L’Agenzia Nazionale per la Sicurezza dei Medicinali e dei Prodotti Sanitari (ANSM,
Francia) ha confermato che sono stati identificati tra le donne che portano delle
protesi al seno tra il 2011 e il giugno 2016, ventinove casi di una rara forma di
cancro, il linfoma anaplastico a grandi cellule (ALCL). Un gruppo di esperti istituito
dal National Cancer Institute (INCA) ha concluso che esiste un chiaro legame tra
l’insorgenza di linfoma e l’uso di una protesi mammaria. Lo studio, inoltre, ritiene
che la malattia assume un decorso lento e può essere controllato con la rimozione
chirurgica della protesi e della capsula circostante. Le conclusioni sono basate
su una revisione esaustiva della letteratura medica per quanto riguarda le protesi
mammarie e il linfoma anaplastico a grandi cellule o ALCL, un tipo di cancro del
sistema immunitario che è stato collegato alle protesi del seno più di un decennio
fa, grazie al contributo di un gruppo multidisciplinare di esperti. Il team di scienziati
hanno identificato 36 casi pubblicati di linfoma non-Hodgkin tra le donne con protesi
al seno, di cui 29 sono stati diagnosticati come il linfoma anaplastico a grandi
cellule. Almeno 12 delle 29 donne avevano una precedente storia di un diverso tipo
di cancro, tra cui otto avevano subito la mastectomia per tumore al seno e due che
avevano una precedente storia di ALCL. Mentre alcuni pazienti hanno ricevuto chemioterapia
e/o radioterapia, il trattamento in molti casi consisteva nel rimuovere chirurgicamente
l’impianto interessato e il tessuto. Il gruppo ha concluso che l’evidenza suggerisce
un’associazione tra protesi mammarie e il linfoma anaplastico a grandi cellule. Gli
esperti raccomandano che la comparsa di un sacco pieno di liquido nei pressi di un
seno impiantato sei o più mesi dopo l’intervento chirurgico dovrebbe portare ad
una valutazione diagnostica completa per il linfoma anaplastico a grandi cellule.
Inoltre, ANSM segnala che “nessun produttore ha dimostrato la biocompatibilità delle
sue protesi al seno strutturato” e che la documentazione tecnica è “insufficiente”.
Su 10 milioni circa di protesi mammarie di marche differenti impiantate nel mondo
sono stati descritti rarissimi casi di linfoma originatosi dalla capsula intorno
alla protesi (sia in silicone che salina) riporta Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti”, 75 casi totali con 4 decessi, senza relazione
con una specifica ditta produttrice. A tutte le donne che hanno protesi mammarie,
dunque, si raccomanda di effettuare regolarmente un controllo annuale con ecografia
mammaria o almeno questa dovrebbe essere la normale procedura raccomandata da tutti
i medici.