Violenza e caos nel Parlamento

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Il M5S prima tenta di far decadere il decreto sull’Imu attuando l’ostruzionismo, poi occupa gli scranni del governo e scatena una bagarre, non degna di un parlamento democratico, quando la Boldrini impone “la ghigliottina”

di BRUNO MORGANTE

Violenza e caos nel Parlamento

Il M5S prima tenta di far decadere il decreto sull’Imu attuando l’ostruzionismo, poi occupa gli scranni del governo e scatena una bagarre, non degna di un parlamento democratico, quando la Boldrini impone “la ghigliottina”

 

di Bruno Morgante

 

 

Ieri il Parlamento ha vissuto una delle sue giornate più nere.
C’era in scadenza il decreto legge che cancella il pagamento della seconda rata dell’IMU sulla prima casa e sui capannoni industriali per il 2013.
Nel decreto c’erano anche norme che riguardano l’assetto di Banca Italia e la rivalutazione del suo capitale, fatto che frutta all’erario un’entrata di 900 milioni di euro, che servono come parziale copertura per il mancato introito della seconda rata dell’IMU.
Forse la necessità di garantire il completamento della copertura finanziaria nel bilancio dello Stato ha indotto il governo a mettere insieme due fatti che non hanno niente in comune.
Ricordiamo che il Presidente Napolitano è già intervenuto su questo argomento non firmando il decreto salva Roma, che il Parlamento aveva riempito di provvedimenti che niente avevano a che fare con Roma, invitandolo a non ripetere questo vero e proprio malcostume e a rivedere i regolamenti parlamentari.
In questo caso sarebbe stato più giusto un disegno di legge su Banca Italia, anche per la delicatezza e l’importanza della materia, che meriterebbe una riflessione ad hoc, così come tutto il sistema del credito in Italia.
Ma il dato eclatante della giornata di ieri in Parlamento non è tanto il merito delle decisioni assunte, su cui è lecito avere anche opinioni diverse, e su cui per quanto mi riguarda potrei anche concordare, quanto la violenza che si è scatenata, violenza nei gesti, nelle parole, che non può mai essere giustificata.
Tentiamo di fare una cronaca di quanto successo.
Il M5S, per contrastare il decreto che doveva essere approvato entro la mezzanotte, pena la decadenza, è ricorso all’ostruzionismo parlamentare, metodo legittimo per fare opposizione, a cui nel tempo è spesso ricorsa l’opposizione.
Già ad inizio di seduta in fase di approvazione del verbale della seduta precedente si è avuta un’avvisaglia del clima teso in aula, quando anche su questa votazione, che in generale si configura come fatto tecnico, sono intervenuti tutti i parlamentari grillini, qualcuno annunciando l’intenzione di bloccare il parlamento e ripetendo diverse volte: “boia chi molla e noi non molleremo”.
In tutti gli interventi le parole più ricorrenti erano guerra, corrotti, dittatura, violenza.
Il giorno prima c’era stata un’avvisaglia del clima che si voleva creare.
Un deputato del gruppo M5S, nel suo intervento di ostruzione al decreto si era rivolto al Presidente della Repubblica in termini di “Napolitano boia”.
Un altro deputato in altra occasione aveva insultato le deputate del PD dicendo che si erano guadagnate il seggio facendo “pompini”.
Ritornando alla seduta del parlamento di ieri nel pomeriggio il presidente Boldrini fa presente che, in base ai tempi garantiti ad ogni iscritto a parlare ed al numero di iscritti, si sarebbe superata abbondantemente la mezzanotte per cui si sarebbe negato alla maggioranza della camera il diritto a votare il decreto.
Non potendo avallare questa ferita alla democrazia parlamentare, il presidente in conferenza dei capigruppo, subito convocata, fa presente che, se si mantengono il numero di iscritti a parlare, è costretta, a norma di regolamento, ad interrompere il dibattito e a passare immediatamente al voto.
Si tratta della così detta “Ghigliottina”, punto del regolamento mai applicato fino ad ora in quanto si era sempre trovato un accordo sul modo di procedere senza utilizzare questo strumento drastico.
Tutti i gruppi, escluso il gruppo M5S, sono d’accordo perché se non viene convertito il decreto gli italiani e le imprese saranno costrette a pagare la seconda rata dell’IMU.
Tornati in aula il presidente attua la “ghigliottina” e il decreto viene approvato.
In aula scoppia la bagarre. I deputati penta stellati si imbavagliano, gridano alla dittatura, occupano gli scranni del governo, sventolano striscioni, comparsi come per incanto, c’è un momento di parapiglia con spintoni, corse nell’emiciclo, salti tra gli scranni. In mezzo agli spintoni una deputata penta stellata riceve una manata in faccia, chiaramente involontaria, come si evince dai filmati, ma tanto basta per scatenare ancora di più i pentastellati, che minacciano un salto di qualità negli scontri in parlamento e nel paese, mentre buona parte dei deputati della maggioranza intona “bella ciao”.
Si scatena il web di Grillo con accuse di dittatura e incitamenti alla violenza.
Oggi ancora bagarre in parlamento con l’occupazione delle presidenze delle commissioni giustizia e affari costituzionali della Camera, pretendendo le dimissioni del presidente della Camera Boldrini per liberare le commissioni e permettere di continuare i lavori.
Anche qui parolacce, spintoni, blocco dei lavori, mentre in aula veniva presentata la proposta di messa sotto accusa del Presidente Naplitano per attentato alla costituzione.
Al di là del merito non accettabile in quanto è falso e demagogico dire che l’opposizione non ha potuto esporre le proprie idee sul decreto, in quanto le hanno espresse abbondantemente, mentre pretendevano di impedire alla maggioranza di esprimersi su un proprio decreto, la differenza con precedenti atti di violenza accaduti in parlamento,per i quali nessun partito si è gloriato, derubricandoli ad atti individuali, sta nel fatto che questa volta le parolacce, gli insulti, le violenze verbali vengono esaltate, amplificate sul blog del movimento e individuate come un salto in avanti per elevare il livello dello scontro nel parlamento e nel paese.
L’Italia vive veramente un momento difficile ed è difficile intravedere vie d’uscita.
Da una parte c’è chi punta allo sfascio e allo scoppio di tensioni sociali per sovvertire l’attuale ordine democratico, come il M5S, per cui è indisponibile a qualsiasi ipotesi di contributo per uscire dalla crisi, anzi soffia sul fuoco per alimentare lo scontento, sicuro di aumentare i propri consensi. In questo senso si spiega l’indisponibilità a trovare soluzioni sul decreto per l’IMU, puntando sulla reazione pesante dei cittadini che ci sarebbe stata se il decreto fosse decaduto e sarebbero stati costretti a pagare la seconda rata dell’IMU.
E’la prima volta che viene applicata la “ghigliottina” perché è la prima volta che si pretendeva con la forza di impedire alla maggioranza di votare in parlamento.
Dall’altra c’è una classe politica incosciente che continua con i propri giochi mentre il paese sta andando alla deriva.
La ciliegina sulla torta è l’accordo tra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale, che al di là di regole tecniche per garantire che vi sia una maggioranza che possa esprimere un governo, fa delle forzature molto forti sul principio di rappresentatività, che rappresenta, insieme alla governabilità, uno dei due pilastri portanti del sistema democratico.
Nel mentre abbiamo bisogno di un governo politicamente molto forte, sorretto con convinzione dalla maggioranza della popolazione, perché la salvezza del paese passa da interventi dolorosi, ma necessari ,con questa legge elettorale una minoranza conquista la maggioranza del parlamento e il governo del paese, mentre la maggioranza è minoranza in parlamento e all’opposizione del governo.
Non aiuta la gente a ragionare il sistema dell’informazione, succube ormai delle tecniche di comunicazione per cui ogni concetto è è portato alla sintesi più estrema con il risultato che si perde di vista, fino al punto di non contare, la sostanza di cui si parla.
Si cerca il consenso e in un momento di crisi e di disorientamento come l’attuale la cosa più semplice è puntare alla pancia della gente non con ragionamenti, ma con slogan, che diventano veri pugni nello stomaco e aiutano a sfogare paure e incazzature, ma non a risolvere i problemi.
Renzi promette un periodo di riforme per modernizzare il paese, in accordo con Berlusconi.
Letta promette un accordo di governo per il 2014 con dettagliati interventi sul lavoro, sulle tasse, sulla spesa pubblica, sul tessuto industriale.
Onestamente c’è i noi molto scetticismo, ma vogliamo crederci perché l’alternativa è il disordine, la violenza, la deriva autoritaria.