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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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A tu per tu con lo scrittore Mimmo Gangemi Approdonews intervista in esclusiva l'autore de "Il giudice meschino"

A tu per tu con lo scrittore Mimmo Gangemi Approdonews intervista in esclusiva l'autore de "Il giudice meschino"
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di Diego Licopoli

A colloquio con Mimmo Gangemi, immenso scrittore calabrese dalla penna formidabile, riuscito ad approdare, con la sua scrittura asciutta, agre e sincera, ad alcune tra le più grandi case editrici italiane. I suoi romanzi, editi da diverse case tra le quali la Garzanti, l’Einaudi e la Bompiani, rispecchiano la realtà, cruda, vera, spesso anche cinica della Calabria, raccontata dallo stesso scrittore con un’impronta di “Verismo” nel grande stile di Giovanni Verga. L’ultimo romanzo di Gangemi, “Un acre odore di aglio”, narra di un Sud Italia, sconosciuto e laborioso, attraverso le vicende di una famiglia nell’arco di tre generazioni. Un romanzo potente, intenso, descrivente una Calabria rurale, immersa nella tragicità dell’umana esistenza. Da un altro suo romanzo, “Il giudice meschino” è stata tratta una fiction di grande successo per la Rai con Luca Zingaretti.

Lei ha avuto una grande carriera da ingegnere, quando è nata la sua passione per la scrittura?

Io ho fatto l’ingegnere con grande passione e ogni tanto lo faccio ancora, per staccare la spina dal troppo scrivere, allo stesso modo di quando, intorno ai 42, 43 anni, ho avuto bisogno di disintossicarmi dal troppo lavoro da ingenere. Appena ho cominciato, mi sono accorto che dentro di ma c’erano tante storie che pretendevano di essere raccontate e ho dato briglie sciolte alla fantasia

Lei ha scritto anche per La Stampa, cosa può dirci di questa esperienza?

Ho scritto e scrivo ancora per La Stampa, che considero il quotidiano nazionale più equilibrato. Da un po’ scrivo anche per Panorama. Dovesse toccarmi un’altra vita, comincerei dal giornalismo. Mi affascina. In questa vita mi è occorso farmi un nome come scrittore per aver accesso ai grandi giornali ma questo rientra nell’ordinarietà, se nessuno sa che esisti, nessuno ti chiama,

Il suo romanzo “Il giudice meschino” è diventato una fiction con Luca Zingaretti, qual è il suo pensiero per questo prestigioso traguardo?

Sono felice dell’esperienza televisiva e mi auguro che possa esserci un seguito, anche perché ho già pubblicato il secondo e il terzo giudice meschino ed è prossimo a uscire anche il quarto. Sono tradotti in Francia e pubblicati da Seuil, una delle case editrici francesi più prestigiose e stanno riscuotendo un soddisfacente successo tra i critici e i lettori. L’esperienza della fiction con Zingaretti e gli altri grandi attori presenti – tra tutti segnalo Maurizio Marchetti, don Mico Rota nella finzione – si è rivelata esaltante. C’è stata da parte mia l’iniziale difficoltà nel digerire mutamenti tra lo scritto e le immagini, ma mi ci sono presto abituato e ho preso atto che sono due forme d’arte diverse e che, in quanto tali, hanno modalità e caratteristiche che non sempre possono collimare, ed è giusto così. Alla fine sono stato contento del risultato, Carlo Carlei è un grande regista

Com’ è arrivato a pubblicare con grandissime case editrici come la Bompiani?

La più grande casa editrice con cui ho pubblicato è la Einaudi – da Einaudi è uscito “La signora di Ellis Island, considerato il mio miglior romanzo e, aggiungo io, quello che mi sopravviverà. Ho pubblicato anche con Garzanti e con Bompiani. Con quest’ultima, un’altra saga familiare contadina dal titolo “Un acre odore di aglio” che più d’uno accosta come valore letterario a La signora di Ellis Island. Presumo di essere giunto alle grandi case editrici nazionali perché alla fine, dopo una gavetta lunga 15 anni, si sono accorti che le mie opere meritavano editori prestigiosi. Ho impiegato più tempo del previsto perché per noi calabresi, che partiamo con l’handicap, tutto è sempre più complicato.

Quali sono i suoi programmi per il futuro?

Continuare a scrivere romanzi e a fare giornalismo. Da qualche giorno mi sto cimentando in un saggio. È un tentativo. Non so ancora se è nelle mie corde. Sempre però seguire l’istinto. E l’istinto questo mi suggerisce e in questo mi sono buttato. Ho comunque più di un romanzo pronto per la pubblicazione.