Truffa a un “compro oro”: due arresti effettuati dai Carabinieri in Calabria
Mag 23, 2025 - redazione
Nella giornata di ieri i Carabinieri della Stazione di Mirto di Crosia, inquadrata nel Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, con il coordinamento dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Capo Alessandro D’Alessio, hanno arrestato due persone, gravemente indiziate di aver commesso una «truffa aggravata» ai danni di un esercizio commerciale della categoria del c.d. «compro oro».
Prima di proseguire con la ricostruzione dei fatti appare opportuno precisare che la notizia viene diffusa per garantire le prerogative dell’informazione e nel rispetto dei diritti degli indagati – ancora da doversi ritenere assoggettati alla presunzione di innocenza attesa l’attuale fase del procedimento, le cui responsabilità penali potranno essere acclarate solo attraverso una sentenza divenuta irrevocabile, ndr.
Quella che apparentemente ha le caratteristiche per essere inquadrata come una truffa ben congeniata, sulla quale stanno indagando i Carabinieri, è apparsa essere il frutto di un sistema rodato e che via via si va diffondendo sul territorio. I due soggetti fermati, infatti, si sono presentati presso il negozio specializzato nel ritiro dell’oro usato chiedendo prima una valutazione sull’oggetto prezioso che avevano intenzione di vendere e poi definendo la cessione per una contropartita economica concordata tra le parti. La responsabile del punto vendita, attraverso una verifica speditiva con le soluzioni di contrasto, ha verificato che l’oggetto proposto in vendita presentava tutte le caratteristiche dei monili in oro. Le cose però sono risultate essere ben diverse, perché quella in oro era solo la parte esterna dell’oggetto, ovvero una sorta di rivestimento della struttura che, invece, era completamente in ottone. La percentuale dell’oro presente è risultata essere minima rispetto a quella del metallo comune meno pregiato. Un raggiro articolato che talvolta non viene rilevato neanche dopo la fusione dei preziosi, poiché la presenza dell’ottone ha l’effetto conseguente solo di degradante la qualità complessiva della colata ottenuta. Quello che potenzialmente appare essere un articolato raggiro è stato documentato attraverso una perizia tecnica che ha consentito di appurare che sul peso complessivo di oltre 5 grammi del prezioso, l’oro che lo componeva era la parte residuale, ovvero quella corrispondente a 0,2 grammi.
Le persone fermate, già deferite in precedenza per reati della stessa indole, sono state arrestate e una è stata associata presso il carcere di Castrovillari, mentre l’altra è stata sottoposta agli «arresti domiciliari».