L’intervento. Appalto Rifiuti: Un anno perso, un bando cucito su misura: l’ennesima lezione dell’ANAC al Comune di Catanzaro, che continua a toppare tutto
Lug 25, 2025 - redazione
di Antonello Talerico, Consigliere Regionale della Calabria
A distanza di oltre un anno dall’annuncio del nuovo bando per il servizio di raccolta rifiuti nel Comune di Catanzaro, ci ritroviamo con un nulla di fatto. Nulla, se non una nuova e più grave bacchettata da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, che, con linguaggio tecnico ma inequivocabile, certifica il fallimento amministrativo di questa Giunta nell’assicurare una gara pubblica equa, trasparente e aperta alla concorrenza.
Non si tratta soltanto di una questione burocratica o procedurale. Ciò che ANAC ha scritto – e che il presidente Giuseppe Busia ha firmato in calce – costituisce un atto formale, ma dal contenuto politico ed amministrativo pesantissimo, che attesta l’incapacità dell’amministrazione di Catanzaro e la poca trasparenza. Un giudizio che, letto attentamente, descrive una gara pensata non per aprire il mercato, ma per chiuderlo. E per chiuderlo attorno ad un solo soggetto economico: la Sieco.
Il parere ANAC è una censura severa. poichè mette in luce non semplici errori formali, ma scelte mirate che appaiono, nel loro insieme, orientate a restringere l’accesso alla gara a un numero ristrettissimo – nel caso specifico, ad un solo operatore. Questi gli elementi più gravi:
Fatturato specifico richiesto per ciascun anno del triennio 2022-2024 pari ad oltre 11 milioni di euro: un tetto altissimo, difficile da giustificare, che taglia fuori molte imprese sane e capaci;
Clausola territoriale: richiesta di un deposito già attivo nel Comune di Catanzaro, misura che limita a monte l’accesso a operatori extraterritoriali;
Requisiti tecnici sproporzionati, come la disponibilità preventiva di mezzi e attrezzature, oltre alla presenza obbligatoria di due certificazioni di qualità già in sede di gara.
E poi la conclusione, netta e inequivocabile: “clausole, misure o condizioni ingiustificatamente restrittive della partecipazione e, più in generale, della concorrenza”. Più chiaro di così, difficile essere. ANAC va oltre: evidenzia come l’unico partecipante alla gara – la Sieco, per l’appunto – dimostri concretamente l’effetto distorsivo di una lex specialis disegnata in modo da escludere.
Siamo dunque di fronte alla solita politica dell’annuncio a cui questa gestione marcata Fiorita c’ha abituati ed alla mancanza di responsabilità.
L’Amministrazione comunale ha avuto oltre un anno per predisporre un bando equo, imparziale, trasparente. Non solo non ci è riuscita, ma è addirittura incorsa in nuove e più gravi contestazioni da parte di un’autorità indipendente dello Stato. È questa l’idea di buona amministrazione? È questa la trasparenza tanto sbandierata?
Ciò che colpisce non è solo l’errore – che può sempre capitare – ma la ripetizione dell’errore, l’incapacità di apprendere, la mancanza di responsabilità. Il Sindaco Fiorita, chiamato a commentare, si trincera dietro l’operato degli uffici comunali e accenna alla possibilità di annullare il bando “adeguandosi” all’ANAC. Ma questa è una resa, non un gesto di responsabilità politica.
La verità è che ci troviamo davanti ad un danno oggettivo per la città: si è perso tempo prezioso, si è congelato un servizio essenziale, si è trasmesso all’esterno il messaggio peggiore possibile, quello di una città dove le gare si fanno su misura e la concorrenza è un principio teorico.
La lezione che non si vuole imparare
La democrazia amministrativa si nutre di legalità e trasparenza, ma anche – e soprattutto – di imparzialità. Quando un bando pubblico diventa un vestito su misura, non siamo più nell’ambito del diritto, ma in quello del privilegio. E dove c’è privilegio, non c’è più interesse pubblico.
L’auspicio, a questo punto, è che la nuova gara venga realmente riscritta con criteri limpidi, aperti, orientati alla concorrenza e alla qualità del servizio. Non sarà facile, perché la sfiducia è ormai alta. Ma se davvero il Comune di Catanzaro vuole dimostrare di avere a cuore i principi di legalità e trasparenza, questa è l’ultima occasione per farlo. Ma per Fiorita e Capellupo va tutto bene. Andrà tutto bene.