Solidarietà alla ragazza di Oppido Mamertina, vittima di ripetute violenze sessuali di gruppo e persecuzione da parte di membri della sua stessa famiglia

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Sgomento per l’agghiacciante vicenda avvenuta a Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria, dove una giovane donna – all’epoca dei fatti appena quattordicenne – è stata vittima di ripetute violenze sessuali di gruppo e, in seguito alla denuncia dei suoi aguzzini, ha subito un’ulteriore brutale e sistematica persecuzione da parte di membri della sua stessa famiglia.

L’arresto della zia della vittima – responsabile di minacce, insulti, aggressioni fisiche e psicologiche – evidenzia, ancora una volta, la drammatica solitudine in cui troppe vittime di violenza si trovano a vivere, specialmente in contesti nei quali la cultura del silenzio e della sopraffazione, talvolta alimentata da una mentalità mafiosa e patriarcale, impedisce l’emersione della verità e la tutela delle persone più vulnerabili.

È inaccettabile che chi trova la forza e il coraggio di denunciare debba subire una condanna sociale anziché ricevere solidarietà, protezione e rispetto. La giovane, definita dalla stessa zia come “colpevole” solo per aver scelto la legalità, ha subito un linciaggio morale e fisico per il solo fatto di aver fatto la cosa giusta: rompere il muro dell’omertà e della paura, affidandosi allo Stato e alle sue istituzioni.

Condanniamo con forza non solo le violenze e le intimidazioni, ma anche la cultura del disonore e dell’isolamento che colpisce chi denuncia. È compito di tutta la comunità educante – scuola in primis – lavorare con determinazione per diffondere i valori della legalità, del rispetto dei diritti umani e dell’empatia. Questa vicenda ci impone di riflettere, con urgenza, sul ruolo dell’educazione civica e del pensiero critico come strumenti fondamentali per combattere il radicamento di atteggiamenti culturali che giustificano, minimizzano o addirittura colpevolizzano le vittime.

Alla giovane va la nostra più totale solidarietà. Il suo gesto di denuncia è un atto di enorme valore civile e umano. A lei diciamo: non sei sola. La tua voce, anche se oggi sembra soffocata, è diventata la voce di chi non ha potuto parlare, di chi ha subito nel silenzio, di chi ha avuto paura. E sarà, per molti altri e altre, un faro di speranza e di giustizia.

Chiediamo alle istituzioni preposte che vengano attivati tutti i meccanismi di protezione necessari per garantire alla vittima una vita dignitosa e sicura, e che si continui ad operare, con fermezza, per contrastare ogni forma di violenza di genere e ogni legame tra criminalità organizzata e contesti familiari degradati.

Invitiamo infine le scuole italiane, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e durante le attività di educazione alla cittadinanza, a promuovere momenti di riflessione su casi come questo, affinché la memoria e l’attenzione collettiva restino vive e vigili.

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU