A dire il vero…. Marina Neri, una calabrese che ci crede ancora
le rispondo per iscritto perché la vita e le vicissitudini, anche le ultime che ci hanno visti seduti “virtualmente” attorno a un tavolo, hanno confermato l’antico brocardo latino – verba volant, scripta manent.
Vorrei che queste mie mettessero definitivamente la parola ” fine” a una diatriba sterile di cui francamente la Calabria vorrebbe fare a meno.
C’ ero anche io quel pomeriggio domenicale impegnato per cercare di dar vita a un fronte civico che traghettasse la nostra regione verso una svolta democratica e improntata a legalità e fattività’ nell’interesse, finalmente, della res publica.
L’ ordine del giorno era chiaro: stabilire un modus operandi per divenire un gruppo coeso ed attrattivo verso le forze civiche sane di questa regione.
Il suo esordio, invece, è stato improntato sin da subito alla scelta del candidato governatore, mentre si cercava di trovare i punti di convergenza per creare un’ alleanza compatta e ben corazzata.
Nessuno ha mai messo in dubbio il suo curriculum, anzi è stato lei che lo ha fatto divenire il punto centrale di tutta una serata sebbene le fosse stato detto da più parti e nei modi più garbati possibile, che era prematuro parlare di leadership mentre ancora si cercava di definire accordi, alleanze, principi e priorità per questa martoriata terra.
Se ben ricorda, anche se forse le sarò apparsa invisibile, perché sordo alle mie sollecitazioni, le ho anche detto che gli antichi legionari romani sceglievano sul campo i loro generali, non accadeva mai il contrario e che saremmo stati in grado tutti, una volta avuta una squadra idonea ad affrontare la kermesse elettorale, di scegliere il candidato migliore, quello in grado di rappresentare tutte le istanze della gente di Calabria onesta e libera.
Trovo estremamente ingeneroso che si ribalti l’approccio che ha animato tutti noi quella sera. Trovo estremamente irrispettoso che si definiscano ” organiche al sistema” persone come me, ad esempio, che Lei non conosce e delle quali non sa nulla, incluse battaglie fatte e le loro storie personali.
Trovo il parlare “dell’ io” notevolmente urticante perché la gente deve saggiare i fatti e non possiamo essere noi ad autoincensarci, per quanta autostima e considerazione possiamo avere di noi stessi e delle nostre capacità.
Ritengo , per come ebbi modo di evidenziarle, che sia sterile e controproducente una guerra fratricida avendo , almeno nelle dichiarazioni di intenti” tutti noi come obiettivi la “Liberazione della Calabria”.
Se è vero questo, cui prodest, dottor Tansi, la sua continua caccia al nemico laddove prima trovava corrispondenza di amorosi sensi?
Ritengo che questo mistificante gioco, soddisfi la destra che mentre il civismo trova al suo interno (checché ne dica lei distinguendo un non meglio identificato civismo e civismo) chi assolve alla funzione del ” divide”, si prepara invece ad ” imperare ” come ha sempre fatto.
Io (e perdoni l’ io ma esprime un pensiero personale, non vorrei attaccasse per questo il Movimento di cui faccio parte apostrofandolo, magari, come colluso adesso con la destra) sogno un fronte di liberazione di questa regione scevro da personalismi e inciuci.
Sogno una Calabria libera in cui i suoi figli migliori e, a differenza sua, io non discredito nessuno dei partecipanti a quel tavolo, la difendano a costo dell’ orgoglio e offrendo le loro capacità ove vi fossero chiamati.
Perché il popolo calabrese merita coraggio.
E il coraggio sta anche nel sapere gestire, quando occorre, persino l’amor proprio, per un fine più nobile ed elevato.
Per il Futuro, che lo scempio politico del prima e una dialettica che non ha finalità costruttive del poi non garantiranno a questa terra.
Poi, sarà questione di Responsabilità e a questo risponderemo domani ai nostri figli e alla Storia.
Marina Neri, una calabrese che ci crede ancora