenti politici ed imprenditoriali sui territori , si accaparrano appalti e denaro e non lasciando nulla al caso, fiutano li dove ci sta l’affare, la ghiotta occasione di rimpinguare le loro casse attraverso ,estorsioni, spaccio di droga e controllo delle attività inerenti alla politica come gestione dei rifiuti, sanità, depurazione, infrastrutture etc. Alla luce pertanto di questa ennesima inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro , il governo che si auto-proclama del cambiamento, non può più ignorare tale gravità e deve per necessita passare ai fatti, attraverso nuove leggi speciali e strumenti ed intanto proprio nella nostra Calabria è d’uopo, viste le misure restrittive emesse nei confronti del governatore in carica, azzerare tutte le cariche e commissariare l’intera regione a livello militare con alti gradi dell’esercito al comando, lontano da logge massoniche e che sappiano fare pulizia all’interno dei vari dipartimenti, la Calabria con la sua attuale classe politica, non esprime alcuna garanzia di cambiamento, ma solo continuità specie nella stessa istituzione regionale che col gioco delle alternanze politiche ha conculcato le speranze di tanti cittadini onesti e di una certa classe imprenditoriale che soffre e viene soffocata nel malaffare.

SEGRETARI GENERALI CGIL CISL UIL CALABRIA

Cgil Cisl Uil Calabria sostengono il lavoro della Magistratura e delle forze dell’ordine impegnate quotidianamente in una azione di ripristino della legalità. L’indagine “Landa desolata”, condotta dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, sta evidenziando un sistema di corruzione nella gestione della cosa pubblica, negli appalti e nella erogazione dei fondi europei, un sistema di malversazione e corruzione che dagli atti fa emergere un intreccio tra politica, imprese, colletti bianchi, burocrazie, collateralità con la ndrangheta. Da tempo sosteniamo come sindacato unitario la necessità di una lotta vera alla ndrangheta e ribadiamo la necessità di attivare forme di tracciabilità della spesa e controllo più severe. CGIL-CISL-UIL chiedono che in tempi brevi si possa far piena luce sulle vicende ed auspicano che il Presidente Oliverio, indagato per abuso d’ufficio, a cui non è imputato l’aggravante del metodo mafioso, possa dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati in tempi brevi, nel rispetto del lato umano, del lavoro della Magistratura, e dell’interesse della Calabria. Cgil Cisl Uil Calabria chiedono alla giunta regionale di continuare a seguire le emergenze regionali, a partire dalla vertenza che riguarda i 4500 lavoratori ex Lsu Lpu per cui la stessa regione, a differenza del Governo centrale, una settimana fa ha storicizzato la spesa per la stabilizzazione di tutti i lavoratori.

PARTITO COMUNISTA-FEDERAZIONE REGIONALE CALABRIA

In attesa dei prossimi sviluppi dell’inchiesta, condotta dal dott. Gratteri, che ha portato in Calabria agli ultimi arresti perpetrati dalla Guardia di Finanza, e che ha visto decretare al Presidente della Regione, Mario Oliviero, l’obbligo di residenza, il Partito Comunista invita a riflettere sulla gravità che l’accertamento delle responsabilità penali a carico di rappresentanti istituzionali possa rappresentare. Difatti questo accerterebbe come la ‘ndrangheta riesca a gestire la cosa pubblica infiltrandosi negli apparati dello Stato in tutte le alternanze della guida politica, una cosa possibile soprattutto grazie all’evoluzione delle mafie da organizzazioni rurali ad holding economiche internazionali. Ciò significherebbe che la criminalità organizzata gestisce un potere enorme e crescente e sempre più difficile da azzerare. Pertanto, il Partito Comunista, nell’attendere maggiori dettagli sulla vicenda, premettendo che la sconfitta della criminalità non può avvenire senza riconoscere a tutti i cittadini il diritto ad un lavoro certo (e in quest’ottica vanno inserite le ultime rivendicazioni degli lsu/lpu accanto ai quali siamo stati durante la protesta affiancandoli) invita tutti i cittadini ad un unirsi a questa lotta denunciando e non sottacendo alcun sorpruso o ingiustizia che le ‘ndrine e organizzazioni simili tentano di imporre sul territorio, nonché ad unirsi per la conquista dei propri diritti e per una società libera dallo sfruttamento, unico modo per acquistare una piena dignità umana e la capacità di potersi disfare da vecchi schemi che da secoli tentano di tenerli in schiavitù, quali padroni e mafiosi che, da sempre, sono alleati per dettare la propria supremazia sul popolo lavoratore.