Oggi il ministro Salvini sarà a Reggio Calabria e domani a Messina per parlare del Ponte sullo Stretto.
Noi non siamo disponibili a partecipare a passerelle, finte riunioni o ad ascoltare dichiarazioni vuote e dal chiaro sapore propagandistico.
Noi invece siamo impegnati in una iniziativa referendaria che vuole parlare al Paese. Vogliamo riportare al centro del dibattito politico e istituzionale il “Lavoro”, la “lotta alla precarietà” e la vergognosa pratica degli “appalti a cascata” che provocano morte e tanti infortuni sul lavoro. Vogliamo ripristinare diritti e tutele che unifichino il mondo del lavoro e fare una grande battaglia di civiltà sulla cittadinanza.
Il Governo e Salvini usino le risorse per i veri bisogni del Paese e dei nostri territori. Non approfittino della condizione di bisogno di lavoro del Sud e delle nostre terre ricattandoci con fantomatiche occasioni di lavoro che sono solo propaganda.
Lo ribadiremo domani a Taurianova, dove sarà presente il nostro Segretario Generale Maurizio Landini.
Se il ministro e il Governo vogliono davvero fare qualcosa di utile per il Paese e per il Mezzogiorno, blocchino subito questa procedura forzata, fallace e arbitraria di autorizzazione dell’opera. Una procedura che contrasta apertamente con le evidenze ambientali e sismiche del territorio, aggirate attraverso veri e propri escamotage normativi.
Gravissimo quanto accaduto con l’approvazione del recente Decreto Infrastrutture, che conteneva una norma in deroga al Codice Antimafia proprio in riferimento al Ponte. Una norma che avrebbe indebolito la lotta alla criminalità organizzata e che, fortunatamente, è stata bloccata dal Presidente della Repubblica.
Un episodio che ha destato grande preoccupazione e che conferma i timori già sollevati dalle inchieste in corso da parte di cinque procure, coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia, in merito alle infiltrazioni mafiose nei lavori legati al Ponte. Si parla chiaramente di interessi di Cosa Nostra e della ‘Ndrangheta nell’acquisto dei terreni, nella gestione delle discariche per gli inerti e nella costituzione di imprese “pulite” pronte a gestire appalti e subappalti milionari.
Lo ribadiamo con forza: non servono deroghe, ma una rigorosa applicazione del Codice degli Appalti e del Codice Antimafia.
La trasparenza, la legalità, la correttezza e il contrasto alle mafie nel sistema degli appalti non possono rimanere parole vuote, buone solo per coprire intenzioni discutibili.
Non c’è trasparenza quando si affida un’opera senza gara pubblica.
Non c’è correttezza quando si costruisce un impianto normativo ad hoc per consentire l’affidamento di appalti esecutivi per singoli lotti.
La trasparenza esiste solo quando c’è una stazione appaltante vera, autonoma, terza, che agisce nell’interesse della collettività.
La correttezza si garantisce eliminando le procedure emergenziali e derogatorie, le negoziazioni senza gara, gli affidamenti diretti, il criterio del massimo ribasso.
Serve bloccare alla radice il frazionamento degli appalti e il subappalto a cascata, che aprono la porta a infiltrazioni mafiose.
Va rafforzato il ruolo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, dotandola degli strumenti per esercitare un controllo effettivo e capillare su tutto il ciclo degli appalti pubblici.
Al contrario, si continua a procedere nella direzione opposta, aprendo pericolosamente le maglie che dovrebbero contenere l’infiltrazione mafiosa.
Il Ponte sullo Stretto è un’opera inutile e dannosa.
Ha costi sociali altissimi per le comunità locali, che rischiano espropri e devastazioni, e costi economici ormai fuori controllo: già 14,5 miliardi di euro, destinati ad aumentare per effetto della revisione dei prezzi e dei nuovi contratti.
Un’opera che ha già drenato risorse fondamentali: 7 miliardi di euro sottratti al Mezzogiorno dai fondi per lo sviluppo e la coesione, 1,5 miliardi tolti alla Calabria e alla Sicilia. E ora, per volontà del ministro Salvini, anche 1,7 miliardi originariamente destinati alla viabilità provinciale sono stati scippati per finanziare il Ponte, cancellando ogni programmazione locale.
Le vere priorità per la Sicilia e la Calabria sono altre:
- la lotta al dissesto idrogeologico;
- un sistema idrico efficiente: oggi molte città sono senz’acqua;
- una rete ferroviaria e stradale moderna, che sostituisca mulattiere e linee a binario unico non elettrificate;
- l’estensione dell’alta velocità oltre la Campania.
Il Ponte è solo un grande spot, utile a pochi e dannoso per molti.
Per questo continueremo a opporci con forza, in nome della legalità, della trasparenza e del reale interesse dei cittadini del Sud e dell’intero Paese.
L’ 8 e il 9 giugno diamo un segnale forte di democrazia e partecipazione recandoci TUTTI AL VOTO.