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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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AgrariUniRC, terza tappa Universitaly Wolf Tour Concluso il convegno sul lupo tra etologia, strategie di gestione faunistica e divulgazione

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Nei giorni scorsi al Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea
di Reggio Calabria è stata ospitata la terza tappa di Universitaly Wolf
Tour, un convegno itinerante partito dall’Università di Teramo e che
coinvolge una dozzina di Atenei italiani. Al centro dell’attenzione sono
stati i problemi legati alla convivenza tra uomo e lupo, trattati con un
approccio che tiene insieme gli aspetti scientifici con quelli esperienziali
e divulgativi, contribuendo a completare efficacemente il curriculum
formativo degli studenti dei Corsi di Scienze Forestali e ambientali.
In primo luogo, con il convegno si son voluti spazzar via alcuni pregiudizi
e luoghi comuni che occupano l’immaginario collettivo, per cui il lupo
sarebbe definitivamente bollato come predatore feroce di pecore ed altri
animali domestici, pericoloso per qualunque umano abbia la sventura di
incontrarlo. Immagine, questa, che contraddice alcune recenti e numerose
notizie di cronaca, che registrano invece sempre più numerosi e immotivati
episodi di gratuita ferocia compiuti dagli uomini a danno di lupi e
cani-lupo.
L’oggetto dell’incontro è stato piuttosto il vero Canis lupus;
superpredatore, è vero, ma prezioso per l’ecosistema che esso stesso
contribuisce a rendere efficiente ed equilibrato, con la sua opera di
predazione a danno di selvatici come i cinghiali. Un lupo che, grazie ad una
serie di circostanze favorevoli ed alla sua tenacia e resistenza, oggi sta
tornando ad occupare ambienti che nel passato gli erano stati sottratti
dagli stessi umani. Con esso i pastori (anche quelli calabresi, come
testimoniato in alcune relazioni) stanno imparando a convivere, una volta
compresa l’essenzialità della sua presenza. Un lupo, ancora, che va ben
distinto dai suoi “cugini” cani randagi inselvatichiti che, andando alla
ricerca di una nuova collocazione nell’ambiente dopo essere stati
abbandonati, mettono in atto comportamenti e tecniche di caccia simili a
quelli dell’antenato-lupo, ma indirizzandoli verso prede domestiche, più
facili da catturare. Un lupo, infine, da cui ci si può difendere, quando
necessario, prendendosi cura del proprio bestiame con pochi e semplici
accorgimenti. Da questo punto di vista il seminario ha rivalutato il ruolo
di cani-pastore adeguatamente addestrati, approfondendo anche la conoscenza
di alcune razze autoctone italiane presenti negli stessi territori del lupo.
L’evento ha contribuito a focalizzare meglio i problemi attuali, a conoscere
e comprendere l’etologia del lupo e le motivazioni che stanno alla base dei
suoi comportamenti, aiutando a studiarli in maniera più approfondita e
invitando a creare e condividere una rete di conoscenze e di informazioni
basate su dati scientificamente solidi. All’evento hanno partecipato oltre
un centinaio di ospiti, studenti ricercatori e tecnici, nonché
rappresentanti di associazioni e gruppi portatori di interesse nel settore
ambientale e faunistico.
Relatori della giornata sono stati: Andrea Gallizia, fondatore del progetto
Wolf Ethology con alcuni collaboratori; Giacomo Di Giustino, presidente del
Movimento tutela civiltà pastorale abruzzese; Domenico Aiello, referente per
la Calabria del WWF Young; Antonino Siclari e Sergio Tralongo,
rispettivamente responsabile per la biodiversità e direttore del Parco
nazionale d’Aspromonte. Presenti anche il direttore di Agraria, prof
Giuseppe Zimbalatti; il presidente del Parco nazionale d’Aspromonte, prof.
Giuseppe Bombino; il comandante regionale carabinieri forestale Calabria,
col. Giorgio Borrelli; i coordinatori dei Corsi di laurea triennale e
magistrale in Scienze forestali e ambientali, proff. Paolo Porto e Salvatore
Di Fazio. Moderatrice e coordinatrice della tappa calabrese del tour la
dott. Venera Fasone, docente di Etologia e gestione della fauna presso il
Dipartimento di Agraria, che ha tenuto anche la relazione introduttiva.