Come spesso accade da queste parti, il dibattito sulla Sanità pubblica è molto vivace anche se non sembra sortire grossi risultati in termini di miglioramento delle prestazioni sanitarie, soprattutto dal punto di vista infrastrutturale e strumentale più che umano, nonostante le pregresse e acute criticità di personale di ogni ordine e grado. In questo dibattito, si inserisce un elemento nuovo che, a mio avviso, viene purtroppo sottovalutato, nonostante le rassicurazione dei due Presidenti di Regione, uno di Centrodestra e uno di Centrosinistra, vale a dire Occhiuto e Michele De Pascale dell’Emilia Romagna. Premetto che non essendo un esperto del settore sanitario il mio ragionamento verte esclusivamente su valutazioni di ordine politico. Personalmente, questo accordo mi suona molto di “modello di autonomia differenziata accelerata”, visto che le patologie per le quali non sarà più possibile andarsi a curare nelle strutture sanitarie della Regione Emilia Romagna credo siano state frutto di accordi tra i due Presidenti di Regione. Ora, il timore è che questo primo passo, possa spingere altre Regioni a fare accordi simili con la Regione Calabria, individuando magari altre patologie per le quali non si potrà andare a curarle in altre Regioni come potrebbero essere la Toscana, la Lombardia piuttosto che il Piemonte. Se ognuna di queste Regioni dovesse includere nei protocolli patologie diverse rispetto a quelle già stabilite nel protocollo in questione, tutto ciò potrebbe comportare grosse difficoltà ad andarsi a curare al Nord. Si tenga conto che tantissimi cittadini Calabresi hanno figli al Nord, situazione che spesso li portano anche per necessità sociali e dí assistenza ad emigrare per curarsi, con costi esorbitanti, e tutto questo dovrebbe portare ad analisi molto meno superficiali da parte della Regione Calabria. Almeno allo stato attuale che vede la nostra Regione assolutamente non in grado di garantire prestazioni numericamente e qualitativamente all’altezza delle strutture del Nord. Chiudo queste riflessioni, facendo sommessamente notare che la Regione Calabria è fortemente “votata” alla Sanità privata e ciò comporterebbe, dunque, pochi risparmi per i cittadini Calabresi se invece di migrare saranno dirottati sulla Sanità privata regionale, quindi a pagamento. Altri Presidenti di Regioni del Nord potrebbero, dunque, scegliere di rinunciare ai soldi che la Regione Calabria deve corrispondere alle altre Regioni per consentire ai Calabresi di andarsi a curare altrove, puntando, piuttosto, ad avere una Sanità in grado di offrire un servizio migliore ai propri cittadini. Michele De Pascale, infatti, lamentava esattamente il disagio che i cittadini Emiliano Romagnoli stanno riscontrando nelle strutture Sanitarie della sua Regione, intasate da pazienti provenienti dal Sud. Lamentele legittime dal suo punto di vista, in quanto i dati sul turismo sanitario dalla Calabria verso l’Emilia Romagna parlano chiaro.
Pietro Sergi, Presidente Associazione Culturale “Spiriti Liberi Calabresi”.



