La bufera che ha portato alle dimissioni del governatore della Calabria, Roberto Occhiuto

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Le ipotesi di reato riguardano due casi di corruzione (uno risalente ad aprile 2022 e uno a febbraio 2025, a Catanzaro) e un caso di truffa che sarebbe stato commesso a Montegiordano (Cosenza) ad agosto 2022. Le indagini della Guardia di finanza di Catanzaro si concentrano anche sui rapporti di affari tra Occhiuto e Posteraro, in passato soci in cinque diverse società di capitali. Secondo quanto sottolineato dall’autorità giudiziaria, nel corso degli anni, Posteraro ha avuto nomine da parte di pubblici ufficiali con i quali Occhiuto vanta legami (compreso suo fratello Mario Occhiuto, ex sindaco di Cosenza) e che avrebbero fruttato all’ex socio oltre 500mila euro.

Tra questi incarichi anche quello in Ferrovie della Calabria, dove amministratore unico era Ernesto Ferraro, già socio di Posteraro nella società Ytam srl. Agli inizi del 2025, secondo l’accusa, Occhiuto si è sganciato dalle ultime due società riuscendo a ottenere la promessa di un rimborso di circa 135mila euro (parzialmente erogato), molto più degli 80mila euro che Posteraro aveva stimato inizialmente.

A questa inchiesta si lega un altro procedimento coordinato sempre dalla Procura di Catanzaro che vede implicato il sub commissario alla depurazione Antonino Daffinà, manager vicinissimo a Occhiuto, e i suoi interessi nella sanità. Le ipotesi su cui indagano i pm sono corruzione, turbata libertà degli incanti e peculato. L’indagine contempla anche una serie di consulenze che Daffinà avrebbe affidato a professionisti senza che questi svolgessero le attività richieste.

Tra questi risulta anche la segretaria particolare del presidente della Regione Calabria. Lo scorso 23 luglio Roberto Occhiuto è stato sentito in Procura dall’aggiunto Giancarlo Novelli. «Ho chiarito tutto, confido in una celere archiviazione», poi le dimissioni. (ANSA)