Uomini che odiano le donne: in attesa della prossima donna ammazzata da un uomo? Quando la fine di questa assurda “mattanza”?
Apr 04, 2025 - Giuseppe Larosa
La “mattanza” delle donne continua e continua con quell’orrendo termine coniato dalle cronache giornalistiche come “femminicidio” che non è altro un omicidio vero e proprio, un assassinio vigliacco così come lo si perpetra nei confronti di una donna.
Uomini mentalmente deviati, malati che si arrogano il diritto di togliere la vita a una donna, una persona per un motivo che in questa società è drammaticamente carente, ovvero il rispetto. Sì, proprio il rispetto perché noi possiamo fare migliaia di manifestazioni, urlare indignazioni in piazza e in ogni contesto sociale, fare fiaccolate, ma è un problema drammatico che puntualmente si presenta e si piangerà sempre una donna morta ammazzata da un uomo che non l’ha rispettata perché non ha accettato un “No” e questo come un sultano della vita altrui, va ammazzata, “o sei mia o di nessun altro”!
Nei primi tre mesi di quest’anno sono stati 17 gli omicidi di donne e le uccisioni in ambito familiare-affettivo fanno rilevare un decremento sia nel numero assoluto, 38 a 25 (-34%), che nel numero delle vittime di genere femminile che da 23 passano a 14 (-39%).
E queste donne cadute sotto la ferocia maschile di colpo diventano numeri, statistiche, una crudele conta con percentuali e stime (sic!). Basta leggere i dati del Viminale che per scrive di percentuali in caso rispetto agli anni precedenti, come quelli degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 17 diventano 13 (-24%), così come le vittime donne che da 13 passano a 10 (-23%). Vi renderete conto che la situazione è sfuggita di mano? Ci rendiamo conto che ogni morta ammazzata diventa una statistica da studiare, magari all’interno di un algoritmo? Quando poi stiamo parlando di persone ammazzate da uomini che dicevano di amarle.
È una strage senza fine, e magari chissà, mentre stiamo scrivendo dentro una casa c’è una donna vessata, picchiata, molestata dal proprio marito o partner che sia se non di peggio, quasi ammazzata. Oggi piangiamo Sara Campanella ammazzata da una “bestia” definita uomo che la perseguitava e pretendeva a tutti i costi che stesse con lui fino ad ammazzarla senza pietà con quell’ultimo messaggio prima di essere uccisa, “il malato mi segue”. E albeggiano in ogni contesto quella frase che dovrebbe riguardare tutti quanti, non solo le donne, “Mi amo troppo per stare con chiunque”. Ma Sara l’avrà pure detta quella frase ma non avrà nemmeno più la possibilità di stare con chiunque…assolutamente no!
O come Ilaria ammazzata e chiusa dentro una valigia, ma capite a cosa siamo arrivati? Per non parlare di Giulia Cecchettin o Giulia Tramontano uccise lo scorso anno, come altre che non hanno avuto scelta, non si sono potute permettere la scelta di dire “No”.
E c’è una campagna che tanti artisti musicali stanno portando avanti con il motto, “Se una dice no, è no”, ma purtroppo ad oggi non è così, perché alcune donne hanno detto “No” e sono state ammazzate (sic!).
Adesso inizierà la pletora di sociologi, esperti (?) e altri come dire criminologi (?), come in una passerella occuperanno giornali e studi televisivi per analizzare i casi di femminicidio, ma che alla fine sarà crudele scriverlo e fa venire anche i brividi: in attesa della prossima donna ammazzata perché ci sarà un’altra e ancora un’altra donna che verrà uccisa da un uomo che non l’ha saputa rispettare!
Il problema è culturale, è morale, ma è soprattutto un problema di rispetto. Oggi gli uomini, i giovani e molte delle vittime sono giovani uccisi da loro coetanei, pretendono il “tutto e subito”, un contesto privo di valori e sacrifici. Non sanno sacrificarsi, non sanno corteggiare, ma soprattutto non sanno fermarsi dove dovrebbero fermarsi e avere rispetto per un “No” o anche per un “Sì”, senza abusarne. Paradossalmente la “cura” contro il cosiddetto “Femminicidio”, l’antidoto per meglio dire, è l’uomo stesso!