Lettera a Napolitano: ”Non firmi legge Gelmini”. Schifani fa ripetere voto in aula dopo bagarre
Studenti scrivono a Colle Caos Senato, stop esame
Lettera a Napolitano: ”Non firmi legge Gelmini”. Schifani fa ripetere voto in aula dopo bagarre
ROMA-STUDENTI A NAPOLITANO, NON FIRMI LEGGE – Se Napolitano firmera’ la legge Gelmini ”sancira’ la cancellazione del diritto allo studio”. E’ quanto scrivono nella lettera al Presidente della Repubblica gli studenti in mobilitazione della Sapienza. In uno dei passaggi cruciali della lettera, affidata all’ANSA, gli studenti scrivono: ”Se porra’ la Sua firma alla legge Gelmini Lei sancira’ la cancellazione del Diritto allo Studio, uno dei diritti fondamentali della Costituzione intesa come patto fondante della nostra societa’, che garantisce equità e democrazia”. SCHIFANI FA RIPETERE VOTAZIONI – Il presidente del Senato, a conclusione di contatti informali con i capigruppo e i vicecapigruppo di maggioranza e di opposizione, ha deciso di far ripetere le votazioni sugli emendamenti dal 6.21 al 6.32 del ddl Gelmini. La decisione è stata comunicata da Schifaniall’Aula, ed è motivata sulla base dell’art. 118 comma 1 del Regolamento che consente di rinnvoare le votazioni. GIALLO SU EMENDAMENTI APPROVATI, SEDUTA SOSPESA – E’ stato approvato o non approvato un emendamento del Pd sulla riforma universitaria quando in Aula e’ scoppiata la bagarre? E’ un vero e proprio giallo e i senatori sono divisi nell’interpretazione delle fasi concitate delle votazioni quando la presidente di turno Rosi Mauro ha voluto andare vanti nelle votazioni non curante delle vivaci proteste dell’ opposizione. Su Youtube che ha diffuso sulla rete la fase delle votazioni tra le proteste, si sente chiaramente la presidente dire ad un certo punto ”approvato” per l’emendamento 6.26, tra diversi ”non approvati” sulla manciata di emendamenti che si e’ ostinata a far votare mentre il caos aumentava in Aula. La patata bollente e’ ora nelle mani del presidente dell’assemblea Renato Schifani che ha convocato i capigruppo di maggioranza e opposizione per risolvere il problema. UNIVERSITA’: CHIESTA AUTORIZZAZIONE MANIFESTAZIONE ROMA – Una lettera di “richiesta di autorizzazione” della manifestazione di domani, indirizzata al sindaco, al questore e al prefetto di Roma, è stata diffusa dagli studenti della Sapienza. “Lasceremo i palazzi del potere nella solitudine della loro miseria e andremo nella altre zone della città, per parlare con chi come noi è inascoltato da quelli stessi palazzi”, affermano tra l’altro gli studenti chiedendo alle autorità: “siete disposti a garantire il diritto di manifestare?”. QUESTURA ROMA,NESSUNA RICHIESTA PREAVVISO – ”Non e’ arrivata in questi uffici al momento nessuna richiesta di preavviso per il corteo di domani”. E’ quanto si apprende da fonti della Questura di Roma. L’unico preavviso arrivato in Questura, si sottolinea, era ”per il flash mob delle 16 oggi a piazza Montecitorio”. SCONTRI ROMA: 60 DENUNCIATI, MANIFESTAZIONE NON PREAVVISATA – Sessanta persone sono state identificate e denunciate dalla Digos per manifestazione non preavvisata per i disordini avvenuti a Roma il 14 dicembre scorso. Altre 8 persone sono state identificate in quanto responsabili del lancio di oggetti contro i contingenti e i veicoli delle Forze dell’Ordine impiegate nei servizi di ordine pubblico. Sono i dati di un primo bilancio delle indagini della Digos della Questura di Roma, che sta procedendo senza sosta all’esame di tutti i filmati che ritraggono gli incidenti. QUESTURA, DENUNCIA PER CHI MANIFESTA ILLEGALMENTE – Denuncia per chi prenderà parte a manifestazioni non autorizzate. Alla vigilia dell’annunciato corteo degli studenti in occasione dell’approvazione del ddl Gelmini al Senato la Questura di Roma in una nota ribadisce che “procederà con determinazione alla denuncia degli autori di manifestazioni in luogo pubblico non preavvisate, come invece previsto dalle disposizioni di leggi vigenti”. La Questura sottolinea anche che denunce e provvedimenti scatteranno anche per “ogni altro soggetto che si renda responsabile di atti illeciti”. Gli studenti ieri in un’affollata assemblea alla Sapienza hanno reso noto che il corteo partirà da piazzale Aldo Moro ma seguirà un ‘percorso a sorpresa’. Al momento in Questura non è arrivato nessun preavviso di manifestazione. BARI,STUDENTI PERCORRERANNO VIE CITTA’INCATENATI – Incatenati percorreranno in serata, a Bari, le strade della città: è la nuova iniziativa degli studenti dell’Università del capoluogo pugliese che hanno indetto per le 18,00 una manifestazione in piazza Umberto per manifestare il loro ‘no’ al ddl Gelmini di riforma dell’Università. L’iniziativa simbolica che verrà messa in atto dagli studenti – informa una nota – è per dire che “al Governo e alle istituzioni che le idee non si arrestano”. “Proveremo a dire alla cittadinanza – si legge ancora nel comunicato – che non siamo scoraggiati e che abbiamo bisogno di continuare la mobilitazione per manifestare il nostro disagio e le nostre esigenze e per riprendere contatto con la cittadinanza”. NO TRAPPOLA ZONA ROSSA, STUDENTI GUARDANO AL COLLEdi Rosanna Pugliese ROMA – Il Governo lasciato solo nella sua zona rossa. Chiuso nei palazzi. Loro liberi per la citta’. Lavorano sui simboli e ribaltano la ”trappola” gli studenti della Sapienza di Roma che si sono messi in testa di far arrivare la loro protesta direttamente a Giorgio Napolitano. Riuniti oggi in un’assemblea di ateneo, per decidere che succedera’ il 22 dicembre nella capitale, dopo gli scontri di piazza del 14 dicembre, i ragazzi impugnano fantasia e senso di responsabilita’, dicendo, tutti, un no chiaro alla violenza. ”Non si puo’ colpire un ragazzo di quindici anni – dice per tutti il delegato di Biologia – e’ necessario un momento di autocritica nel movimento, e va detto in modo definitivo che noi non siamo violenti. Il nostro e’ un intervento politico”. Gli obiettivi del corteo del 22 dicembre, che partira’ dalla Sapienza, potrebbero essere altri disegnando un percorso a sorpresa: blitz simbolici, flash mob, blocchi del traffico, forse una puntata alla Cgil, per lanciare la protesta oltre il ddl Gelmini. Una protesta ”che arrivi al Presidente della Repubblica al quale manifesteremo il nostro dissenso”. E che possa promuovere assieme ai lavoratori uno sciopero generale nei primi mesi del 2011. Non hanno nomi questi ragazzi, nella riunione a porte chiuse, nell’aula 1 di Lettere. Si fanno avanti limitandosi a dire per quale facolta’ prendano la parola. Tra i banchi si fuma, circola ancora qualche dispensa, si scruta negli occhi il vicino per ”buttare fuori i giornalisti”. Non e’ vero, pero’, stavolta che tante sono le teste tante le opinioni, i delegati di una decina di facolta’ parlano uno dopo l’altro, praticamente ad una sola voce. ”Il ddl sara’ approvato comunque”, e’ la tesi generale. ”Probabilmente gia’ domani”, annuncia qualcuno che ha sentito un tg. ”In un Senato fantoccio, con una fiducia fantoccio, ottenuta comprando i voti”, spiega piu’ d’uno. Quindi perche’ puntare a Palazzo Madama?. Cosi’, tra un intervento e l’altro, nasce un possibile slogan per il corteo del 22: ”Voi chiusi nei palazzi, noi liberi per la citta”. Gli studenti saranno invece altrove nella capitale, ”dimostrando di essere reali, e di occuparci di problemi reali”. Ognuno porta i suoi strumenti, per costruire l’immagine della piazza che dopodomani ”spiazzera”’ la zona rossa: ”Potremmo colorare tutta la citta’, ma con altre tinte”, propone uno studente di Storia dell’arte. Si fa una ‘carrellata’ sui palazzi del potere: il ministero dell’Istruzione, dove tutto e’ iniziato, quello dell’Economia, origine dei tagli dovuti alla crisi. Immaginando possibili blitz, gli universitari della Sapienza hanno pero’ chiaro un obiettivo: ”L’intenzione e’ essere comunicativi, imporsi come interlocutori politici. Del resto siamo noi la vera opposizione a questo Governo”. ”Siamo noi – riecheggia il concetto in un altro intervento – al di la’ degli scandali sessuali ad aver dettato l’agenda mediatica in questi mesi”. ”E siamo noi – conclude un altro studente – ad aver dimostrato che gli italiani si sono indignati di fronte alla fiducia comprata da Silvio Berlusconi”. Si scalda una ragazza dalla cattedra: ”Non siamo black bloc, e’ bene che si sappia, siamo noi!”. Ne’ ’68, ne’ Pantera, ne’ Onda. Di loro si dira’ che sono i ragazzi del 2010.