Gioia Tauro, consiglio comunale aperto quasi deserto per discutere l’ordine del giorno sull’attentato incendiario all’ufficio tributi. Alcuni sindaci polemizzano con il Prefetto e il procuratore di Palmi. Perché?

banner bcc calabria

banner bcc calabria

Gioia Tauro, consiglio comunale aperto quasi deserto per discutere l’ordine del giorno sull’attentato incendiario all’ufficio tributi. Alcuni sindaci polemizzano con il Prefetto e il procuratore di Palmi. Perché?

Pochissima gente al consiglio comunale aperto convocato dal sindaco della città Scarcella e dal presidente Ranieri. Hanno disertato tutte le scuole cittadine, le associazioni locali, la politica locale  a livello provinciale e regionale, assenti gran parte del consiglio comunale. Senza  numero legale, l’assise si è tenuta lo stesso per un accordo bipartasan tra il presidente del Consiglio comunale Ranieri e il consigliere d’opposizione Schiavone. Dell’ assemblea dei sindaci erano presenti 8 sindaci  su 33. Pochissimi  i cittadini presenti. Assenza anche nelle fila delle  forze dell’ordine. Intanto precisiamo che nessuno dei giornalisti ( men che meno i 2 giornalisti) vuole giustificare l’atto folle del signor Alampi. Un gesto che va condannato senza se e senza ma. Abbiamo voluto rimarcare che in questo gesto folle non c’è nessuna traccia della criminalità semplice o mafiosa. Si tratta di un atteggiamento insano misto a follia da una persona che ha bisogno di essere curato. Incendiare  l’ufficio tributi a viso scoperto ( con le motivazioni della pista ciclabile), di fronte a cittadini è sotto gli occhi delle telecamere è il gesto di un mitomane alle prese con problemi psichiatrici. Se fosse stata la  criminalità organizzata o la Ndrangheta, sicuramente avrebbero agito in maniera diversa. Inutile raccontare i particolari in quanto tutti siamo adulti. Incomprensibile dare responsabilità al Prefetto o al Procuratore della Repubblica di Palmi. Il dott. Crescente e la polizia hanno fatto il loro mestiere assicurando alla giustizia Alampi, in quanto ha commesso un reato. Adesso ci vuole una scelta politica per capire le ragioni di tale atteggiamento. Di Alampi, purtroppo in circolazione c’è ne stanno  tanti. Far comprendere a chi gestisce la sanità ed ai servizi sociali che devono aver ben chiaro gli obiettivi, segnalare ai sindaci le persone con problemi del genere di conseguenza attivare tutte le procedure necessarie per le terapie adeguate. Se invece tutto si lascia incacrinire a breve ci ritroveremo bombe sociali in giro per le nostre cittadine. Agiamo finché siamo in tempo, non dividiamoci, l’interesse è di tutti per evitare un altro Alampi Pasquale.