IL FATTO (GRAVE). Famiglia lasciata senza luce da 4 giorni a Catanzaro: padre cardiopatico e figlio disabile al buio sotto 42 gradi

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Una famiglia residente a Catanzaro, nel quartiere Santa Maria, sta vivendo un incubo da ormai quattro giorni, completamente senza energia elettrica in casa, in piena ondata di caldo torrido con temperature che hanno toccato i 42 gradi. 

Alla base di tutto, una dimenticanza nel pagamento di una bolletta della luce risalente ad aprile. 

Il fornitore, Eni Plenitude, ha provveduto al distacco della fornitura senza alcun preavviso, né graduali riduzioni di potenza o solleciti.

A denunciare la vicenda è uno dei figli della famiglia, esasperato dalla mancanza di risposte da parte dell’azienda e dalla gravità della situazione:

“Mio padre, che ha problemi cardiaci importanti, ha pagato per errore la bolletta del gas al posto di quella della luce. 

Il giorno successivo, appena si è accorto dell’errore, ha pagato subito la bolletta giusta e ha avviato tutte le pratiche per la riattivazione. 

Ma da giovedì siamo ancora al buio. 

Mio fratello, disabile grave, ha bisogno di cure e di apparecchiature che richiedono energia elettrica, ma nessuno sembra ascoltarci.”

La famiglia, composta da sette persone, ha effettuato oltre 50 segnalazioni tra chiamate e reclami all’assistenza clienti dell’azienda. Eppure, a sabato pomeriggio, nessuno è intervenuto e la luce non è ancora stata ripristinata.

“Non stiamo parlando di morosità cronica o mancati pagamenti reiterati – continua Serra – si è trattato di una dimenticanza, subito risolta. Mio padre ha sempre pagato regolarmente tutte le bollette. È inaccettabile che una famiglia in condizioni di salute così delicate venga abbandonata così, senza un briciolo di umanità.”

Come se non bastasse, da tre sere la famiglia vive alla luce di candele, costretta a cenare e muoversi nel buio più totale. 

E a rendere tutto ancora più drammatico, negli ultimi due giorni – proprio in coincidenza con il distacco della luce – anche l’acqua viene interrotta la sera nel quartiere Santa Maria, senza alcun preavviso o comunicazione ufficiale.

“Aspetteremo lunedì o forse martedì per avere di nuovo la luce. Quattro giorni al buio, in una situazione così critica, nel 2025 è inaccettabile. Non abbiamo ricevuto nessun supporto, nessuna urgenza è stata riconosciuta. Ma in questa casa rischiamo la vita.”

Nel frattempo, la casa è rimasta senza frigorifero, senza ventilazione, senza possibilità di utilizzare apparecchi sanitari essenziali, in una regione già messa a dura prova dal caldo estivo e da servizi pubblici poco affidabili.

La vicenda solleva gravi interrogativi sull’operato delle compagnie energetiche, sull’assenza di controlli preventivi nei casi di famiglie con fragilità sanitarie documentate e sulla totale mancanza di sensibilità in situazioni di emergenza.

“Chiedo che questa storia venga ascoltata, condivisa e raccontata. 

Non è solo per noi: è per tutte le famiglie che, per un errore umano o un disguido, rischiano di essere trattate come numeri e non come persone.”

In attesa della riattivazione della fornitura, la famiglia di Catanzaro spera che almeno la denuncia pubblica serva a far emergere la drammaticità di una situazione che nessuno dovrebbe vivere, tanto meno in una casa dove convivono malattia, disabilità e dignità calpestata.

Daniele Serra