Calenda spara contro Occhiuto, ma Occhiuto apre a Graziano e De Nisi. A perdere è l’elettore!

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Calenda spara contro Occhiuto, ma Occhiuto apre a Graziano e De Nisi. A perdere è l’elettore!

Mentre Carlo Calenda, leader di Azione, attacca senza giri di parole il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto – ormai famosissimo per il suo “mi dimetto, mi ricandido” – sul territorio si assiste all’ennesimo gioco delle parti. Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi, due consiglieri riconducibili alla stessa area politica, sembra vogliano aprire al dialogo proprio con Occhiuto. Il governatore, da parte sua, fa sapere di “non avere nulla contro di loro”. Un’apertura? Sembrerebbe di sì. Un’incoerenza? Sicuramente!
Il cortocircuito è evidente. Da un lato, Azione nazionale prende le distanze da un presidente che Calenda definisce incompatibile con la visione liberale del partito, avvertendolo persino: “Se fai il bullo, finisce che ti fai male”. Dall’altro, gli esponenti locali dello stesso partito lasciano intendere che un’intesa con l’esecutivo calabrese sia quantomeno possibile.
Chi deve spiegare, ora, sono proprio Graziano e De Nisi. Perché, se il presidente è ritenuto inaffidabile o inadeguato dal leader nazionale, un’alleanza locale diventa politicamente ingiustificabile. E chi si dichiara riformista ma si accomoda con il potere che prima critica, rischia di assomigliare più a un navigatore di correnti che a un rappresentante di valori.
La domanda è semplice: da che parte stanno davvero? Con la linea nazionale o con quella che conviene di più nelle logiche personali?
Nel frattempo, a rimetterci è l’elettore. Quello che credeva in un progetto politico nuovo, coerente e alternativo. Quello che si aspettava serietà e visione, non piccoli giochi di equilibrio. Perché se le scelte politiche vengono fatte solo sulla base del “modello locale”, allora non si tratta più di politica, ma di gestione del potere.
In Calabria, dove il trasformismo è stato a lungo la regola e non l’eccezione, tutto questo sa di déjà vu. E mentre a Roma si predica integrità, in Calabria si finisce per praticare l’ambiguità.
Una domanda a Calenda: se Azione torna con Occhiuto, chi dei due è più bullo e soprattutto impresentabile?