Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Aldo Alessio risponde all’ex sindaco Bellofiore Al centro della diatriba i rapporti politici con Domenico Cento

Aldo Alessio risponde all’ex sindaco Bellofiore Al centro della diatriba i rapporti politici con Domenico Cento Bellofiore Giugno2011
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

Ogni avvenimento va letto e contestualizzato all’interno del periodo storico in cui è avvenuto. Pur non essendo tenuto a rispondere a domande idiote formulate da chi non ha vissuto quegli anni né da protagonista e neppure da spettatore, onde evitare che il silenzio dei protagonisti possa essere considerato ammissione di colpe e di responsabilità, provo a ripercorrere velocemente una parte di quegli avvenimenti.
Il libro “La primavera gioiese” – che riguarda quel determinato periodo storico della vita amministrativa della città – è stato scritto solo dieci anni dopo degli avvenimenti trattati, proprio per non dimenticare e per cristallizzare e fissare quel periodo con una maggiore serenità d’animo. Ho fortemente voluto che la mia opinione storica su quegli avvenimenti non venisse intrisa da eventuali rancori personali nei confronti di avversari politici con i quali – peraltro – nella mia lunga militanza politica nella sinistra nulla ho condiviso se non la posizione di avversario corretto nelle sedi istituzionali, rimanendo escluse frequentazioni personali o quant’altro.
Il libro è scritto: basta leggerlo, saperlo leggere, e se si vuole si può commentare avendo l’accortezza di controllare tutte le fonti storiche che riguardano il suo contenuto o di raccogliere le testimonianze di tutti i protagonisti che hanno partecipato a scrivere la storia di quegli avvenimenti.
Già durante la prima campagna elettorale del 1995 ero venuto a conoscenza che i miei avversari politici erano pronti, nel caso di una mia improbabile vittoria, a presentare ricorso per “incompatibilità” o “ineleggibilità” alla carica di sindaco, per supposta pendenza di lite. Qualche giorno dopo la vittoria 2 cittadini elettori, Cento Domenico e Veneziano Giuseppe presentarono una istanza con la quale sollevarono la questione della mia incompatibilità a sindaco per pendenza di lite civile chiedendone la decadenza. Era accaduto, infatti, che a seguito di incidenti che avevano interessato con danneggiamenti la sede comunale, io ero stato imputato insieme a molti altri cittadini ed i Commissari straordinari che reggevano il Comune avevano deliberato la costituzione di parte civile. Da qui la pendenza. Dei due il Veneziano ritirò subito la propria istanza, mentre Cento Domenico, coerente con ciò che aveva sottoscritto, la portò in Consiglio Comunale. Lo stesso giorno del mio giuramento in Prefettura, avvenuto il 23 maggio 1995, tre cittadini elettori dell’opposizione: Cento Domenico, Pirrotta Domenico e Pedullà Tommaso, depositarono, nella cancelleria del Tribunale di Palmi un ricorso di causa civile, al quale aderì anche la Prefettura. Il resto è storia ben nota. Contro il Cento, Pirrotta e Pedullà (defunto) da parte mia non ci furono mai dichiarazioni di ostilità o di acredine nei loro confronti. I cittadini elettori avevano il diritto di fare ciò che hanno fatto tant’è che il Tribunale, sotto l’aspetto formale, ha riconosciuto la fondatezza della loro istanza. Nel mio giudizio politico quel ricorso era ingiustificato, perché tutti a Gioia Tauro, persino le pietre, sapevano che il sottoscritto non ha mai avuto alcuna responsabilità sui noti avvenimenti dell’occupazione del Comune avvenuta da parte degli operai dei pre-cantieri Enel in data 1 e 2 Ottobre 1991. Tant’è che in data 27 giugno 2002, dopo quasi undici anni da quegli avvenimenti, il Tribunale di Palmi – sezione penale mi ha assolto dai reati di accusa “per non aver commesso il fatto”. Ora il Cento Domenico, assieme a Pirrotta Domenico e Pedullà Tommaso, ha esercitato un loro diritto di cittadini elettori previsto dalla legge italiana. Mi domando quale reato avrebbero commesso costoro. Io non l’ho mai affermato. Se qualcuno ritiene che Cento Domenico sia una delinquente o un mafioso deve solo fare un passaggio: recarsi alla Procura della Repubblica di Palmi e presentare regolare denuncia. Per quanto riguarda il suo sostegno alla mia candidatura non posso che prendere atto che quel cittadino che nel 1995, per lotta politica, presentò una istanza per la mia incompatibilità a sindaco, ha cambiato liberamente giudizio e opinione sulla mia persona. La nostra saltuaria frequentazione, per amicizie comuni, ha avuto inizio solo nel 2014. Chi si preoccupa di questa “strana” amicizia si guardi intorno e rifletta meglio invece sulle proprie frequentazioni.
Veniamo a Cento Giuseppe. La nostra conoscenza “solo” politica risale ai primi anni ’70 quando io militavo nel P.C.I. e Cento Giuseppe nella D.C. Il nostro rapporto è stato sempre quello di “avversari politici” così come lo è stato con tutti gli altri politici sino a quelli dell’estrema destra gioiese e che era fatto di momenti di incontri, di confronto e di scontro, a volte anche aspro e duro, sulle tematiche cittadine e sulle politiche comprensoriali, regionali e nazionali. Chi non ha vissuto quegli anni non sa che anche nei momenti di maggiore scontro politico siamo sempre riusciti tutti a mantenere il riconoscimento del ruolo e il giusto rispetto dell’avversario politico e della persona, che non è mai stato da nessuno di noi considerato un “nemico da uccidere”.
Cento Giuseppe si presentò alle elezioni nella lista del C.D.U, nella qualità di candidato a Sindaco, solo nella campagna elettorale del 1997, perse le elezioni, ma fu eletto consigliere comunale. Con Cento Giuseppe, per un biennio, ci trovammo a lavorare gomito a gomito nella Commissione Edilizia, io nella qualità di Presidente e lui nella veste di consigliere di minoranza. Ai lavori della Commissione Edilizia, che ci impegnava anche con due sedute alla settimana, il Cento vi partecipò sempre dando il suo fattivo contributo forte anche della sua esperienza politica maturata durante gli anni in cui la Città fu governata dalla D.C. o da liste civiche che si ispiravano a quei valori di appartenenza. In data 25 marzo 1999, il consigliere comunale Cento Giuseppe, dopo le dimissioni di tre consiglieri di maggioranza, fu il nono dei consiglieri comunali che si dimisero, nel maldestro tentativo di far sciogliere il consiglio comunale, senza però riuscirvi. La mia accusa politica, circoscritta a quegli avvenimenti storici fu gravissima e pesante: “Si sono dimessi per ordine della mafia”. A seguito di quella mia dichiarazione, su undici consiglieri comunali dimissionari, solo Cento Giuseppe, Costa Francesco e Dalbis Donato, mi querelarono per diffamazione. Nel processo si costituì parte civile contro di me persino l’allora segretario nazionale di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini. Nell’udienza del 1° ottobre 2003, nella sentenza di primo grado, fui condannato alla pena di otto mesi di reclusione e di 300 euro di multa, nonché alla rifusione delle spese di giudizio a favore delle costituite parti civili e in particolare di € = 2.500 in favore della difesa di Cento Giuseppe, di € = 2.500 in favore della difesa di Costa Francesco, di € = 2.116,20 in favore della difesa di Gianfranco Fini e di € = 2.500 in favore della difesa di Donato Dalbis. La sentenza in appello dell’1 ottobre 2003, mi ha assolto perché “il fatto non costituisce reato”, essendo frutto di critica politica riconosciuto dall’art. 21 della Costituzione.
Ora anche per Cento Giuseppe vale il diritto che riguarda tutti i cittadini gioiesi e cioè che è liberissimo di partecipare alle iniziative politiche a sostegno della mia candidatura e se lo farà significa semplicemente che ha cambiato opinione sulla mia persona.
Le mie amicizie e le mie frequentazioni avvengono alla luce del sole e sono sotto gli occhi di tutti. Sono ben altri i soggetti che dovrebbero rispondere, innanzitutto alla loro coscienza, delle loro “politiche clientelari” e delle loro “frequentazioni”!
Questi sono i fatti nudi e crudi. E badate che quanto perseguito da Cittadinanza democratica non è dietrologia ma solo tentativo volgare e maldestro di inventarsi argomenti di ulteriore bassa propaganda per infangare un uomo ed una esperienza che si sono sempre nutriti della verità. Ma oramai questi personaggi li conosciamo e non perderemo tempo dietro di loro.