Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Al teatro Gambaro di San Fili in scena “Il pendolo” di Aldo Nicolaj

Al teatro Gambaro di San Fili in scena “Il pendolo” di Aldo Nicolaj

Domani, alle 20,30 e domenica allle 18

Al teatro Gambaro di San Fili in scena “Il pendolo” di Aldo Nicolaj

Domani, alle 20,30 e domenica allle 18

 

 

L.A.A.V. Officina Teatrale presenta “Il Pendolo” di ALDO NICOLAJ, con Antonella Valitutti e Alessandro Budroni, regia di Virginia Acqua, produzione L.A.A.V. Officina Teatrale. 

Domani, alle 20,30 e domenica alle 18, al Teatro Gambaro di San Fili (CS).

“IL PENDOLO” è il quarto spettacolo della Rassegna TRANSIZIONI programmata nell’ambito del Progetto di Residenza TEATRI MERIDIANI che è gestito nel Comune di San Fili dalla Compagnia Teatro della Ginestra”

Una mattina qualunque di una giornata qualunque, di una coppia qualunque che vive insieme da Vent’anni una vita, neanche a dirlo, assolutamente qualunque. Figlio, casa, lavoro, ora anche un nipote, la mezza età, le vecchie abitudini, il quieto tran tran di rituali e discorsi sempre uguali. Sì, d’accordo, ma uno spettacolo teatrale non può raccontare una storia così, dovràpur succedere qualcosa a un certo punto…. e invece no.
Questa commedia scritta da Aldo Nicolaj con acuta ironia è esattamente così! È esattamente come la vita della maggior parte della gente, cui raramente accade qualcosa che sia degno, nel bene o nel male, di salire agli onori della cronaca o di diventare il tema di una tragedia teatrale o il soggetto di un romanzo. Ma vivere una quieta vita non vuol dire necessariamente vivere quietamente… e questo ben lo sanno tutte le coppie! Nella loro placida routine Mira e Rupeo si (e ci) raccontano tutte le piccole e grandi inquietudini ed emozioni che oscillano, come un pendolo, nel corso della vita di una coppia: una immobilità in realtà piuttosto animata, dai ricordi a volte un po’ amari, ma mai veramente catastrofici, dalle piccole cose di tutti i giorni normali ed esilaranti al tempo stesso, e soprattutto dai discorsi fra marito e moglie, a volte importanti, ma il più delle volte semplicemente discorsi… qualunque! Discorsi veri più che mai, perché nessuno può dire di essere immune dalla tentazione di disquisire con assoluta convinzione, almeno ogni tanto, della pioggia che rovina il fine settimana, del traffico che rende le strade impossibili, dello stress della vita al giorno d’oggi etc… etc… etc… !!!
Umorismo dal gusto anglosassone, piccole sorprese drammaturgiche, excursus temporali, note dolci amare sono le caratteristiche di questa commedia che prima di tutto racconta di una storia d’amore qualunque per ricordarci che qualunque storia d’amore deve essere sempre speciale!

Un’ora e mezza di pura bravura – sottolinea la regista Virginia Acqua – per questi due fantastici attori che riescono in ogni istante di queste rutilanti altalene a tenere il contatto con il pubblico.

INFORMAZIONI

L’Officina Teatrale L.A.A.V. è un progetto artistico salernitano, nato nel 2009, da un’idea di Licia Amarante e Antonella Valitutti. Il L.A.A.V., con le sue Compagnie teatrali, quella dei Giovani (L.A.A.V. Giovani), e quella dei Professionisti (Compagnia L.A.A.V.). Con una attenzione particolare al repertorio teatrale contemporaneo, la Compagnia ha riscosso un notevole successo di pubblico esibendosi in prestigiosi teatri quali i teatri Lo Spazio e il Keiros di Roma. L.A.A.V. attribuisce alla formazione un ruolo fondamentale non solo da un punto di vista tecnico ma anche umano. L’idea è quella di creare un polo in cui le arti teatrali siano predominanti e possano svilupparsi, arricchendo le conoscenze specifiche dei suoi attori ed incentivando il confronto tra specialisti dei diversi settori, per offrire al pubblico un eccellente prodotto teatrale, quale è stato quello salernitano di Santa Apollonia “Out of Bounds” 2012-2013, dove “Il Pendolo” ha aperto la fortunata stagione.

Lo spettacolo “Il Pendolo” ha debuttato nella stagione 2011/2012 al Teatro Studio Keiros di Roma.
VIDEO trailer e recensione su Repubblica.it: http://video.repubblica.it/edizione/roma/il-pendolo-qualunque-storia-d-amore-e-speciale/88305/86698
TEATROTEATRO.IT:”Il pendolo” di Aldo Nicolaj riesce a evocare con ironia le sincronie imperfette della coppia. I protagonisti infatti interagiscono secondo un codice irrelato e sfasato. Questa difficoltà relazionale, nei discorsi come nelle azioni, è tale da suscitare solo in un primo momento una reazione comica, per lasciare subito dopo spazio ad un moto di amarezza, contagioso come il sorriso. La regia equilibrata e dinamica di Virginia Acqua riesce a condurre l’intero movimento del testo senza disperdere mai le energie dei due bravi protagonisti, Antonella Valitutti e Alessandro Budroni. Agli spettatori invece è lasciata l’ansia di una domanda che serpeggia fino allo scioglimento finale: cosa trattiene in scena come nella vita questi due attempati coniugi?
http://www.teatroteatro.it/recensioni_dettaglio.aspx?uart=3425
FUORILEMURA: Al Teatro Keiros si respira teatro d’autore, e la performance di Antonella Valitutti (Mira) e Alessandro Budroni (Rupeo) è all’altezza del testo rappresentato. Gli attori, guidati sapientemente dalla regia di Virginia Acqua, mostrano un affiatamento degno di nota: lo spettatore dimentica di assistere a uno spettacolo teatrale e crede di vedere discussioni reali ed emozioni di una coppia di sposi ormai collaudata. La normalità dei personaggi piace al pubblico che assiste divertito e la professionalità dei due protagonisti aiuta a caratterizzare l’opera di Nicolaj mettendo velatamente in discussione il significato del termine anima gemella.
http://www.fuorilemura.com/2012/02/20/al-teatro-keiros-e-di-scena-il-pendolo/
video su www.laavteatro.it
http://www.youtube.com/watch?v=sLnHbEgkh0Q&list=UUtQIDSqaUupseIs5I4BpRuQ
L’AUTORE:
ALDO NICOLAJ
Nacque a Fossano il 15 marzo 1920, quarto figlio di Michele Egidio Ignazio, commerciante di stoffe, e di Teresa Blanchi.
L’esser cresciuto circondato da molte donne (la madre, tre sorelle più grandi, la zia Angelina) suscitò in lui una curiosità verso il mondo femminile che si riflette nei suoi testi, nei quali le figure di donna, più sfaccettate e adatte alle trame teatrali, sono spesso protagoniste.
Sin da piccolo si avvicinò al grande schermo e al palcoscenico, grazie alla zia Angelina, che lo portava a vedere i film muti tutte le domeniche pomeriggio, anche quando divenne cieca, e al padre, che possedeva un palco nel locale teatro, dove si mettevano in scena opere sia liriche sia drammatiche. Cominciò presto a scrivere scenette da recitare con i suoi amici o per il teatro dei burattini e partecipò a recite scolastiche e della locale filodrammatica.
Dopo aver frequentato le scuole di Fossano, studiò al liceo classico di Cuneo, dove conseguì la licenza di maturità nell’ottobre 1938. Si iscrisse poi alla facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Torino che frequentò fino al 1942. Nel periodo universitario recitò in una rivista satirica di cui aveva scritto i testi, messa in scena dal fascio giovanile. Il federale di Cuneo vi assistette e ne rimase entusiasta, tanto da segnalarlo al giornale locale La Sentinella d’Italia, che gli offrì un posto in redazione. In quegli anni incominciò a scrivere commedie, in larga parte atti unici, e lesse molto teatro, soprattutto Pirandello e Čechov. Nell’agosto 1942 fu chiamato alle armi e mandato al corso di addestramento per allievi ufficiali di complemento prima a Ceva in provincia di Cuneo, poi ad Avellino. Anche sotto le armi organizzò pubblicazioni e allestì spettacoli teatrali. Dopo l’8 settembre, fu arrestato da un ufficiale tedesco mentre si recava a Maddaloni e avendo rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò fu deportato a Torino e di lì a Buchenwald. Da qui fu mandato a Przemyśl in Polonia al confine con l’Ucraina; nonostante si fosse ammalato di una grave forma di pleurite, fu trasferito in Pomerania, prima in un altro campo (Hammerstein), poi a Zanow in una fabbrica di fiammiferi.
Dopo l’arrivo dell’Armata rossa nel marzo 1945, impiegò alcuni mesi a rientrare a casa, percorrendo un migliaio di chilometri a piedi. Riprese gli studi e si laureò il 28 marzo 1946 con una tesi su The simpleton of the unexpected isles di George Bernard Shaw. Scrisse i testi della rivista satirica Ciau, Deòr sulla vita di Fossano, che messa in scena nel paese ebbe grande e duraturo successo. Poco dopo gli fu offerta una supplenza di greco e latino nella succursale di Ventimiglia del liceo di Sanremo, e così dal novembre 1946 al settembre 1949 visse a Bordighera, senza fissa dimora, dormendo nelle stanze sfitte degli alberghi. Quel periodo frivolo e spensierato gli servì a superare gli orrori della guerra e della prigionia. Allo stesso tempo riprese a scrivere, ottenendo i primi riconoscimenti con le commedie Il figliuol prodigo, segnalata al premio Sanremo 1947 e radiotrasmessa nel 1950, e Altezze psichiche, che vinse il premio Sipario Bompiani nel 1948. Deluso dalla mancata messa in scena della commedia e da una complicata relazione sentimentale, decise di raggiungere una sorella in Colombia, dopo aver assistito per alcuni mesi il padre, colpito da ictus.
Poco tempo dopo il suo arrivo fu contattato dall’ambasciatore italiano che gli propose di diventare addetto culturale. Mentre attendeva l’investitura ministeriale, si occupò di teatro, traducendo e mettendo in scena una commedia di Valentino Bompiani, tenne conferenze e scrisse articoli. Trasferito in Guatemala, l’ambasciatore riuscì a portare con sé anche Nicolaj, che divenne addetto culturale dell’Ambasciata. Da giugno 1951 a marzo 1955 fu inoltre direttore del Centro di cultura italo-guatemalteco e lettore di italiano presso l’Università di San Carlos. Fu un periodo di intenso lavoro e vita sociale, nel quale conobbe intellettuali latinoamericani come Pablo Neruda, Miguel Angel Asturias e Che Guevara. Scrisse in quegli anni Teresina (1951), La mula(Gli asini magri, 1952) e Il soldato Piccicò(1953).
Nel 1954 la compagnia di Lamberto Picasso mise in scena al teatro Pirandello (oggi Tor di Nona) di Roma Teresina, ma Nicolaj non poté assistere alla prima, fermato in Guatemala da un colpo di Stato; sempre nel 1954 l’Istituto del dramma italiano gli conferì il premio IDI per Gli asini magri; l’anno successivo ottenne il secondo posto al premio Pescara per Il soldato Piccicò. Entrambe le commedie furono però bloccate dalla censura.
In questi primi testi, ricchi di personaggi e caratterizzati da una chiara critica sociale, dimostrò di aver assimilato la lezione degli autori amati come Pirandello, Čechov e Shaw. Nel 1954 il cambiamento del clima politico in Guatemala lo indusse a rientrare in Italia e dopo alcuni mesi trascorsi con la madre si trasferì a Roma. Nel 1955 scrisse I ricci di mare e Un premio per Bruno Rossi, trasmesso con la regia di Silverio Blasi e interpretato da Giorgio Albertazzi. Nel 1956 Avventura di cronaca(1955) fu messa in scena dalla compagnia di Luigi Almirante al teatro Pirandello eRicci di mare (1956) dalla compagnia Calindri-Volonghi-Lionello al teatro Eliseo; ricevette inoltre il premio Riccione per La stagione delle albicocche, la sua prima opera rappresentata all’estero, al Festival internazionale di Dublino del 1962, con Lea Padovani.
Nell’ottobre 1956 sposò Maddalena Ricamo, dalla quale ebbe tre figli: Luca (25 dicembre 1957), Andrea (8 agosto 1963) e Michele (17 luglio 1965). A metà degli anni Settanta il matrimonio fu annullato e, fatto del tutto inconsueto per l’epoca, i figli furono affidati al padre.
Nel 1957 vinse ancora il premio Riccione per Formiche. Durante la consegna del premio Pescara, nel 1955, conobbe l’attrice Paola Borboni, alla quale fu legato da profondo affetto e che lo spinse a cimentarsi con il monologo, un genere ormai non molto in uso. Scrisse per lei Emilia, in pace e in guerra (1957) e molti altri testi come la commedia Farfalla…Farfalla… (1966). Successivamente creò anche monologhi con al centro personaggi maschili. Dopo la nascita del primo figlio fu assunto alla Rai come adattatore e sceneggiatore di trasposizioni per il piccolo schermo di opere letterarie e teatrali e collaborò con Andrea Camilleri all’adattamento per la televisione delle commedie di Eduardo De Filippo. L’esperienza soffocante di impiegato aziendale gli dette lo spunto per la commedia Il mondo d’acqua (1959).
Il lavoro in Rai fu molto intenso, ma Nicolaj continuò a scrivere. Con il passare degli anni la sua fortuna diminuì in Italia e crebbe all’estero (soprattutto in Russia ed Europa dell’est), tanto che alcune commedie, tradotte in molte lingue, furono rappresentate in prima assoluta in altri paesi. Fu il caso di Il pendolo (1962), degli atti unici Armonia in nero (1963), Nero come un canarino (1964), Classe di ferro(1971), Non era la Quinta era la Nona (1974), Due gatte randagie (1980) e Mai stata sul cammello? (1987).
La struttura delle commedie si semplificò, il numero dei personaggi si assottigliò arrivando agli estremi dei monologhi. La scrittura e i dialoghi furono sempre di più all’insegna dell’ironia e dell’umorismo e a seconda della vicenda trattata di volta in volta assunsero venature poetiche, malinconiche, graffianti, nere e paradossali (vediAmleto in salsa piccante, 1987). Attento all’evoluzione del teatro e della società, creò il più delle volte personaggi comuni alle prese con i problemi della vita quotidiana. Viaggiò moltissimo per lavoro, per promuovere le proprie commedie, per passione e scrisse moltissimo, non solo per il teatro, ma anche per raccontare la sua vita e le persone incontrate.
Iscritto alla SIAE (Società italiana autori ed editori) dal 1954, fu nominato socio nel 1961, commissario della sezione Dor (opere drammatiche e radiotelevisive) dal 1971 al 1993 e membro della commissione tecnica per le opere teatrali. Dal 1979 fu presidente della SIAD (Società italiana autori drammatici). Fu per due volte presidente del consiglio internazionale degli autori di opere drammatiche della CISAC (Confederazione internazionale delle Società degli autori e compositori) fino al 1997, membro del consiglio di amministrazione nel periodo 1990-92; nel 2004 fu nominato socio onorario dell’Unione nazionale scrittori e artisti. Fu delegato italiano dell’ITI (International Theatre Institute).
Morì nella sua casa di Orbetello il 5 luglio 2004.
Opere:Undici monologhi, in Ridotto, XIV (1964), 10; Teatro, prefazione di P. Petroni, Roma 1993; Il prodotto e il capitale, in Costume, IV (1973), 10, pp. 15-18;Teatro inedito o quasi, Roma 2003.
Fonti e Bibl.: Roma, Bibl. del Burcardo, Fondo Nicolaj; T. Ranieri, Dossier N., Collection «Dossier», Paris 1965; R. Jacobbi, A. N., in Rivista italiana di drammaturgia, II (1977), 5, pp. 168-176; Autori e drammaturgie: enciclopedia del teatro italiano: il dopoguerra (1950-1990), a cura di E. Bernard, prefazione alla II ed. di A. N., Roma 1991, p. 384; P. Petroni, N., Donghia, Cavosi: alla ricerca della drammaturgia italiana perduta, in Teatro italiano, I, a cura di P. Carriglio – G. Strehler, Roma-Bari 1993, pp. 303-307; R. Bromuro – V. Buzzòli, Oltre il fondale, prefazione di A.N., Catanzaro 1996; R. Grasso et al., Ciau Deòr – 50 anni dopo, Fossano 1996; Classe di ferro, programma di sala a cura di Paolo Quazzolo, teatro La Contrada, Trieste 2000; Classe di ferro di A. N., programma di sala a cura di G. Valdini – P. Violante, teatro Biondo stabile di Palermo, Palermo 2002; A. Conte, A. N., autore di un teatro «sempreverde», in Vivaverdi, Il giornale degli autori e degli editori, LXXVI (2004), 4, p. 71

IL CAST:
ANTONELLA VALITUTTI
Laureata in Lettere Classiche e Scienze della Formazione con il massimo dei voti e diplomata in Solfeggio e Teoria, studia recitazione, dizione, canto, mimo e danza con i maestri Michele Monetta, Lina Salvatore, Armando Punzo, Emma Dante, Fernando Scarpa, Mario Scarpetta e Lorenzo Salveti. Con Alessandro Fabrizi, Nuria C. Gutierrez, Oliver Mannel e Margarete Assmuth ha intrapreso lo studio del Linklater Method sulla voce naturale.
Nel 2008 ricopre un piccolo ruolo nelle Orestiadi, regia di Pietro Carriglio, produzione I.N.D.A., nell’ambito del Paestum Festival. Dal 2008 al 2009 è protagonista in “La stanza di Veronica” di Ira Levin e ricopre il ruolo della
regina Carolina in “Donna Lionora giacubina” di Dacia Maraini per la regia di Andrea Carraro. Co-protagonista di “Così some sono” del giovane regista
indipendente Daniele Santonicola, premio miglior cortometraggio Nickleodeon Spoleto 2010 e menzione speciale Giffoni Film Festival 2011. Partecipa con un piccolo ruolo al progetto “Versipellis”, cortometraggio horror di Donatello della Pepa per la Revok Film, I Premio ToHorror Film Fest 2012, FantaFestival Casa del Cinema di Roma e CineStrange Film Festival di Dresda. Ancora nel 2011 è co-protagonista negli spettacoli “Questo sogno” di Luca De Bei regia di Patrizio Cigliano e “Nulla è cambiato” di Paola Aspri regia di Rosi Giordano rispettivamente al Teatro Nuovo Colosseo e al Teatro Sala Uno di Roma.
Protagonista del corto “Della stessa sostanza della madre”, scritto per lei da Valeria Francese, selezionato nell’ambito della rassegna Corti Teatrali al Teatro Lo Spazio di Roma. Nell’edizione del Paestum Festival 2011 (Antica Paestum) ha ricoperto i ruoli di Atena e Medea rispettivamente in “Troiane” e “Medea” di Euripide regia di Andrea Carraro. Ha ricoperto i ruoli di Vale in “Una lunga attesa” di Fabrizio Romagnoli e Penelope in “Le voci di Penelope” di Itziar Pascual Ortiz nel progetto “ATTESE I-II-III” per la regia di Licia Amarante. Nel 2012 è Luna nella serie TV “Ars Diaboli” regia di Gianluca Dell’Osso. Sempre nello stesso anno è stata protagonista de “Il Pendolo” di Aldo Nicolaj, regia di Virginia Acqua, Teatro Keiros Roma e apertura rassegna OUT of BOUNDS –drammaturgie fuori confine-. E’ Sarah in L’Amante di Harold Pinter, regia di Licia Amarante, per il progetto “4 Tempi” , debutto nel Primavera Salerno Festival 2011 e, successivamente, per la nuova edizione della Notte dei Barbuti 2012 e nella stagione 2012/13 al Teatro Il Primo di Napoli. E’ testimonial dello spot A.I.L. 2013 (uscita marzo 2013 reti Mediaset).
Nel doppiaggio ha prestato la voce all’attrice Marie Riviere nel film di Francoise Ozon “Le refuge” e ha lavorato in diverse serie e film per la tv, in spot per la radio e nella serie web prodotta dal Giffoni Film Festival “She Died”. E’ la voce ufficiale di UTV la tv dell’Università degli Studi di Salerno.
Dal 2009 si occupa di Laboratori di Propedeutica Teatrale per il L.A.A.V.
Officina Teatrale, associazione culturale da lei stessa fondata con la regista Licia Amarante con cui ha inoltre diretto la Compagnia dei Giovani nei lavori “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, Teatro del
Giullare Salerno 2010, “La cantatrice calva” di Eugène Ionesco, Teatro Nuovo Salerno, Barbuti Salerno Festival e Teatro dell’Eclissi 2011 e “La bisbetica domata” di William Shakespeare, Studio Apollonia e Barbuti Salerno Festival 2012.
Attualmente è coordinatrice e responsabile del progetto per bambini “Cos’è il teatro?” e del Laboratorio Permanente Teatrale per ragazzi con il patrocinio del Comune di Bellosguardo (Sa). Ha diretto i giovani allievi del Lab Permanente nei lavori “Hamlet vs Romeo” di A. Valitutti (2011) e “Ma non è una cosa seria” performance/studio da testi di L. Pirandello e F. Silvestri (2012). A febbraio 2013 è stata nominata coordinatrice artistica della compagnia teatrale giovane DramaSmile (Bellosguardo, Sa).
Ha recentemente diretto gli allievi attori del corso di propedeutica teatrale (giovani III anno e adulti II anno) nella performance “Parole che fanno rumore –uno studio su Fiori d’Agave di Francesco Silvestri” per la I edizione di TeatroGrafie (febbraio 2013 Complesso Monumentale di Santa Sofia, Salerno)
Nel dicembre 2012 era tra i 45 partecipanti al I Workshop di Progettazione Culturale “Tre cose Impossibili prima di colazione” al Teatro Valle di Roma – tavolo Ri-Produzione-.
E’ direttrice artistica con Licia Amarante, della rassegna di Drammaturgia Contemporanea “OUT of BOUNDS –drammaturgie fuori confine” ( ottobre 2012/aprile 2013 Studio Apollonia Salerno).

ALESSANDRO BUDRONI
Nato a Livorno, vive e lavora a Roma. Si avvicina al teatro nel 1989 dedicandosi principalmente al teatro popolare toscano e vernacolare livornese ed è fondatore del gruppo di cabaret “Comedians”. Doppiatore professionista dal 2004 ha prestato la sua voce a numerose serie televisive mentre nel cinema ha doppiato, fra gli altri, Hristo Shopov in Il Generale della Rovere, Thure Lindhart in Angeli e demoni e Gedeon Burkhardt in Bastardi senza gloria. In teatro, fra i lavori più recenti, nel 2009 è Germano nella commedia Fai come se fossi a casa mia di G. Crisafi per la regia di D. Lepore e nel 2011 è Giovanni in Hai un minuto per me? di G. Crisafi sempre per la regia di Davide Lepore al Teatro de’ Servi di Roma.

LA REGISTA:
VIRGINIA ACQUA
Dopo essersi diplomata attrice presso lo Studio Fersen di Arti sceniche ed essersi laureata in Lettere Moderne, discipline dello spettacolo, con il massimo dei voti, intraprende una lunga carriera di aiuto regista collaborando fra gli altri con Arnoldo Foà, Paolo Ferrari, Glauco Mauri, Compagnia Attori & Tecnici del Teatro Vittoria e lavorando in alcuni fra maggiori teatri romani e d’Italia. Ha lavorato ai documentari sulla vita di Eduardo De Filippo per l’edizione RAI in dvd delle commedie televisive di Eduardo e per conto di Fox ai documentari sulla Sardegna commissionati dalla Regione Sardegna in onda su Sky. Ha organizzato la 1a e la 2a edizione della rassegna teatrale Salviamo i talenti-Premio Attilio Corsini al Teatro Vittoria di Roma. Nel 2011 ha diretto lo spettacolo Amleto, Laerte, Ofelia in scena al Teatro dell’Angelo-Ridotto, di Roma. Nel 2012 ha diretto Il pendolo di Aldo Nicolaj in scena a Roma e a Salerno all’interno della rassegna “Out of bounds” e Non ero carina ero peggio, la vita straordinaria della principessa Pauline Metternich Sandor in scena a Roma, Frosinone, Istanbul, Budapest e Vienna.