Tauriana Nuova: Taurianova – Breve Storia di un Contado
L’ultima pubblicazione dello scrittore e storico della nostra testata Giovanni CardonaGiu 15, 2025 - redazione

L’ultima pubblicazione storica dello scrittore e blogger della nostra testata Giovanni Cardona, è intitolata “Tauriana Nuova: Taurianova – Breve Storia di un Contado” edita per i tipi di Edizioni Filosofiche Letterarie.
Scrivere un libro su Taurianova dal punto di vista antropologico e non propriamente storico, significa intraprendere un viaggio all’interno dell’anima profonda di un territorio, nel cuore simbolico, sociale e culturale di una comunità che, nel corso dei decenni, ha saputo incarnare — con tutta la sua complessità — i tratti distintivi e le contraddizioni più forti del Mezzogiorno italiano.
Taurianova è una città che racchiude in sé la stratificazione di secoli, il peso della storia antica e la forza della modernità, nata ufficialmente nel 1928 dalla fusione di due distinti e antichissimi centri abitati: Radicena e Jatrinoli. Comprendere Taurianova significa risalire a un passato complesso, dove le vicende storiche, le trasformazioni urbanistiche e le identità culturali si intrecciano nel tessuto profondo della Calabria meridionale.
La conurbazione di Radicena e Jatrinoli non fu un semplice atto amministrativo, bensì l’esito di un lungo processo storico che affonda le sue radici nell’antichità e che culmina nella volontà del regime fascista di razionalizzare e semplificare l’assetto territoriale del Mezzogiorno. Questi due centri, pur affiancati geograficamente, rappresentavano per secoli identità distinte, con propri ritmi, economie, dialetti e strutture sociali.
Radicena, già documentata nei registri angioini del XIII secolo, si distingue per una vocazione agricola e artigianale radicata, legata alla fertilità della Piana di Gioia Tauro. Il suo nome, che richiama probabilmente la radice di “radice” o “radice di cenere”, evoca un’origine contadina, un legame viscerale con la terra e con il ciclo delle stagioni. Il borgo si sviluppa su un’altura dolce, cinto da oliveti e agrumeti, e per secoli ha rappresentato un punto di riferimento per la piccola economia rurale calabrese.
Jatrinoli, dal canto suo, ha origini ancora più antiche e misteriose. Il toponimo potrebbe derivare da influssi greco-bizantini, e alcuni studiosi ipotizzano che l’area fosse abitata già in epoca magnogreca o addirittura protostorica. Durante il Medioevo, Jatrinoli si sviluppò come casale autonomo sotto la protezione di vari signori feudali, conservando una forte identità religiosa e culturale, testimoniata da chiese, conventi e architetture nobiliari ancora visibili nel tessuto urbano.
Il volume narra anche le sorti storiche delle due frazioni di Taurianova ovvero San Martino e Amato.
Invero, le origini di San Martino sono analoghe a quelle dei due contadi che costituirono l’attuale Taurianova, ed infatti risalgono al X secolo, quando gli abitanti dell’antica città di Tauriana, distrutta dalle incursioni saracene, si rifugiarono oltre il fiume Metauro. Qui fondarono un nuovo insediamento, denominato San Martino, in onore del santo omonimo. La posizione strategica del villaggio, situato in una pianura fertile e facilmente difendibile, favorì la sua crescita e importanza nella regione.
Per Amato, invece, non si hanno fonti che la indichino come insediamento autonomo nell’epoca antica, ma è ragionevole pensare che l’area fosse già antropizzata nel periodo romano e tardo antico. L’uso del nome “Amato” – dal latino amatus, “amato”, oppure dall’antico Hamatus, “ricurvo” – suggerisce un’origine medievale, legata alla toponomastica feudale.
L’unione dei centri fu ufficializzata con regio decreto nel 1928, nell’ambito delle politiche fasciste di accorpamento e razionalizzazione comunale, e il nuovo centro prese il nome di Taurianova, in omaggio all’antica città di Tauriana, distrutta dai Saraceni nel IX secolo e situata nei pressi dell’attuale Palmi. Questo nome fu scelto non solo per evocare l’antico splendore di un centro romano-bizantino di grande importanza, ma anche per conferire al nuovo comune una continuità storica e una dignità simbolica.
Questo libro nasce dal desiderio di andare oltre la cronaca, oltre la semplificazione giornalistica che spesso riduce Taurianova — e il suo comprensorio — a un nodo problematico della geografia criminale calabrese. È vero: la presenza della ’ndrangheta, il fenomeno della marginalità economica, il peso dell’emigrazione, sono tutti elementi che incidono pesantemente sulla realtà sociale. Ma un’antropologia onesta e profonda non può fermarsi qui. L’antropologia non giudica: osserva, ascolta, interpreta. Raccoglie storie, parole, gesti, silenzi. E cerca, in tutto questo, il filo invisibile che tiene insieme una comunità.
Questo libro vuole dunque essere una narrazione corale, dove la storia si intreccia con l’etnografia, e dove la verità dei fatti storici si arricchisce della verità emozionale e simbolica dei vissuti. Le anime dei taurianovesi – contadini, artigiani, emigranti, madri, bambini, sacerdoti, narratori orali – non sono semplici comparse, ma protagonisti di un’identità in costruzione, radicata nella terra ma proiettata nel mondo.
Perché, in fondo, Taurianova è il risultato di una straordinaria capacità di sintesi culturale, che ha saputo fare della diversità un punto di forza, della memoria una bussola e del racconto un ponte tra le generazioni.
Questa opera, reperibile su Amazon, tenta quindi di offrire – anche attraverso una poderosa e rara appendice fotografica – una lettura antropologica multilivello: si sofferma sui riti religiosi come forme di coesione e identità; sulle strutture familiari, sulle dinamiche di genere, sulle narrazioni popolari; sulla mafia come potere simbolico oltre che criminale; sull’emigrazione come trauma e come possibilità; sui giovani che vivono lo scarto tra tradizione e aspirazione alla modernità.
Taurianova ci insegna, in fondo, che ogni luogo ha una sua sacralità nascosta, una sua dignità antropologica. E che solo attraverso l’ascolto profondo, privo di pregiudizi, è possibile restituire senso e valore alla complessità dell’umano.