Un vero, ottimo, passo avanti verso un futuro di pace… L’UK tende a sostituirsi agli Stati Uniti in ambito atlantico ma la Nato rischierà di dissolversi perché proprio Stati come Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria e seguiranno man mano gli altri, si sfileranno uno dopo l altro. In questo dettando, con la fine della Nato, il raggiungimento del limite storico della Alleanza e la fine di ogni sogno di unità continentale.
L’idea di sconfiggere o umiliare la Russia sul campo dopo averla snobbata per anni rappresenta un errore di valutazione non solo geopolitica ma culturale. Opposizione a Putin o meno, lo stesso Gorbaciov o un Solgenitsin, dimenticati dal perbenismo intellettuale del cui pensiero, quando utili, se ne è impossessato, hanno chiaramente avvisato come e in che misura un allargamento della Nato a Est senza considerare la Russia sarebbe stato letto cone una minaccia esistenziale, una ipoteca geopolitica non accettabile nei confronti della sovranità e sicurezza russa. Eppure nulla. Oggi la Stampa attribuisce tranquillamente la colpa a Putin senza se e senza ma, il che può anche essere, della volontà di far affondare i negoziati mentre l’ attacco ucraino – condotto negoziati in apertura – ovviamente non è causa di nulla. Così come uno Starmer tranquillamente dice “prepariamoci alla guerra” (dichiarazione condivisa con quali leader di una UE di cui Londra non ne fa parte?), o la Tocci per la quale vale solo la visione ucraina e non russa, la quale, con la supponenza che distingue i suoi scritti, afferma senza mezzi termini come l’Ucraina insegni come ci si difende così come ha insegnato come si garantiscono i diritti delle minoranze in Donbass. Insomma, in questo delirio di guerra dove si alza la posta di un riarmo che sarà, nei termini così dichiarati, risolutivo, certo, ma solo per distruggere il continente europeo una volta per tutte rendendolo un deserto, la Nato rischia di autodistruggersi. La possibilità di sopravvivere era legata alla capacità di ridefinire assetti e direzioni politiche coinvolgendo tutti gli attori continentali come nel 1997 sembrava essere possibile (e in quegli anni non vi erano pretese di sorta da parte russa nei confronti di Kyev. Anzi, la Russia pagava anche gli affitti per l uso delle basi navali di Crimea.). Ecco, allora, che dopo aver seguito acriticamente le ambizioni Usa – oggi rientrate per necessità di riorganizzare le loro capacità economiche e, quindi, militari a fronte di anni di fallimenti internazionali – l’Europa orfana del fratello maggiore d’ oltreatlantico sembra affidarsi al napoleonismo stucchevole di Macron o al fratello (o sorella dipende dal gender geopolitico che si vuole usare) minore degli Usa rappresentato da Londra. Sarebbe interessante vedere come e in che misura giornalisti italiani così avvezzi alle questioni militari siano pronti a indossare uno zaino o un elmetto o lo siano i loro figli per andare a combattere domani.