Bovini vaganti non sono spazzatura, ma una risorsa per il nostro territorio. Infantino: “Basta abbattimenti indiscriminati “
Set 01, 2025 - redazione
I bovini vaganti non sono spazzatura, ma una risorsa per il nostro territorio.
Da oltre 13 anni un’ordinanza straordinaria viene usata come scusa per giustificare uccisioni indiscriminate, senza distinzione tra animali pericolosi e animali innocui.
Questa pratica distrugge biodiversità (razza podolica), crea sprechi, e cancella opportunità di lavoro e sviluppo per le nostre montagne.
Chiediamo:
Stop immediato agli abbattimenti indiscriminati;
Un tavolo tecnico con Istituzioni e Associazioni per soluzioni alternative: cattura, messa in sicurezza, affidamento;
Trasparenza sulle operazioni svolte e sui luoghi di interramento delle carcasse;
Un piano di sviluppo rurale per creare lavoro e ricchezza con i terreni montani disponibili.
È tempo che le Istituzioni garantiscano sicurezza senza trasformare un patrimonio in un eccidio silenzioso.
ECCO LA PEC INVIATA ALL’ON. MICHELA BRAMBILLA
Oggetto: Abbattimento indiscriminato dei bovini vaganti – richiesta di un intervento urgente e definitivo a tutela della razza autoctona podolica.
Catturandole e sistemandole adeguatamente nelle migliaia di ettari in montagna si creerebbero opportunità di lavoro per i nostri giovani che risiedono nei Comuni di Cittanova e Molochio
Spett.li Autorità,
Premesso che l’Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente – Guardie Ecozoofile Protezione Animale (ANPANAGEPA), è stata di ausilio alle Forze dell’Ordine, anche in attuazione dell’Ordinanza Prefettizia del 2012, intende richiamare la Vostra attenzione su una problematica che da oltre tredici anni rimane irrisolta e secondo noi rasenta l’illegalità per lo spirito originario che aveva previsto il Prefetto pro tempore: la gestione dei bovini vaganti in Calabria.
L’ordinanza prefettizia originaria del 2012, adottata in forza dell’art. 2 del R.D. 773/1931, aveva carattere straordinario e temporaneo, ed era finalizzata all’abbattimento solo in casi di pericolo concreto per la popolazione e la circolazione stradale.
Tuttavia, da allora, essa viene ancora oggi continuamente utilizzata come strumento ordinario per giustificare abbattimenti indiscriminati, con il risultato che:
• non viene operata alcuna distinzione tra bovini che sono realmente pericolosi e bovini semplicemente vaganti senza creare pericolo alla collettività;
• non vi è trasparenza circa la destinazione delle carcasse, né garanzie di sicurezza ambientale (assenza di geologi o controlli sul corretto interramento);
• non esiste un piano alternativo di cattura, messa in sicurezza, affidamento o valorizzazione economica di questi animali;
• si determina una perdita di biodiversità (razza podolica), di opportunità di lavoro in montagna e di sviluppo rurale per centinaia di ettari disponibili, che possono essere messi a disposizione e creare lavoro e ricchezza nel territorio attraverso cooperative di giovani imprenditori e/o agricoltori.
Questa prassi amministrativa, oltre a risultare inefficiente, appare come una rinuncia della politica a individuare soluzioni strutturali: la soppressione non può essere l’unica via.
Si tratta infatti di un patrimonio culturale, genetico ed economico che meriterebbe invece tutela e valorizzazione, nell’ambito di piani comunali e regionali (PSC, piani di pascolo, comunità montane, progetti di allevamento sostenibile).
Alla luce di ciò, si chiede formalmente, con preghiera di risposta stesso mezzo:
1. Che venga sospesa la pratica dell’abbattimento indiscriminato dei bovini vaganti;
2. Che venga avviato un tavolo tecnico con Sindaci interessati, Prefettura, Regione, Ministero e associazioni di tutela animale, al fine di elaborare un piano alternativo basato su cattura, messa in sicurezza, affidamento e valorizzazione della razza podolica;
3. Che venga garantita la massima trasparenza circa le operazioni finora svolte, compresa l’indicazione dei luoghi di interramento delle carcasse e le relative certificazioni tecniche;
4. Che venga definito un piano di sviluppo rurale e occupazionale, utilizzando le aree montane disponibili per creare lavoro e ricchezza, invece che distruzione e spreco.
È dovere delle Istituzioni garantire sicurezza pubblica, ma anche tutelare il patrimonio animale e paesaggistico, evitando che un problema di gestione diventi un eccidio silenzioso e ingiustificato.
Con la presente, l’ANPANAGEPA confida in un Vostro immediato e concreto interessamento, auspicando che dopo tanti anni si giunga finalmente a una soluzione definitiva, equa e sostenibile.
Cordialità,
IL COMANDANTE NAZIONALE
DIRIGENTE GENERALE
Aldo Infantino