Molinaro, presidente Commissione ‘antindrangheta: la lotta alla ‘ndrangheta non si fa cambiando la toponomastica di una strada

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 Reggio Emilia è la Città del Tricolore. Non possiamo dimenticare che proprio in questa città, il 7 gennaio 1797, nacque il tricolore italiano, simbolo che unisce idealmente tutto il Paese. Il vessillo è nella Sala del Tricolore, sede del Consiglio Comunale con adiacente il Museo del Tricolore e il verde, bianco e rosso, incarnano valori di libertà, solidarietà e unità, gli stessi che ritroviamo ogni giorno nel cuore dei calabresi di Cutro. Aprire le porte ad una condanna della storia e della memoria cambiando la toponomastica della strada denominata ‘Viale Città di Cutro” è una decisione sbagliata e una vergogna! Certamente non rafforza il messaggio di contrasto alla criminalità organizzata e l’impegno, quello deve esserci sempre, contro la ‘ndrangheta e le sue infiltrazioni nel tessuto economico e sociale reggiano.  Insomma, si mette alla gogna e umilia una comunità che opera a Reggio Emilia e che ha contribuito e contribuisce al benessere e allo sviluppo. Si vuole cancellare questa realtà modificando la toponomastica? Il messaggio negativo arriva anche qui in Calabria, quindi bisogna evitare un revisionismo contingente, che rischia di essere senza fine. Credo che le biografie delle comunità vadano analizzate nel loro insieme e non selettivamente, inchiodandole a una fase. La lotta alle mafie non si fa cancellando i nomi delle strade, ma rafforzando la cooperazione tra istituzioni, sistemi di controllo e società civile. Invito l’amministrazione Comunale di Reggio Emilia e il suo sindaco a riconsiderare il probabile provvedimento: anziché cancellare “Viale Città di Cutro”, facciamo insieme iniziative culturali e formative che uniscano Calabria ed Emilia-Romagna nella difesa dei valori di legalità, solidarietà e rispetto reciproco.