Reggio Calabria, uno dei più importanti oncologi italiani, il professore Correale, vince in tribunale, per i giudici del Lavoro deve ritornare a fare il direttore dell’oncologia in quanto la valutazione della commissione,( per farlo fuori) era del tutto falsata ed illegittima ( per utilizzare le parole del magistrato De Leo)! Il Gom non appella la sentenza, adesso è definitiva
Nov 08, 2025 - redazione
Reggio Calabria, uno dei più importanti oncologi italiani, il professore Correale, vince in tribunale, per i giudici del Lavoro deve ritornare a fare il direttore dell’oncologia in quanto la valutazione della commissione,( per farlo fuori) era del tutto falsata ed illegittima ( per utilizzare le parole del magistrato De Leo)! Il Gom non appella la sentenza, adesso è definitiva
La storia processuale del professore dell’oncologia di Reggio Calabria, grida vendetta. Ci vuole una ribellione delle persone perbene per smascherare gli affari interni alla sanità pubblica. Bisogna agire per difendere i malati e più deboli dall’arroganza del potere politico che vuole mettere le mani nella gestione della sanità pubblica. L’inchiesta penale, contro Correale e della sua equipe, parte mozzata con il caso “del morto che parla”. È giusto ricordare la vicenda. In tanti si devono vergognare. Ha ragione il generale Vannacci quando titola il suo libro il “mondo al contrario”. A Reggio Calabria siamo al “Reggio al contrario”. Correale viene indagato, e fatto fuori da direttore dell’oncologia del Gom per la morte di un paziente. Il caso volle che il giorno della perquisizione negli uffici presso il Gom di Reggio Calabria da parte dei carabinieri del Nas, la figlia del paziente bussa alla porta del primario in quanto il papà lo voleva salutare e ringraziare per le cure amorevole ricevute. Nella stanza del dott. Correale si verifica una scena surreale, la faccia degli investigatori diventano in un attimo bianche. Insomma il morto è resuscitato. Un errore gravissimo da parte degli inquirenti che la dice lunga sull’ inchiesta. Ma purtroppo, quando alcuni Pm si innamorano delle loro tesi non tornano indietro nemmeno sotto evidenza pubblica. Per fortuna a Reggio Calabria ci sono pubblici ministeri di grande livello ad iniziare dell’attuale procuratore fino a Lombardo e Musolino. Correale ugualmente va a processo per altri reati cosiddetti minori, tutti da valutare ; per aver violato la legge Di Bella, ovvero aver praticato terapie oncologiche salva vita , senza il supporto di referenze scientifiche ( che guarda caso ci sono), poi per aver permesso la registrazione di farmaci ad alto costo sul portale Aifa, per poter dare il farmaco salva vita a pazienti che non avevano diritto (le cartelle di questi pazienti non sono mai state sequestrate oltre a non essere mai state esaminate dai periti). La motivazione secondo l’accusa era quella che con le pubblicazioni, Correale diventava famoso. Come se non lo fosse già stato prima. Per questi motivi, viene destituito dal ruolo di direttore del reparto per far posto ad un non oncologo, per legge doveva rimanere 90 giorni ad interim. Sono passati oltre 2 anni e nulla è cambiato! Addirittura, entrando in conflitto con Correale e suoi collaboratori. Adesso il Tribunale del Lavoro di Reggio Calabria entra nel merito ed assolve Correale. Tra i punti eclatanti elencati dal giudice De Leo ; ” La commissione di valutazione non ha rispettato i canoni del contratto collettivo del lavoro”. La valutazione era del tutto falsata ed illegittima “. Il vecchio commissario del Grande ospedale metropolitano, chiede alla commissione di rivalutare il tutto secondo gli otto punti del contratto, ma il suo appello rimane lettera morta. Perché? Il motivo è semplicissimo la valutazione dell’unità operativa e individuale dei punteggi del professore Correale sono altissimi, irraggiungibili per la classe medica attuale, nel quinquennio 2017/2022, Correale è di un altro pianeta. Ecco i motivi per cui non è stata fatta la commissione di valutazione. Adesso sono già passati tre mesi dalla sentenza e non si comprende il ritardo dell’attuale commissario del Gom nel rifare la valutazione, come indicato in sentenza dal giudice del lavoro il dott. De Leo. Va ricordato che la denuncia contro Correale, Giannicola ecc… parte dall’ interno del grande ospedale metropolitano. E’ chiaro che un grande oncologo, come Correale, era inviso agli uomini del potere locale. Tutto parte quando nel 2019 l’oncologo napoletano era in pole position per diventare capo dipartimento. Con Correale al potere tutto sarebbe cambiato. Leggendo le carte dell’inchiesta in modo particolare le intercettazioni telefoniche ed ambientali oltre gli audio si denota un attivismo impressionante di alcuni medici nell’ operare per trovare qualsiasi appiglio per far fuori Correale. Una conversazione mi colpisce: “Non è della cerchia ristretta”. Siamo al paradosso!



