Scandalo dieselgate: i motori Mercedes nel mirino di Washington

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La Germania si è svegliata stamane d’improvviso con un altro incubo targato dieselgate.
A suonare la sveglia dal suono così fastidioso è l’autorità statunitene che ha
aperto un’indagine preliminare sulle emissioni inquinanti da veicoli a motore della
Mercedes-Benz equipaggiati con tecnologia BlueTEC Clean Diesel. “Abbiamo contattato
Mercedes e richiesto i risultati dei test dei motori diesel negli Stati Uniti,” ha
dichiarato Lunedi Julia Valentine, la portavoce per l’Agenzia dell’ambiente (EPA),
confermando le dichiarazioni fatte in precedenza da Christopher Gründler, responsabile
della qualità dell’aria all’interno dell’Agenzia stessa, sul quotidiano tedesco
Handelsblatt. Questa richiesta segue una causa giudiziaria depositata a metà febbraio
contro la filiale di Daimler in una corte dell’Illinois, ha aggiunto il portavoce.
Il denunciante, rappresentato dallo studio legale di Hagens Berman, specializzato
nella difesa dei consumatori lesi, ha accusato Mercedes-Benz di avere progettato
un dispositivo specifico per ignorare gli standard di inquinamento USA quando le
temperature sono sui 50 gradi Fahrenheit (10 gradi Celsius). Secondo la denuncia
Mercedes-Benz avrebbe presentato i veicoli in questione tagliando le emissioni inquinanti
“fino al 30% al di sotto dei limiti previsti dalle norme ambientali e facendo risultare
in regola la vettura. Un portavoce della casa automobilistica tedesca, evidenzia
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, respinge con
grande determinazione le accuse. I valori delle emissioni rispettano i limiti di
legge. Pertanto le accuse sono chiaramente false e infondate. Una dozzina di modelli
sono sotto i riflettori della denuncia e dell’indagine dell’EPA.