Indagine su appalti e politica a Catanzaro, cinque indagati

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Coinvolti candidati al Consiglio comunale, una dirigente della Regione e un carabiniere

Indagine su appalti e politica a Catanzaro, cinque indagati

Coinvolti candidati al Consiglio comunale, una dirigente della Regione e un carabiniere



CATANZARO – Tre candidati al consiglio comunale di Catanzaro, una dirigente della Regione Calabria ed un militare dell’arma dei carabinieri sono indagati dalla Procura di Catanzaro per corruzione al fine di commettere un atto contrario ai doveri d’ufficio. La Procura di Catanzaro ha chiesto ed ottenuto una proroga delle indagini per i candidati al consiglio comunale del capoluogo calabrese, Antonio Corsi detto Jonny (Pdl), Sergio Costanzo (Pdl) e Roberto Guerriero (Psi), un carabiniere Antonello Formica e la dirigente della Regione Calabria Ersilia Amatruda. Questo filone d’inchiesta sarebbe una costola di una indagine più ampia condotta dalla Dda di Catanzaro che punterebbe ad accertare la spartizioni di fondi pubblici per gli appalti. L’inchiesta, sulla quale viene mantenuto il massimo riserbo, è condotta dalla squadra mobile del capoluogo calabrese.

COSTANZO-CORSI: ESTRANEI, CHIARIREMO A PM

“Conosciamo i meccanismi del giornalismo e capiamo che scrivere di consiglieri comunali indagati a tre giorni delle elezioni procura quello che in gergo si chiama scoop”. Lo affermano in una nota congiunta Sergio Costanzo e Antonio Corsi circa l’inchiesta che li vede coinvolti e per la quale la Procura di Catanzaro ha ottenuto una proroga delle indagini. “Meno chiari – aggiungono – abbiamo i meccanismi della giustizia che coinvolge persone totalmente estranee in vicende di cui non si conosce la genesi né tanto meno l’evoluzione. Nulla di più abbiamo da aggiungere alla notizia rimbalzata oggi sui giornali on Line rispetto a un coinvolgimento in un’inchiesta in cui si parla addirittura di massoneria. A beneficio della pubblica opinione diciamo che qualora un eletto faccia parte di una loggia massonica è obbligato a dichiararlo nelle assisi dove è rappresentante. Detto ciò ci pare corretto a questo punto attendere di parlare con i magistrati e chiarire la nostra posizione di totale estraneità ai fatti”. “Estraneità – concludono Costanzo e Corsi – che deriva non solo dalla non conoscenza dei protagonisti della vicenda, ma anche dal fatto di non aver ricevuto nessun atto ufficiale da parte degli inquirenti. Non possiamo fare altro che metterci a disposizione della giustizia qualora si ritenga opportuno e necessario che sui fatti contestati si voglia offrire un quadro corretto e veritiero della realtà”.

AMATRUDA: CHIEDERO’ ESSERE SENTITA DA PM

La dirigente della Regione Calabria, Ersilia Amatruda, attraverso il suo legale, l’avv. Giancarlo Pittelli, relativamente all’indagine della Procura di Catanzaro ha diffuso una dichiarazione nella quale afferma che “chiederà alla Procura Antimafia d’essere ascoltata al fine di chiarire subito e definitivamente quello che non esita a definire un ‘macroscopico equivoco’”. “Ha appreso – prosegue la nota a firma dell’avv. Pittelli – d’essere sottoposta ad indagini penali in relazione a fatti di corruzione in concorso con altre persone. Di tali presunti correi non ne conosce neppure uno , dunque, non ha mai intrattenuto con alcuno di loro rapporti di qualunque genere. E’ assolutamente convinta di poter dimostrare la sua assoluta estraneità ai fatti ipotizzati nell’atto di proroga delle indagini notificatole. Non si è mai occupata di affari e di appalti in genere e men che meno di illecite pattuizioni all’ombra di coperture massoniche, non ha mai varcato la soglia di una Loggia né di paese né di città”. “La Dott.ssa Amatruda – prosegue la nota – opera nella Pubblica Amministrazione da dodici anni ricoprendo ruoli e funzioni di alta responsabilità ed ha impostato da sempre la sua azione sulla trasparenza ed onestà assoluta. Infine si rammenta che ogni richiamo del tutto gratuito ed estraneo alla notifica di vicende che vedono il coniuge della Dott.ssa Amatruda, sottoposto a procedimento penale per fatti legati alla sua attività imprenditoriale, sono ancora in fase di conclusione indagine e non ancora giudicati”.