Ancora Scionti e Biasi nell’amore ai tempi del “Coronavirus”? A primavera le elezioni comunali, la città pullula di voci fuori dai coristi e i conigli ruggiscono
Scampato fortunatamente il pericolo del “Coronavirus” il quale ha tenuto con il fiato sospeso i cittadini di Taurianova, ci apprestiamo ad affrontare da qui a breve un’altra epidemia che nessun vaccino è riuscito ancora a debellare, l’antidoto è ancora agli albori della ricerca, ed è la cosiddetta pandemia della candidatura a sindaco. Una forma di malattia che alcuni ricevono sin dalla nascita come una sorte di “antigeno” che già dai primi vagiti colpisce i malcapitati i quali a ogni elezione si (auto)propongono come ipotetici candidati per ambire a quella fascia tricolore (per accendere il fuoco dello ‘Mbitu), sfoderando verginità simili alle “meretrici circasse”. Accompagnata dalla sintomatologia acuta della rettitudine morale dovuta alla intercessione di Zagor e Tex Willer con la benedizione di Topo Gigio e di Lady Oscar (che se la faceva con Capitan Harlock).
La pandemia in questi momenti ha un picco maggiore perché è aggravata dalla “ubriacatura di minchia” per il dopo elezioni regionali in cui diversi bellimbusti (anzi “bruttimbusti”), si prendono meriti delle centinaia di voti (insieme al merito di essere stati loro ad isolare il coronavirus, insomma scienziati dell’orrido). Quando poi una grossa fetta di quei voti, chi l’ha procurata alberga in un religioso silenzio senza esporsi nel proscenio da teatro dei pupi. Mentre gli spettatori inermi, liberano i loro “gonfiori” a mo’ di peto (“esasperante è il suo languor
nel buio che ci ho una scorreggia…brava orchestrina del mio cuor”). Ma la fine del giorno si riduce sempre nell’attesa dell’arrivo dei protagonisti principali tra tante “comparse”. E intanto avviso ai naviganti che Godot sta ridendo a crepapelle, per ora.
È un dolce uragano cantava Gianni Bella, ma qui sembra più una perdita d’acqua in qualche strada di periferia. Tanto rumore per nulla, tra un petardo bagnato e un pulcino in trans.
Un amplesso finito in una cilecca, così è l’atmosfera di chi si autopropone, lasciando la goduria a chi arriva all’ultimo minuto e ne prende la parte migliore. Meno male che Topo Gigio c’è!
E visto che “L’umorismo entra sotto la porta mentre la serietà sta ancora armeggiando col manico”, così almeno ci disse Lord Chesterton, noi lo prendiamo in parola. Ma c’è un momento in cui occorre essere seri come il Mago Otelma e quindi cercare di capire chi saranno i futuri candidati a sindaco di Taurianova, tralasciando per ora le “comparse” come una sorta di “totosindaco” che fa a pugni con la realtà. La preoccupazione collettiva, oltre al “Coronavirus” è se Fabio Scionti e Roy Biasi (ri)tenteranno la scalata per la carica a primo cittadino. In fondo alla gente interessa questo, il resto sono solo rimasugli di una giornata uggiosa mentre dentro una masseria c’è un bradipo in pantofole che gioca a ping pong.
Fabio Scionti defraudato dalla fascia tricolore per opera dei nove (dieci va, ma solo, un immortal mortalato restò fedele alle istituzioni seppur decadute. Fedele ai ciliegi in fiore), in quel quattro dicembre che resterà nella storia per la sua “non potabilità”. Da allora il “Ei fu” Marchese del Grillo si è chiuso in un religioso silenzio come un monaco di un monastero fuori porta, affermando che “prima doveva riposarsi”. Ma prima che sia troppo tardi, qualcuno lo svegli anche perché a quest’ora avrà pure le piaghe da decubito. Sembra indeciso, ma secondo me non lo è e vorrebbe “garanzie” in quelle future elezioni che ci saranno a cavallo tra maggio e giugno. Le liste che lo appoggeranno sono ancora un mistero visti gli stracci che sono volati in seno al centrosinistra, tra una guerra fratricida nel Pd (originale direi) e pezzi perduti per strada per odi, rancori e conti fatti male. Il resto, ciottoli vaganti di improbabili fiducie da mercatino delle pulci con il motto, “Comprereste mai una macchina usata da loro?”.
Scionti potrebbe raccogliere quei cocci e trasformarli in un “vaso” per riempirlo di consensi, basta che non sia nuovamente di scarsa fattura, si consiglia quelli della collezione di Lady Chatterley, c’è più “gusto”. Ma se Scionti si dovesse ricandidare, a quali condizioni? Chi lo accompagnerà in questa sua eventuale nuova e forse azzardata avventura? Dovrà farlo necessariamente, altrimenti sarà ricordato come una specie di “coitus interruptus”. E intanto se Godot piange, Topo Gigio non ride.
Roy Biasi invece è reduce da una campagna elettorale con il “Capitano”, quello con la maschera di Zorro, e per poco più di un centinaio di voti non è stato eletto alla Regione. Nei fatti, sempre a mio avviso, ha sbagliato strategia in quanto doveva pensarci quando ha posto la sua firma insieme agli otto (e il “nove” di riserva), quella sera per sfiduciare il sindaco di Taurianova. Doveva chiedere agli altri un impegno ufficiale, scritto nero su bianco e magari, rovesciare la poltrona di Scionti (con la sua firma) dopo le regionali. Da lì è rimasta solo la bava alla bocca per la goduria di aver fatto fuori un sindaco consentendo l’arrivo dei commissari prefettizi. Come il marito che per far dispetto alla moglie si taglia…chiamiamolo “coronavirus” per convenzione metaforica. A Biasi paradossalmente serviva un “nemico” per questa campagna elettorale che gli facesse guadagnare dei voti. E chi meglio di Scionti? Anche perché in tutta franchezza, a Biasi non gli è mai importato una cippa delle vicissitudini amministrative e tranne la sua bega da “divorzio all’italiana” con Siclari, non aveva alcun rancore di pennacchi mancati, odi in cancrena e rancori in quarantena con Scionti.
Chi dice che non si candiderà, chi dice che si ricandida, anzi per dirla tutta, lo stesso l’ha sempre affermato che non lo farà più. In più occasioni. Ma com’è che non credo mai alle sue parole da 23 anni a questa parte?
Diciamolo chiaramente, i protagonisti principali sono loro due, la fine del giorno è rappresentata esclusivamente da loro due. Ognuno con una storia diversa, ma che nel loro scrigno di esperienza politica, hanno fatto andare di traverso molte velleità da pandemia di sindacatura a tutti, ognuno in tempi diversi. Con una postilla importante, Scionti ha battuto già una volta Biasi, morale, non escluderei un nuovo “duello” come nel 2015.
Intanto, per il “resto della combriccola” e per mera precauzione, indossiamo tutti quanti la mascherina…ne abbiamo bisogno!
Ecco la fine del giorno…