Dalle balle ai fischi .
Ieri, inaspettata come la morte, è giunta all’ ospedale di Locri la manager Di Furia. Con il piglio e l’ uniforme di maresciallo d’ onore della Milizia e gli stivali delle cerimonie ufficiali, la direttrice generale ha trovato un ospedale inerme ed inerte ,che non ottenendo il meglio da Occhiuto, paga per ottenere il peggio.
I LED, ( livelli essenziali di dignità) si sono negli ultimi mesi ultimamente abbassati per vigliaccheria, incompetenza, e servilismo di alcuni dirigenti ospedalieri nei confronti della dirigenza sanitaria reggina,alla faccia del merito e dei sacrifici di pochi camici bianchi. Come nelle fantozziane occasioni,il peggio era in agguato. Infatti, non si capisce dove sia andata e per capire cosa, ma la dottoressa Di Furia ha provocato a poche ore di distanza dalla visita, cinque effetti devastanti:
1) ha aumentato i disservizi al pronto soccorso, oscurando il monitor che annuncia degenti e tempi di attesa facendo stendere per terra gli ammalati;

2) non ha compreso che i presidi medici (nei reparti più difficili, medicina e rianimazione in particolare) sono diminuiti nel disinteresse generale della responsabile della farmacia;

3) ha evitato di capire che le autoambulanze sono sempre meno utilizzate nel territorio e più sfruttate per le soste con ammalati di fronte al pronto soccorso

4) ha urlato a salve nell’ indifferenza generale;

5)ha messo in difficoltà Occhiuto, Calabrese, e i due militi ignoti dei consiglieri regionali, fino all’ ultimo e peggiore dei loro diadochi e sostenitori, perché- con questa visita e catastrofiche conseguenze -ha confermato che dell’ ospedale di Locri,il potere regionale e gestionale reggino, non si interessa minimamente. Queste persone ( presidente, manager, assessore e consiglieri regionali) rappresentano lo Stato,ma quando lo Stato non ha la voglia né il coraggio di garantire i più deboli,non è più Stato: ne è lo squallido simulacro,la grottesca caricatura.
” Come loro in 4 anni nessuno nei precedenti 40″. Non si può dire che stiano mentendo!