E’ venuto a mancare all’affetto dei suoi cari e all’intera marineria gioiese il Capitano di Lungo Corso
Aldo Alessio ricorda il Comandante Idato Michele
E’ venuto a mancare all’affetto dei suoi cari e all’intera marineria gioiese il Capitano di Lungo Corso
“Non era la prima volta che andavo a fargli una visita di cortesia, ma oggi, 15 Maggio 2014, l’ho trovato disteso nel suo lettino perché non stava bene. Aveva trascorso una brutta notte ed è stato necessario persino chiamare l’autoambulanza a causa della sua anemia e dagli acciacchi della sua vecchiaia, che si facevano sentire sempre più frequenti e più forti. Quando mi ha visto, mi ha riconosciuto subito e, chiamandomi per nome, si è scusato con me perché stava male. Il Comandante Michele Idato, inteso Michelino, classe 1927, Capitano di Lungo Corso, Medaglia d’Onore per Lunga Navigazione di 1° Grado, era lì, sotto le coperte che lo coprivano sino al collo. La sua bianca barba era lunga ed incolta, mentre la testa era coperta con un cappellino di lana; nella stanza c’era una stufa a gas accesa, evidentemente sentiva ancora il freddo di quella brutta notte appena passata. Quando entri nella sua casa, costruita con i sacrifici del duro lavoro del mare, noti subito alle pareti i quadri e le foto affisse e raffiguranti la sua persona, che immortalano il “vecchio lupo di mare” che indossa la sua divisa di comandante e che fuma con serenità la pipa. Ma ci sono anche le foto di alcune delle navi che ha comandato e, in ogni caso, basta uno sguardo dentro la sua casa per capire subito che chi vi abita è una persona speciale che ha amato il mare o che, comunque, ha avuto da fare molto con il mare. Pur essendomi incontrato, in questi ultimi anni, molte volte, e pur essendo stato sempre desideroso di fargli numerose domande sulla sua lunga vita marinara, non mi sono mai permesso di chiedergli ciò che avrei voluto chiedergli, perché non volevo apparire irrispettoso verso la sua persona con quel mio desiderio di farmi raccontare una parte della sua lunga vita passata sul mare. Il marinaio, si sa, ama la sua solitudine, così come ama il mare nella sua vasta e silenziosa immensità. Finalmente, oggi, con convinzione mi sono recato a trovare il primo “Capitano di Lungo Corso” nato nel quartiere della “Marina”, questa volta determinato e deciso di farmi raccontare una parte della sua vita marinara, ma l’ho trovato in uno stato di salute pessima non era, quindi, assolutamente il caso parlarne. Da piccolo avevo avuto la possibilità di entrare nella sua prima abitazione nel Quartiere Marina, formata da un appartamento al primo piano, raggiungibile attraverso una scala interna di marmo, che il suocero – un vecchio nostromo – aveva costruito donandola alla figlia maggiore. Dentro quell’appartamento, mi è sempre rimasto impresso, avevo notato sulla sua scrivania il vecchio telefono da studio attraverso il quale manteneva il contatto con la sua famiglia, quando, all’epoca, il telefono era una rarità e che, personalmente, sino a quel giorno, avevo visto solo in qualche film americano proiettato al Cinema “Mazzini”. Credo, senza ombra di dubbio, che quel telefono fosse stato se non il primo sicuramente uno dei primi telefoni installati nel quartiere della Marina di Gioia Tauro. Il Comandante era un uomo onesto e laborioso che, nonostante la solitudine di vita del mare, riusciva a stare al passo con i tempi …”.
Così, con questa minuta paginetta, avrei voluto iniziare il mio racconto su questo uomo di mare che merita il rispetto della “Marineria Gioiese”, di noi tutti e dell’intera Città. Grazie Comandante Michelino per i tuoi insegnamenti!