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Addio ad Emanuele Pecheux, morto a 61 anni

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Si è spento all’età di 61 anni, Emanuale Pecheux, socialista di vecchio stampo. Amico fraterno del nostro editore, è stato per molto tempo blogger di Approdonews, che oggi si stringe al dolore dei suoi cari. Pecheux, che l’11 marzo avrebbe compiuto 62 anni, è stato colpito da un infarto.

“È stato il cuore a tradirlo. Non stava bene, ma la vita non gli era diventata così noiosa da desiderare di perderla. Ha amato la politica più dei suoi desideri fin da quando, ragazzo, lasciò Torino per Roma. Insieme nella giovanile, insieme nel PSI, insieme dopo il drammatico ’92. Insieme fino a sabato pomeriggio. Anzi, fino a due giorni fa, con il telefono che squillava dentro ai colpi di vento della Sicilia lontana dal mare. Ma dove vai? Mi ha detto. A riposarmi un po’. Almeno leggiti questi due libri. Ciao, ed era un addio. Gira voce che l’amicizia si consacri nei momenti difficili. Ne abbiamo passati così tanti che definire Emanuele un amico non da’ ragione di ciò che eravamo. Basta così”. Così lo ricorda il segretario del Psi, Riccardo Nencini, su Facebook.

“Non era solo un compagno, era un amico – afferma il tesoriere del Psi Oreste Pastorelli -. Con cui ho condiviso molti anni della mia militanza e dirigenza nel Psi. Era sempre presente e aveva ricoperto, sempre con dedizione e impegno, diversi incarichi organizzativi. Ha dedicato tutta la sua vita al Psi. Con lui se ne fa un pezzo del Partito e mancherà – conclude Pastorelli – a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo”.

Emanuele non era solo un membro del Partito, ne era da sempre colonna portante, aveva ricoperto molteplici ruoli nel Psi, da assistente parlamentare a capo dell’ufficio stampa. Lo scorso anno Pecheux aveva pubblicato il suo libro ‘L’asino che vola’
“Avevo conosciuto Emanuele che ero un ragazzino, lui era un dirigente della giovanile di Torino, legato a Daniele Cantore il Segretario Nazionale; Aveva un incedere imponente già all’epoca, un ragionare logico, quadrato come sanno esserlo i piemontesi; a volte persino troppo radicale nelle sue convinzioni ma certamente dotato di una solida cultura storica e politica. Aveva partecipato alla stagione più felice del Socialismo Italiano negli anni ottanta rimanendo a lavorare a Via del Corso. Fu il responsabile della vittoriosa campagna referendaria dell’autunno del 1986 su giustizia e nucleare, animatore della sede di Via del Vantaggio. Con la scomparsa del Partito, Emanuele dovette difendere con le unghie e con i denti il proprio posto di lavoro mentre tutto attorno crollava. Fu senza dubbio la persona che più ha rappresentato la continuità del Partito attraverso le diverse espressioni degli anni ’90 sino ai giorni nostri. Una colonna portante dell’immagine del SDI e successivamente del PSi ricostituito; Aveva dimestichezza con le nuove tecnologie e fu quindi il prezioso collaboratore di Boselli e poi di Nencini”, scrive Bobo Craxi su Facebook e conclude: “Ho avuto in seguito severi scontri personali, dissensi anche profondi; sono felice di avere ricucito alla fine, giusto perché invecchiando non bisogna portare mai rancori. Di questo sono lieto; la sua prematura scomparsa mi addolora.
Un pezzo della nostra vita che se ne va, ingiustamente viene meno una persona intelligente, un gigante buono, un compagno, un Socialista a tutto tondo. Ciao Emanuele”.