Gli hacker puntano ai dispositivi medici. L’allarme è lanciato dal governo Usa in
un recente report di che dimostra come gli hacker siano sempre più alla ricerca
di prodotti dotati di connettività di rete per manipolali e utilizzarli per i propri
scopi. Dagli apparecchi acustici passando per le protesi fino ai pace-maker, defibrillatori
interni e alle pompette di insulina la connettività sembra essere ormai onnipresente
e serve a migliorare la qualità della vita, ma c’è un problema: la sicurezza. Tale
ingente afflusso di prodotti “smart” rappresenterà un regalo prezioso anche
per gli hacker. In questo periodo il mondo dei dispositivi medici che si connettono
alle reti ospedaliere o private è in espansione e ne guadagna la qualità della
cure e della vita dei pazienti ma il rischio che ci siano brecce nella sicurezza
sfruttabili dai malintenzionati è reale. Pertanto le ripercussioni, non è difficile
immaginarlo, possono essere gravissime. L’anello debole della catena, secondo lo
studio, sarebbero proprio le aziende che dovrebbero tenere in considerazione la
questione della cyber-sicurezza sin dalle prime fasi dello sviluppo. Ma non basta,
in questo senso, bisognerebbe continuare a lavorare durante anche quando il prodotto
è sul mercato e viene utilizzato dai pazienti, aggiornandolo costantemente. Per
far fronte a queste minacce le autorità hanno emanato delle linee guida che in molti
hanno sul web già definito anche troppo accondiscendenti. Stando al summenzionato
rapporto, infatti, in caso venga scoperta una cyber-vulnerabilità, l’azienda avrà
«60 giorni per correggere il problema». Se i produttori di computer e smartphone
aggiornano i loro sistemi anti-hacker, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello
“Sportello dei Diritti”, costantemente questo, purtroppo, non è sempre il
caso per le aziende che lavorano nell’ambito della sanità. Pertanto gli utenti dovrebbero
assumersi in prima persona la responsabilità della propria sicurezza. Per aiutarli,
chi produce i nuovi dispositivi medici intelligenti deve impegnarsi a offrire loro
dei metodi di gestione della sicurezza più intuitivi, che siano basati su un’infrastruttura
sicura. Le tecniche degli hacker evolvono, per questo i produttori devono assegnare
la priorità alla sicurezza, tenendo presente che saremo sempre più associati alle
frodi e al crimine informatico.