Villa San Giovanni, Tar Calabria: “Slot irregolare e vicinanza a luoghi sensibili, legittima la chiusura di una sala giochi”
Ago 19, 2025 - redazione
Violazioni “gravi e reiterate” del Testo Unico di Pubblica Sicurezza, in un contesto a “rischio per l’ordine pubblico”, compromettono l’attività di una sala giochi fino alla revoca definitiva della licenza. Con questa motivazione, si legge su Agipronews, il Tar Calabria ha respinto il ricorso contro la chiusura di una sala giochi a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, confermando la legittimità del provvedimento del Comune che imponeva la sospensione immediata dell’attività dell’esercizio a seguito di presunte violazioni alle normative sul gioco lecito e alla disciplina di pubblica sicurezza.
La decisione è nata a seguito di controlli congiunti della Polizia di Stato e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, durante i quali sarebbero emerse irregolarità dal punto di vista tecnico e amministrativo, ed in particolare la presenza di una doppia scheda di gioco in un apparecchio elettronico, la violazione delle “direttive sulla sorvegliabilità dei locali” e la vicinanza dell’esercizio ad alcuni “luoghi sensibili”.
Il gestore aveva contestato il provvedimento comunale ritenendolo sproporzionato, in quanto la violazione rilevata riguardava un solo apparecchio e pertanto sarebbe stato possibile applicare misure meno gravi. Secondo l’amministrazione, si trattava di illeciti reiterati, tali da mettere a rischio l’ordine pubblico e la sicurezza del gioco.
Il Tar Calabria – spiega Agipronews – ha evidenziato che, in caso di abuso da parte del titolare, la sospensione o la revoca dell’autorizzazione risulta legittima. “La tutela di rilevanti interessi pubblici, connessi alla vicinanza di luoghi sensibili – si legge nella sentenza – lascia emergere la sussistenza di una particolare esigenza di celerità, che esonerava la pubblica amministrazione dall’obbligo di comunicazione di avvio del procedimento.” Infine, i giudici amministrativi hanno confermato la validità del provvedimento comunale precisando che la presenza di apparecchi di gioco che richiedono autorizzazioni specifiche esclude la possibilità di potersi avvalere solo di una semplice Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), così come sostenuto dal ricorrente.