Il Falso d’Arte: L’ombra Criminale sul Mercato Globale

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Il Falso d’Arte: L’ombra Criminale sul Mercato Globale

Il Capitano Croce denuncia il vuoto normativo sull’autenticazione in un libro presentato al Telesio.

Il capitano Massimiliano Croce, comandante della compagnia Carabinieri di Città di Castello, nonché specializzato in Scienze criminologiche e del Patrimonio, in collegamento video con gli studenti del Telesio, per parlare loro del suo libro su: “I Falsi d’Arte”, fenomeno che si concentra massicciamente sull’arte contemporanea e che negli anni ’60 e ’70, col boom economico, ha visto nascere una nuova classe di acquirenti desiderosi di opere per status symbol e investimento, alimentando una richiesta smodata che i falsari hanno intercettato.

“Oggi il fenomeno della contraffazione e falsificazione di opere si colloca, per volume d’affari, al secondo posto dell’attività criminale, subito dopo il traffico di sostanze stupefacenti, e persino prima del traffico di armi, lo denuncio nel mio Compendio, che finalmente definisce quello che è il mercato nero dei falsi d’arte, le cui finalità principali sono: Riciclaggio di denaro sporco ed evasione fiscale”.

E’ questa una delle verità sconcertanti contenute in un libro i cui diritti d’autore sono devoluti all’Opera Nazionale Orfani Militari Arma dei Carabinieri e che con realistica e storica competenza affronta la questione dei falsi, al punto che dopo la pubblicazione, Croce venne richiamato presso la Commissione Antimafia del Senato a parlare proprio di questi beni, su cui ancora sta lavorando, con storici dell’arte, e ancor più attraverso i legislatori.

Ed è questa la questione più spinosa che il capitano dei Carabinieri evidenzia, la lacuna legislativa italiana che non disciplina l’autenticazione e rende possibile il meccanismo delle frodi d’arte.

“Attualmente, chiunque abbia competenza (docente universitario, critico, ecc.) può esprimersi sull’autenticità di un’opera. Poiché lo Stato non ha un organo preposto, l’autenticazione è spesso lasciata ad Archivi e Fondazioni dedicate all’artista, i quali sono enti privati. Questo vuoto crea un potenziale conflitto di interessi: l’Archivio privato, agendo senza supervisione statale, può essere tentato di autenticare un falso a fronte di compensi elevati e, in tal modo, inquinare il mercato. Un’opera così “legittimata” viene poi esposta in mostre di alto profilo, facendole acquisire la credibilità necessaria per moltiplicare il suo valore”.

 Un esempio eclatante di questa dinamica fu la mostra di Modigliani al Palazzo Ducale di Genova, dove 21 opere esposte furono sequestrate in seguito a denuncia. Le successive analisi scientifiche e giudiziarie decretarono che almeno 12 di esse erano contraffatte, provando l’efficacia del sistema fraudolento nel penetrare le istituzioni culturali più prestigiose.

Per ovviare al vuoto normativo sull’autenticazione, il relatore ha rilanciato la proposta dell’istituzione di una commissione per la tutela e l’autenticazione, che includa: Apparati dello Stato e in particolare il Ministero della Cultura, Archivi e Esperti che spesso hanno le competenze storiche e Diagnostici dei Beni Culturali per l’analisi scientifica.

Solo lo Stato, tramite questo team interistituzionale, dovrebbe dichiarare l’opera autentica, con l’obiettivo di tutelare il bene culturale” ha ribadito a gran voce Massimiliano Croce, il quale ha posto l’accento anche sulle difficoltà che si incontrano nel ricostruire la filiera di provenienza di un bene, inquinata dagli interessi speculativi degli enti privati e senza la quale non c’è tutela.        Una buona notizia però c’è:

“Nel 2022, sono finalmente entrate delle specifiche di reato relative ai beni culturali in una apposita sezione del Codice Penale, prima di questa data i reati di natura penale relativi ai beni culturali erano trattati solo all’interno del Codice dei Beni Culturali. Un’azione legislativa significativa che nel CP introduce un gruppo generico di reati con aggravanti, inclusi: il Furto, la Contraffazione, la Ricettazione, l’Esportazione illecita di opere d’arte, con un conseguente aggravio delle pene”.

Quindi le domande dei ragazzi di 5D su cosa configuri il reato in tema di opere d’arte, come mettersi al riparo da truffe e chi sia il falsario. Il comandante Croce ha ringraziato per la possibilità offertagli di fare chiarezza in merito: “quando si parla di falsi d’arte, è cruciale stabilire che la Copia non è Reato se si dichiara apertamente che non è l’originale. La copia ha anzi avuto un ruolo positivo e formativo nella storia dell’arte (si pensi alle copie romane delle sculture greche). La fattispecie delittuosa si configura solo quando un’opera (che sia una copia o una contraffazione) viene immessa nel circuito commerciale con l’intenzione di farla passare per autentica, a scopo di lucro”.

Quanto al falsario tipo l’autore evidenzia come si tratti spesso di “un artista con incredibili capacità tecniche nel copiare la maniera altrui, ma che è rimasto frustrato per non essere riuscito a imporsi con uno stile proprio. Questo profilo viene intercettato da organizzazioni criminali che lo reclutano per produrre su commissione falsi di alta qualità, da immettere poi nel mercato nero”.

Per non essere truffati, l’acquirente può e deve ricorrere a due strumenti:

rivolgersi al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale prima dell’acquisto. Il TPC può effettuare ricerche nelle sue banche dati specializzate. Richiedere analisi scientifiche (diagnostica dei beni culturali) per verificare materiali e pigmenti (es. il bianco di titanio, non presente prima del 1900, non può essere in un’opera del 1700). Oggi, anche l’Intelligenza Artificiale è utilizzata per analizzare lo stile e la coerenza delle pennellate”.

In chiusura il Capitano Croce ha voluto ricordare ai ragazzi come il fenomeno dei falsi d’arte sia strettamente collegato al traffico illecito di reperti archeologici, anch’esso un gravissimo danno al nostro patrimonio storico-culturale, spesso destinato a finire in musei esteri come “provenienza sconosciuta”. C’è una scarsa sensibilità dell’opinione pubblica sui beni culturali rispetto, ad esempio, all’ambiente. Il patrimonio culturale appartiene a tutti e deve essere protetto come parte della nostra storia e identità. Da qui l’importanza dell’evento, promosso nell’ambito dell’iniziativa #Ioleggoperché, “che si inserisce perfettamente nel nostro impegno per la promozione della lettura e della cultura come strumenti di cittadinanza attiva” ha spiegato la professoressa Antonella Maio promotrice dell’evento in quanto appassionata docente di storia dell’arte, affiancata nell’attività di preparazione delle classi dalla prof.ssa Rossana De Rose. Ma non si è trattato solo di storia dell’arte, bensì di etica, legalità e di economia. Capire infine il valore dell’autenticità e saper distinguere il vero dal falso sono competenze essenziali nella società contemporanea, alla base del pensiero critico che in un liceo classico trova l’humus più congeniale.