DI ANTONIO SPINA
Il Comune di Reggio Calabria ha voluto intitolare una strada, nello specifico quella che si chiamava Via Stadio a Monte – traversa prima- a Franco Scoglio, personaggio dal grande spessore umano. Alla cerimonia hanno presenziato, oltre alle autorità cittadine, Pino Scopelliti l’amico fraterno nonché collaboratore di Scoglio, i suoi ex calciatori Pasquale e Umberto Babuscia, Alfredo Auspici, Giusva Branca, Pino D’Amico e diversi del club amaranto.
Franco Scoglio, senza dubbio, incarna l’espressione di un calcio romantico, di un’epoca andata ma fermamente impressa nella mente di tutti i nostalgici di questo sport. Uomo dalla forte personalità, al pari di Emiliano Mondonico, Gigi Simoni, Osvaldo Bagnoli, ha lasciato un’impronta indelebile in tutti i club sulla cui panchina si sedette. Scoglio, meglio conosciuto come il “Professore”, ha improntato il suo modus di fare calcio in termini di spirito di sacrificio, focalizzando il concetto di squadra come gruppo formato da uomini veri che incarnavano valori umani fondamentali, perfettamente in linea con un mondo pallonaro ancora svincolato dal business del calcio attuale.
Professore di calcio e di vita. Tecnico innovativo, fu precursore del rombo, introdusse i concetti di marcatura e diede l’input al calcio moderno fatto di pressing, diagonali e verticalizzazioni. Allenatore, fra le tante piazze, della Gioiese che portò sino all’Interregionale, passando per il settore giovanile della Reggina e le esperienze al Messina, dove forgiò l’eroe delle notti magiche del Mondiale ’90 Totò Schillaci, e al Genoa, divenendo uno degli idoli indiscussi della “Gradinata” negli anni che videro indossare i colori rossoblù i vari Torrente, Ruotolo, Fontolan e Skuhravy ed assistere a duelli epici col dirimpettaio ed altra storica ed indimenticabile figura come Boskov.
“la prima cosa necessaria, è la coscienza di essere una squadra con valori forti. Il modulo è soggettivo, anche se l’identità coincide col modulo. Io parlo per me: nella mia zona, la palla e cioè il modo con cui viaggia ha la precedenza sullo spazio e, infine, sull’ uomo. Palla, spazio, uomo: è la mia regola. Devo essere chiaro nella didattica. Io non comando, guido“. Così era il Franco Scoglio pensiero.