«Una bandiera della Palestina sventoli su ogni Municipio». E’ l’appello rivolto da Michele Conia, consigliere metropolitano delegato alle Politiche per la Pace, ai sindaci dei 97 Comuni della Città Metropolitana quale «segno di solidarietà e vicinanza al popolo palestinese oppresso dall’offensiva disumana dell’Esercito israeliano e dalle politiche espansionistiche e guerrafondaie del Governo di Benjamin Netanyahu».
«Un gesto simbolico – ha detto Conia che, da sindaco di Cinquefrondi, ha da tempo esposto il vessillo palestinese sul proprio Comune – per denunciare il genocidio in corso nella Striscia di Gaza che, soltanto nell’ultimo anno e mezzo, ha registrato oltre 50 mila morti innocenti, in maggioranza donne e bambini».
«Quanto sta accadendo in Medioriente – ha aggiunto – non può lasciare indifferenti. Un popolo sta venendo letteralmente sterminato, costretto alla sete ed alla fame, piegato da continui bombardamenti che non risparmiano ospedali, scuole, mezzi di soccorso e civili inermi. Per questo motivo, chiedo ai colleghi sindaci di esporre, sulla facciata dei propri municipi, una bandiera palestinese che marchi, in maniera netta, la posizione di chi è contro una barbarie che dura da ormai 80 anni e che, negli ultimi tempi, ha conosciuto una terrificante, inaudita e spropositata escalation».
«Niente – ha spiegato Conia – può giustificare la mattanza di bambini, vittime della rappresaglia israeliana che colpisce contro ogni regola e diritto internazionale umanitario. Una barbarie che impone una condanna ferma ed una presa di posizione precisa e ufficiale da parte del Governo italiano e dell’Unione europea che non possono far finte di non vedere le atrocità che si stanno consumando a Gaza, in Cisgiordania o in Libano».
«In quella terra martoriata – ha concluso Michele Conia – si sta annientando un popolo intero, si occupa militarmente un altro Paese seguendo un disegno preciso di espansione e di dominio. Siamo di fronte ad un abominio e ad una tracotanza bellicista che non conosce eguali, per durata e potenza militare, in nessun’altra parte del mondo. E’ ora di dire basta, di interrompere ogni tipo di relazione diplomatica con Israele, di riconoscere, una volta per tutte, lo Stato sovrano di Palestina affinché possa autodeterminarsi in libertà e in pace».