“Tramutare i diritti della carta in realtà è uno scopo fondamentale della politica”

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E’ questo l’auspicio di Serena Corti, responsabile politiche di genere dei Giovani Democratici Calabria

“Tramutare i diritti della carta in realtà è uno scopo fondamentale della politica”

E’ questo l’auspicio di Serena Corti, responsabile politiche di genere dei Giovani Democratici Calabria

 

“Genere non è solo una definizione socialmente costruita di donne e uomini, è anche una definizione culturalmente costruita della relazione tra i sessi. In questa definizione è implicita una relazione ineguale di potere, col dominio del maschile e la subordinazione del femminile nella maggioranza delle sfere della vita”. Così definì il genere in Consiglio d’Europa nel 1998.
La questione concernente la scarsa presenza della donna delle donne nelle istituzioni centrali e democratiche del paese, è un problema reale che esprime la mancanza di strumenti idonei che ne favoriscano una maggiore partecipazione. Ancor di più esprime un deficit democratico che determina una mancata attuazione del fondamentale principio di uguaglianza sancito nell’art. 3 Cost. e del diritto di accesso alla politica decretato nell’art. 51, comma 1 Cost., come riformato dalla revisione costituzionale del 2003.

Tramutare i diritti dalla carta in realtà, è uno scopo fondamentale della politica. E’ necessario, pertanto, che l’attuazione di una piena democrazia paritaria riparta dalle Regioni, ripensate come luoghi di sperimentazione di una nuova classe politica, inclusiva della componente femminile della società.
E’ fuori di dubbio che la presenza di donne, scelte in base ai criteri della meritocrazia e della trasparenza, nelle aree fondamentali della vita politica ed economica, non solo sia determinante per il futuro della società intera, ma comporti anche la capacità di coglierne le problematiche attraverso diverse visioni e sensibilità. L’attuazione della democrazia paritaria non è una questione di genere, ma di parità, intesa come la misura che garantisca la condivione del potere politico tra uomini e donne.

Le elezioni regionale del 2010, hanno fotografato, all’interno del Consiglio regionale calabrese, una democrazia bloccata e non paritaria. E’ necessario un impegno forte, da parte di tutti, per togliere quel limite che impedisce alle donne di essere e di sentirsi parte integrante della politica calabrese.

Non si può che esprimere disappunto per la disattenzione del Consiglio regionale verso la tematica della democrazia di genere, ancor di più se pensiamo, rifacendoci ancora una volta alla Carta costituzionale italiana, che l’art. 117, comma 7 impone alle Regioni di rimuovere “ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica” e promuovere “la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”.
Auspichiamo che il buon senso e la capacità di cogliere le istanze e i mutamenti della società calabrese, portino immediatamente all’attuazione di strumenti legislativi volti alla piena realizzazione della democrazia paritaria, quale l’approvazione della legge regionale sulla preferenza di genere.