Orlandino Greco, “La grande Sibari e la città dei Bruzi. È importante riaprire il dibattito affinché la Regione Calabria si doti di una normativa certa”

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Ritorna in maniera sempre più preponderante la questione fusioni dei comuni: dall’area urbana Cosenza- Rende- Castrolibero, ovvero la città dei bruzi, alla grande città di Sibari. Apprendo favorevolmente la proposta di fusione lanciata, dal sindaco della città di Cassano all’Ionio, Gianni Papasso, tra i comuni di Corigliano-Rossano e la città delle terme per realizzare la grande Sibari. Da Consigliere regionale pur avendo sollevato dubbi sull’iter procedurale della fusione a freddo dei comuni di Rossano e Corigliano e avendo, in un lungo intervento in consiglio regionale, spiegato le ragioni del mio dissenso e della mia contrarietà, in ragione alla fretta con cui si stava portando avanti il processo e soprattutto alla non chiarezza di una serie di elementi, avevo proposto la realizzazione della ‘Città della Sibaritide’. Corigliano – Rossano e Cassano all’Ionio insieme avrebbero tutti i requisiti culturali, paesaggistici e storici per ambire al ruolo di metropoli in grado di attrarre flussi turistici di livello internazionale, potendo così ambire a diventare riferimento nella cornice dell’Europa Mediterranea.
Un atto di grande lungimiranza politica e amministrativa che segnerebbe un ulteriore passo avanti per ridisegnare la cartina geografica della Calabria e aprirebbe la strada ad altri importanti percorsi di fusione e, quindi, ad un chiaro percorso legislativo, funzionale al riordino dell’intero comparto delle autonomie locali.
La posizione è sempre la stessa, di non affrettare i tempi e di guidare il processo con lungimiranza e capacità d’analisi, così da evitare gli errori, ormai accertati, di quella che fu la fusione a freddo di Corigliano Rossano. L’invito è di riprendere la mia proposta di legge, recante: “Disposizioni in materia di riordino territoriale delle circoscrizioni comunali – Modifiche e integrazioni alla legge regionale 5 aprile 1983, n. 13’”, che di fatto regola le fusioni dei comuni intervenendo sui procedimenti amministrativi e che attestino: le condizioni finanziarie sufficienti, compatibilmente alle regole che disciplinano l’equilibrio economico, all’esercizio delle funzioni istituzionali e alla gestione dei servizi pubblici comunali; uno Statuto conforme per tutti gli enti interessati, che entrerà in vigore con l’istituzione del nuovo Comune e sarà modificabile solo dai competenti organi del nuovo ente. Bisogna, cioè, prevedere delle importanti misure di controllo ex ante utili ai processi di fusione, garantendo una visione a lungo termine e soprattutto condivisa da tutti gli attori istituzionali e sociali coinvolti. Ho sempre privilegiato, infatti, lo sviluppo delle forme associative che certamente avessero come fine ultimo delle governance istituzionali forti e coerenti con la storia e le tradizioni di quei territori. Alle modalità coercitive, così come è stato in passato, è opportuno avviare processi partecipativi e condivisi per l’individuazione di ambiti adeguati e omogenei. È importante riaprire il dibattito affinché la Regione Calabria si doti di una normativa certa che regolamenti in maniera innovativa e porti a scelte consapevoli. L’istanza per l’istituzione di nuovi comuni dovrà essere accompagnata da uno studio di fattibilità contenente le motivazioni giustificative dell’iniziativa sotto il profilo sociale, culturale, economico, patrimoniale, giuridico e organizzativo.
L’auspicio è che si intervenga nell’immediato per modificare la legge regionale che si è dimostrata inefficace e soprattutto non rispondente alle esigenze reali e sicuramente non innovativa rispetto ai nuovi scenari di governance dettati dalle modifiche in itinere delle leggi in materia di enti locali, e da qui partire per arrivare con serenità, consapevolezza e conoscenza alla costruzione di una città unica in grado di garantire stabilità economica e solidità sociale.