#italiasicura: riunione operativa su azioni di prevenzione da realizzare in Calabria

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Affrontata anche la situazione degli impianti di depurazione delle acque da realizzare nella Regione per limitare le sanzioni previste dall’UE

#italiasicura: riunione operativa su azioni di prevenzione da realizzare in Calabria

Affrontata anche la situazione degli impianti di depurazione delle acque da realizzare nella Regione per limitare le sanzioni previste dall’UE

 

 

Una ricognizione puntuale delle risorse disponibili, delle opere da
realizzare e dello stato dell’arte nella messa in sicurezza dal rischio
idrogeologico e delle criticità rilevate nella depurazione delle acque
nella Regione Calabria.

Questi temi affrontati oggi in una riunione tecnica che si è svolta a Roma
a Palazzo Chigi, presso la sede della Struttura di missione della
Presidenza del Consiglio contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo
delle infrastrutture idriche.

I lavori, che sono stati coordinati dal Capo della struttura Erasmo
D’Angelis e dal Direttore Mauro Grassi a cui hanno partecipato anche la
Presidente della Regione Antonella Stasi, i rappresentati dei Ministeri,
della Protezione Civile Nazionale e delle diverse strutture anche locali
competenti nelle due materie, hanno fissato un monitoraggio delle criticità
nella gestione delle due materie e una prima programmazione delle attività
da realizzare e che a partire da settembre saranno inserite in una lista di
priorità, così da indirizzare l’azione verso le situazioni che richiedono
un intervento più urgente.

Obiettivo è quello di avviare un monitoraggio continuo e completo
dell’azione finalizzata alla mitigazione del rischio idrogeologico e
idraulico con la realizzazioni di opere per la prevenzione.

Come è noto, infatti, il territorio della Calabria soffre di numerosissime
criticità legate sia all’instabilità dei versanti a rischio frana, sia
dalla complessa regimentazione delle acque fluviali, le famose “fiumare”.
Sul fronte della depurazione delle acque si sono avviate le verifiche sulle
difficoltà riscontrate nella realizzazione degli impianti che, solo una
volta progettati e realizzati, consentiranno all’Italia con diversi step di
ridurre le sanzioni attualmente previste dalla procedura d’infrazione che
l’Unione Europea ha aperto per il mancato rispetto della normativa sul
trattamento delle acque.