A Cassano i giovani scendono in piazza dopo gli omicidi del parroco e di Cocò per dire “E mo’ basta”
Mar 08, 2014 - redazione
Organizzatore: “Poca gente ma non deve essere motivo rassegnazione”
A Cassano i giovani scendono in piazza dopo gli omicidi del parroco e di Cocò per dire “E mo’ basta”
Organizzatore: “Poca gente ma non deve essere motivo rassegnazione”
CASSANO ALLO IONIO (COSENZA) – ”E mo’ basta a questo degrado sociale e culturale che affligge la nostra Cassano. E mo’ basta a essere etichettati solamente come terra desolata e disperata, conosciuta per i morti ammazzati che purtroppo sono molti, troppi forse. Noi vogliamo essere altro. Perché Cassano non è solo morti ammazzati o gente violenta, Cassano è tutt’altro”. La comunità cassanese, questa mattina, è scesa in piazza per riappropriarsi del diritto sacrosanto “di essere fiera di essere cassanese”, e per gridare insieme, forte e convinti, “E mo’ bast!”. Lo ha fatto nell’iniziativa denominata proprio “E mo bast!”, promossa e organizzata dall’associazione “patrioti e Briganti”. Una manifestazione indetta dopo l’omicidio del sacerdote Lazzaro Longobardi, che ha fatto seguito all’omicidio del piccolo Cocò, di soli tre anni, ucciso e bruciato insieme al nonno ed alla compagna di quest’ultima. Al corteo, partito da piazza Laura Serra di lauropoli e conclusosi nello spiazzo antistante il palazzo comunale a Cassano, hanno partecipato circa 250 persone, gli amministratori oltre al sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza, ai consiglieri regionali Gianluca Gallo, Damiano Guagliardi e Mario Franchino. “Oggi era l’occasione per essere sulla cresta dell’onda mediatica non per i morti ammazzati, ma perché vogliamo cambiare e crediamo nel cambiamento”, ha affermato il presidente di “Patrioti e Briganti”, Antonio Golia. “E’ deludente – ha sottolineato – vedere così poca gente, ma non deve essere motivo di rassegnazione. Lo abbiamo detto e lo ripeteremo sempre che la rassegnazione e l’indifferenza sono i peggiori dei cancri sociali. Noi non ci rassegneremo mai”.