Uno studio americano condotta dall’Università del Minnesota pubblicato su ‘Diabetologia’,
la rivista dell’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd), ha scoperto
che il giovane adulto che fuma o ha fumato marijuana, rispetto a chi non ha mai fatto
uso di cannabis, ha il 50% di probabilità di sviluppare il prediabete. Il consumo
di droga compromette il normale controllo dei livelli di zucchero nel sangue e può
evolvere in diabete conclamato. I ricercatori, osserva Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti”, hanno analizzato i dati relativi a oltre 3
mila statunitensi arruolati nel 1985-86 in uno studio sul rischio coronarico nei
giovani adulti (18-30 anni). Analizzando il rapporto tra consumo autodichiarato di
cannabis e metabolismo degli zuccheri, il team di studiosi ha osservato che chi riferiva
di utilizzare ancora marijuana aveva il 65% di probabilità in più di essere in
prediabete, dato che scendeva a un +49% fra chi diceva di averla usata almeno 100
volte in passato, ma di avere smesso. In conclusione gli stessi scienziati sono cauti
ammettendo che il rapporto causa-effetto non è ancora stato chiarito e i risultati
sono contradditori. Da un lato perché “questi dati contraddicono quelli raccolti
in precedenti ricerche sui legami tra consumo di marijuana e salute metabolica”.
Dall’altro per il fatto che, “benché in questo studio l’uso della sostanza
sia associato allo sviluppo e alla prevalenza di prediabete, il consumo di cannabis
non risulta comunque associato all’incidenza o alla presenza di diabete vero e
proprio”.