Morto suicida il giornalista di “Calabria Ora” Alessandro Bozzo

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In una lettera ha spiegato di non avere più voglia di vivere. Il cordoglio del sindaco di Cosenza Occhiuto e del presidente dell’ordine dei giornalisti Soluri

Morto suicida il giornalista di “Calabria Ora” Alessandro Bozzo

In una lettera ha spiegato di non avere più voglia di vivere

 


COSENZA – Il giornalista Alessandro Bozzo si é suicidato nella sua abitazione a Marano Marchesato (Cosenza). La notizia è stata pubblicata stamane dal quotidiano ‘Calabria Ora’ con il quale Bozzo lavorava dalla sua fondazione, avvenuta sette anni fa. Bozzo ha lasciato una lettera di tre pagine – secondo quanto riporta Calabria Ora – nella quale ha spiegato di avere deciso di suicidarsi perché non aveva più voglia di vivere. Il giornalista, sposato e con una bambina di quattro anni, aveva compiuto 40 anni martedì scorso. Il direttore di Calabria Ora, Piero Sansonetti, stamane sul quotidiano scrive che “é la prima persona che mi ricordo quando misi per la prima volta piede a Calabria Ora. Abbiamo lavorato insieme quasi tre anni e, come succede, non abbiamo sempre avuto rapporti idilliaci. Si discuteva, si litigava. Però c’era rispetto. Io sapevo che era bravo, che era una sicurezza nel suo lavoro e che aveva le due grandi doti del giornalista: la prima è capire la notizia, la seconda è sapere scrivere bene”. Il segretario del sindacato dei giornalisti della Calabria e vicesegretario nazionale della Fnsi, Carlo Parisi, ha ricordato che “Alessandro pubblicamente, di solito, era di poche parole, ma con chi si fidava era un fiume in piena. La sua breve, ma intensa carriera professionale, come testimoniano le toccanti testimonianze dei colleghi, l’ha dedicata a diffondere e radicare nei colleghi, soprattutto i più giovani, i valori più nobili della professione giornalistica, costituiti dalla costante ricerca e dalla verifica delle notizie, ma soprattutto dal rispetto della dignità umana e professionale della persona”.

IL CORDOGLIO DEL SINDACO DI COSENZA OCCHIUTO

Di seguito le parole del primo cittadino della città:

Con dolore e sconcerto ho appreso della scomparsa del giovane giornalista Alessandro Bozzo.

Da Sindaco di una città che, non diversamente da tante altre, vive molti problemi, non posso non interrogarmi sui baratri bui che si aprono davanti ai nostri giovani fino ad indurre i più vulnerabili fra loro a decisioni estreme, che solo apparentemente sono individuali, mentre riguardano l’intera collettività, che si risveglia con un forte senso di impotenza, rimpianto e rammarico per ciò che forse si poteva fare e non è stato fatto.

Mi stringo in un abbraccio forte alla famiglia di Alessandro e ai suoi colleghi. Insieme a loro piango l’uomo, il papà, il professionista capace ed impegnato, il giovane sensibile.

NOTA DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI A FIRMA GIUSEPPE SOLURI

Di seguito la dichiarazione diffusa da Gisueppe Soluri, presidente dell’Ordine dei Giornalisti:

“Tutto ciò che non siamo capaci di fare da soli riduce la nostra libertà”. Alessandro Bozzo deve avere riflettuto a lungo su questa considerazione, espressa da un grande della letteratura italiana, Cesare Pavese, anch’egli assalito e travolto dal “mal di vivere”. Alessandro era un collega che stimavo molto e che consideravo atipico in un mondo che insegue sempre di più la vetrina, il palcoscenico, il protagonismo a tutti i costi. Alessandro era invece una persona schiva, preoccupato sempre di fare il proprio lavoro con correttezza, rispettando la verità dei fatti e senza inquinare la propria professione con interpretazioni e smanie da primi della classe a tutti i costi. Questa sua visione rigorosa della professione era certamente figlia della sua personalità e della sua “problematicità”. Ad Alessandro non bastava vivere, perché della vita cercava quotidianamente il senso, il fine, l’obiettivo. Come è accaduto a tanti, e come accadrà a molti, questo “senso” evidentemente Alessandro non lo aveva trovato e, probabilmente, aveva immaginato che fosse impossibile trovarlo. Ed ha scelto a quel punto il gesto estremo, quello che tutti ritengono “impensabile”, quello che l’istinto rifiuta e che impone un coraggio ed una “razionalità” che solo pochi hanno. E si tratta in genere di persone particolarmente sensibili, particolarmente intelligenti, particolarmente bisognose di capire il senso delle cose, di condividerlo e di non subirlo. Alessandro Bozzo era fatto così e, dinanzi alle domande estreme, ha avuto il “coraggio”, perché di questo c’è bisogno, di dare una risposta estrema. Sono gesti che pongono interrogativi importanti ad ognuno di noi: a chi questi interrogativi se li è posti o se li pone ed a quanti invece non sono assaliti da questo problema. I giornalisti calabresi esprimono un cordoglio sentito e non di maniera e ricorderanno sempre Alessandro Bozzo come un esempio nella professione e come un amico dalle grandi qualità umane. Rendiamo omaggio, con grande dolore ma anche con grande rispetto, alla sua scelta di abbandonare questo mondo che giudicava forse troppo volgare e troppo banale per la sua sensibilità.