Intermodalità e infrastrutture marittime: innovazione nei porti italiani

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L’Italia, per la sua configurazione geografica e per il peso delle esportazioni via mare, non può rinunciare a una strategia infrastrutturale che metta al centro i porti. Ma oggi la sola funzione portuale non basta: l’intermodalità è la chiave per trasformare gli scali marittimi in veri hub logistici al servizio della competitività nazionale.
È in questo scenario che si inserisce l’intervento di completamento della banchina di ponente del porto di Gioia Tauro, una delle opere più

È in questo scenario che si inserisce l’intervento di completamento della banchina di ponente del porto di Gioia Tauro, una delle opere più significative portate a termine negli ultimi mesi nel Mezzogiorno. Il progetto – promosso dall’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio – segna un punto di svolta per lo scalo calabrese, che si avvia a diversificare le proprie funzioni, aprendo le porte a un nuovo polo di manutenzione navale, un settore strategico per il futuro della cantieristica italiana.
A guidare il gruppo di aziende che ha realizzato l’opera è stata Fincosit, storica impresa attiva nel settore delle infrastrutture marittime. Con oltre 120 anni di esperienza nei cantieri portuali, l’azienda ha messo a disposizione il proprio know-how per la costruzione della nuova banchina, completando un tassello fondamentale dell’infrastrutturazione del porto.
L’ingegnere Alessandro Mazzi (principale figura tecnica di Fincosit) era presente all’inaugurazione, accanto alle istituzioni locali e ai vertici dell’AdSP. La sua presenza testimonia l’impegno diretto di Fincosit in progetti che non si limitano all’ingegneria strutturale, ma si inseriscono in un più ampio processo di trasformazione del sistema logistico nazionale.
Il completamento della banchina consente allo scalo di rispondere a nuove esigenze del traffico marittimo, aumentando l’efficienza operativa e offrendo spazi dedicati alle riparazioni navali, alla metalmeccanica e alla carpenteria.
Ma, soprattutto, permette di dare forma concreta al principio di intermodalità: ossia l’integrazione tra trasporto marittimo, ferroviario e su gomma, essenziale per la fluidità delle catene logistiche.
La visione che si consolida a Gioia Tauro è quella di un porto che non è più soltanto luogo di transito, ma punto nevralgico di connessione tra sistemi produttivi, mercati e territori. In un contesto in cui i porti europei faticano ad assorbire i volumi crescenti della logistica globale, l’Italia può ritagliarsi un ruolo di primo piano solo se sarà in grado di modernizzare la propria rete infrastrutturale e di valorizzare le competenze delle imprese impegnate sul campo.
Fincosit, in questo processo, si conferma attore protagonista. Il completamento della banchina di ponente, oltre a migliorare la capacità operativa dello scalo calabrese, contribuisce alla crescita economica locale, generando occupazione in settori specializzati e favorendo una transizione verso un’industria portuale più integrata e sostenibile.
Nel quadro nazionale, l’esperienza di Gioia Tauro rappresenta un esempio virtuoso di sinergia tra pubblico e privato, capace di superare ritardi strutturali e di rispondere in tempi certi agli obiettivi condivisi.
La sfida, ora, è replicare modelli simili su scala nazionale, accelerando la realizzazione di opere fondamentali per la logistica, la competitività e la coesione territoriale del Paese.