‘Ndrangheta, l’ex consigliere regionale di FdI Domenico Creazzo “accettò voti dalla ‘ndrangheta”, condannato a 10 anni di carcere in Appello

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All’alba del 25 febbraio del 2020 era scattata un’imponente operazione denominata “Eyphemos” nel Reggino contro la potente cosca di ‘ndrangheta degli Alvaro con 65 custodie cautelari, 53 in carcere e 12 agli arresti domiciliari, indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa con le cosche di Sinopoli e Sant’Eufemia d’Aspromonte. Mentre a settembre del 2020 con un’altra operazione denominata “Eyphemos II”, furono emesse nei confronti di 9 persone, indagati, a vario titolo, per concorso esterno in associazione mafiosa (cosca Alvaro), trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio, con l’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa. Tra questi Domenico Laurendi, Natale Laurendi, ed altri.

Tra gli arresti eccellenti di questa operazione della Dda, accusato di scambio elettorale politico-mafioso, c’era l’ex consigliere regionale della Calabria Domenico Creazzo, eletto nel 2020 con la lista di Fratelli d’Italia, appena eletto, e accusato di scambio elettorale politico-mafioso, all’epoca era anche sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Insieme a lui finì agli arresti anche il fratello Antonino.

Nel febbraio del 2023, era stato assolto durante il processo di primo grado celebratesi al Tribunale di Palmi, dove la pubblica accusa aveva chiesto la condanna 16 anni di reclusione. L’ex consigliere regionale, in particolare, era stato accusato di avere accettato la promessa di procurargli voti fattagli dal boss Domenico Laurendi, imputato anche lui nel processo “Eyphemos” e condannato a 20 anni nel troncone del dibattimento celebratosi con il rito abbreviato. All’epoca dall’imputazione di scambio elettorale politico-mafioso è stato assolto anche il fratello dell’ex consigliere regionale, Antonino Creazzo, condannato però a 3 anni di reclusione per minacce e ricettazione.

Ieri il colpo di scena nel processo, dove la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha ribaltato la sentenza di primo grado, condannando Domenico Creazzo a 10 anni di carcere per scambio elettorale politico-mafioso.

L’assoluzione di Creazzo era stata appellata dal procuratore aggiunto Stefano Musolino e dal sostituto Salvatore Rossello. Condannato a 10 anni anche Antonino Creazzo, fratello di Domenico. Entrambi erano stati arrestati pochi giorni dopo l’elezione a Palazzo Campanella di Domenico Creazzo, quando quest’ultimo era ancora sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte.

Sono state confermate, invece, le assoluzioni, già disposte in primo grado, dell’ex presidente del Consiglio comunale di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Cosimo Idà, e del medico Giuseppe Antonio Galletta. Nell’inchiesta, infatti, sono emersi rapporti tra i Creazzo e Domenico Alvaro. Quest’ultimo, assolto in primo grado, era accusato anche di associazione a delinquere di stampo mafioso e ha rimediato la condanna più pesante: 20 anni e 6 mesi di carcere. Assolti invece Salvatore Alvaro e Giuseppe Carmine Napoli.

La Corte d’Appello, inoltre, ha confermato la sentenza di primo grado a carico di 15 persone, comminando pene varianti da 1,4 a 14 anni di prigione.