Rosario Azzarà, assolto dopo quasi nove anni, ma in sole 24 ore il Tribunale Fallimentare vanifica tutto
Ago 05, 2025 - redazione
In data 25 giugno, al termine di un lungo e doloroso percorso giudiziario -denominato “Ecosistema”
- durato 9 anni, 6 mesi e 18 giorni, sono stato assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”.
La medesima sentenza ha inoltre disposto la “restituzione di quanto sottoposto a sequestro”.
A seguito di tale decisione, avevo pubblicamente dichiarato l’intenzione, una volta rientrato in possesso della Società ASED srl, di provvedere – previa verifica della situazione finanziaria – al pagamento integrale di tutti i creditori, compresi quelli le cui posizioni risultavano giuridicamente prescritte.
Purtroppo, mi vedo, con grande rammarico, costretto a comunicare che tale intento non potrà
essere realizzato.
Un avvocato di Vibo Valentia aveva infatti presentato, già nel 2021, istanza di fallimento.
Tale richiesta era stata inizialmente accolta dal Tribunale Fallimentare, ma successivamente revocata dallo stesso giudice, sulla base di una dichiarazione del Curatore Fallimentare che attestava
“l’assenza di liquidità e la sola presenza di beni sottoposti a sequestro cautelativo”.
Tutti i beni mobili, una volta rientrati nella disponibilità degli Amministratori Giudiziari, sono stati
messi in liquidazione e svenduti – senza alcuna perizia valutativa né asta pubblica – a soggetti privi
di iscrizione nella white list prefettizia e comunque riconducibili ad ambienti sospetti. Uno di tali
soggetti è stato, giorni fa, condannato a 10 anni di reclusione.
Considerato che la società ASED S.r.l. è stata trasferita, senza alcun mio coinvolgimento, dagli Amministratori Giudiziari al Curatore Fallimentare, io, n.q. di socio e Amministratore Unico, e la
Società ci ritroviamo oggi in una situazione sostanzialmente analoga a quella precedente alla sentenza di assoluzione: da un lato, la mia oggettiva impossibilità di adempiere agli impegni pubblicamente assunti; dall’altro, la Società nuovamente sottoposta alla gestione di organi terzi.
Rimane il profondo rammarico per non poter onorare una promessa fatta con sincerità e senso di responsabilità.
Ma rimane, al tempo stesso, la piena consapevolezza di aver sempre agito nella massima trasparenza e nel rigoroso rispetto della legalità.
Non so se tutti gli attori coinvolti possano affermare di aver avuto lo stesso rispetto per i codici.