Tragedia sull’A2 in Calabria, un 55enne viene trafitto da una lancia nel torace in un cantiere e muore

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Un dramma sul sul lavoro si è verificato oggi sull’A2 – Autostrada del Mediterraneo, tra gli svincoli di Cosenza e Altilia, dove un 55enne , Salvatore Cugnetto originario di Lamezia Terme, ha perso la vita a seguito di un colpo violento al torace, causato dalla lancia che si è improvvisamente liberata durante un’operazione di idrodemolizione e che non gli ha lasciato scampo.

I soccorsi sono stati tempestivi, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Salvatore era un lavoratore, un padre di famiglia. È morto mentre cercava di guadagnarsi da vivere. Il dolore per la sua scomparsa è immenso e si unisce alle altre vittime cadute sul lavoro in una Regione come la Calabria, e che magari si poteva e doveva evitare.

Lavia, Cisl Calabria, e Demasi, Filca Cisl Calabria: ennesima tragedia sul lavoro.

Un’ecatombe. Cordoglio alla famiglia dell’operaio edile, Salvatore Cugnetto, deceduto mentre era impegnato in una attività di idrodemolizione su un cantiere dell’A2.

Lamezia Terme, 29.05.2025 – «Oggi ci troviamo a dover affrontare un’ennesima tragedia nel mondo del lavoro, con la tragica scomparsa di Salvatore Cugnetto, un operaio edile che ha perso la vita durante un intervento di idrodemolizione su un cantiere dell’A2».

Giuseppe Lavia, Segretario Generale della CISL Calabria, e Christian Demasi, Segretario Generale della Filca Cisl Calabria, esprimono il loro profondo cordoglio alla famiglia di Salvatore. «Siamo attoniti e addolorati per questa perdita inaccettabile. È fondamentale sottolineare che il cordoglio non basta: la sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità assoluta nella nostra regione e nel Paese intero. Non possiamo permettere che altri lavoratori perdano la vita nell’adempimento dei loro doveri. Chiediamo quindi un rafforzamento dei controlli e un investimento significativo nella prevenzione e nella cultura della sicurezza. È necessario implementare una strategia nazionale e regionale efficace per fermare questa scia di sangue e garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti. La sicurezza dei lavoratori è un diritto fondamentale e dobbiamo impegnarci affinché venga rispettato».

Uil, Una scia di sangue sul lavoro

Con profondo dolore apprendiamo la notizia della morte di Salvatore Cugnetto, lavoratore impiegato in attività di idrodemolizione sul Viadotto Friddizza, lungo il tratto cosentino dell’A2. E’ questa un’altra morte sul lavoro nel nostro territorio, l’ennesima, a conferma che stiamo vivendo una vera emergenza alla quale tutti, non solo i sindacati, ma anche la politica, le istituzioni, le autorità pubbliche devono dedicare più attenzione. Siamo stanchi di piangere e contare i morti. Forse c’è chi non si è accorto della gravità di quanto sta accadendo, che questa è un’emergenza ben più grave delle tante a cui ogni giorno vengono dedicati sforzi, polemiche e risorse.

Nessun obiettivo produttivo, nessuna urgenza operativa, nessun risultato aziendale può mai giustificare il venir meno del principio supremo della tutela della salute e della sicurezza.

L’evento odierno rappresenta, per tutti noi, non solo un momento di dolore, ma anche un richiamo: un richiamo alla vigilanza, alla prevenzione, all’impegno quotidiano per un ambiente di lavoro sicuro.

Sono già state avviate tutte le verifiche interne del caso, in collaborazione con gli organi preposti, al fine di accertare con rigore e trasparenza ogni dinamica dell’accaduto. 

La sicurezza non è un’opzione. La sicurezza è un dovere. È un valore che riguarda tutti!!

Non possiamo più accettare un sistema ispettivo ridotto all’osso, in cui gli stessi ispettori devono controllare una fonderia e un’azienda agricola senza le competenze necessarie. Non si può vigilare sulla sicurezza senza specialisti nei settori più a rischio. Gli organi ispettivi vanno potenziati e specializzati. Punto!

Troppi lavoratori muoiono perché non hanno ricevuto una formazione adeguata o perché le certificazioni sono falsificate. E per evitare ciò chiediamo un portale regionale digitale che renda tracciabile ogni attestato di formazione. Basta con i fogli di carta che non valgono nulla.

Le aziende devono essere obbligate a usare tecnologie di sicurezza avanzate. Non è accettabile che, nel 2025, si muoia ancora schiacciati da macchine di movimento terra o per mancanza di dispositivi di arresto automatico. 

La Calabria non può più essere la terra dove il lavoro uccide. Ogni morte sul lavoro è una ferita che non si rimargina. Non vogliamo più piangere operai, madri, padri, giovani che escono di casa per guadagnarsi il pane e non tornano mai più.

Mariaelena Senese, Segretaria generale Uil Calabria

Giacomo Maccarone, Segretario generale FenealUil Calabria