L’azienda sanitaria reggina è sull’orlo del baratro

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La realtà dell’ASP di Reggio Calabria allo stato può essere riassunta, sommariamente, in due
tronconi. Una che riguarda l’inapplicazione, quindi la disattenzione di norme contrattuali e accordi
l’altro inerente I servizi che dovrebbero essere erogati dall’ASP.
Siamo sicuramente interessati dei diritti, economici e non, dei lavoratori, per la quali continueremo
la nostra opera nell’attesa di una sua convocazione, ma anche all’erogazione dei servizi che ci
preoccupano due volte, per questo vogliamo sottoporre alla sua attenzione le seguenti riflessioni.
Come ben avrà capito, l’ASP di Reggio Calabria, additata più volte come massimo esempio
negativo è sull’orlo di un baratro spinta ormai su una china irrefrenabile il cui epilogo
immaginabile, è la chiusura degli ultimi baluardi di ciò che era il SSR sia nella Piana che nella
Locride.
Assistiamo da anni alla lenta agonia del servizio sanitario pubblico, dove senza che mai, nel corso
degli anni, nessun esponente di qualunque parte politica, abbia pronunciato la parola chiusura,
lasciando che per autoconsunzione, come è sotto gli occhi di tutti, si riducessero I servizi ei posti
letto sino a scomparire del tutto.
Le NON azioni aggiunte alla mancata programmmazione del turn over del personale porteranno
a questa conclusione.
Nell’indiferrenza totale, mentre si ergevano cattedrali nel deserto, nella migliore delle ipotesi si è
stati poco attenti all’inesorabile depauperamento di risorse umane e non.
Il personale, collocato o che sara collocato in pensione non sarà sostituito, esempio l’ufficio
protocollo decentrato che costringerà, anche per la presentazione al protocollo, centinaia e
centinaia di dipendenti ed il bacino di circa 180.000 persone a rivolgersi alla sede di RC.
Nel frattempo medici, Infermieri e personale di ogni genere, inevitabilmente in alcuni casi e per
scelte diverse, continuano ad essere collocati in pensione, portando alla contrazione di servizi per
le evidenti carenze. In qualche caso per coltivare interessi di famelici avvoltoi costringendo, nella
migliore delle ipotesi, a disagi i vari utenti siano essi pazienti, degenti o altro.
In sostanza è sempre la triste storia che mette di mezzo, non al centro, ma di mezzo i
cittadini/utenti del servizio sanitario pubblico.
Nel corso degli anni sono state diverse le motivazioni addotte, mancanza di fondi, mancanza di
strutture, mancanza di attrezzature, eccetera, sempre mancanza.
In realtà mai sono mancate le risorse economiche a guardare gli atti pubblici di spesa giustificate
ora da questo ora da quello, oggi dal COVID.
Allo stesso tempo per far fronte alla sempre maggiore carenza di personale, anzichè far fronte per
tempo al turn-over, oggi ci sono unità operative il cui organico è costituito da quattro medici
magari su sedici previsti, altre con un solo medico in servizio e poi uno stuolo di “benefettarori” a
920 euro a turno per non parlare delle decine di migliaia (si decine di migliaia di euro) di lavoro
straordinario. Poi ci sono I cosiddetti “benefattori” di diversa fatta che vanno da ottantenni a
pensionati per inidoneità assoluta e permanente retribuiti lautamente; oppure ancora famelici
inventori di frottole, con al seguito la corte dei miracoli, che “adattano” a proprio uso e consumo
istituti contrattuali.
Insomma una torre di Babele ed in tutto questo il paziente serve solo a giustificare e non a essere
centrale nel progetto.
In conclusione senza fare dietrologia e senza esacerbare gli animi che sono già “surriscaldati”,
pur nelle difficoltà oggettive che si troverà ad affrontare e le macerie accumulate negli anni,
almeno una ventina, tutto questo ha portato al lento degrado e sta spingendo sempre più verso
l’autoconsunzione.
Da un lato siamo propensi a pensare che la sua nomina, lei che viene da una realtà diversa e
lontana dalla nostra, faccia dipanare la sua attività con l’occhio di un osservatore esterno che ha
accettato e,le auguriamo di tutto cuore, vinca la sfida del rilancio della sanità pubblica nel nostro
territorio.
Per far questo siamo convinti si debba partire dall’applicazione e rispetto delle regole che ad ogni
latitudine e in ogni forma all’interno dell’ASP da troppo tempo sono ridotti ad orpelli e pastoie, nè
può essere consentito che le invocate lungaggini burocratiche siano la la giustificazione per tutto.
Nell’esprimerle l’augurio di buon lavoro le porgiamo i nostri cordiali saluti, facendole presente che
nella battaglia per il rilancio della sanità e nel rispristino delle regole, troverà noi sempre pronti a
sostenerla senza essere venditori di fumo o millantatori di cui è piena l’ASP.
Il Segretario Territoriale RC Est Il Coordinatore Territoriale
*Emanuele Barbuto
*Francesco Politanò