Inchiesta “Fata Verde” sul giro della droga nella Piana di Gioia Tauro tra i Comuni di Sinopoli, Sant’Eufemia d’Aspromonte e Taurianova, condanne fino a venti anni in abbreviato. I NOMI

banner bcc calabria

banner bcc calabria

Il 5 luglio del 2024 scattava l’operazione denominata “Fata Verde”, dove veniva messa alla luce attraverso accurate indagini un’organizzazione, una vera e propria associazione e delinquere costituita da soggetti, finalizzata alla realizzazione di vaste piantagioni di cannabis sul territorio calabrese con conseguente vendita sul mercato illegale della sostanza stupefacente ricavata, all’interno di una consolidata organizzazione costituita da soggetti operanti tra i comuni di Taurianova, San Procopio e Sant’Eufemia di Aspromonte. L’operazione è stata ricostruita dai carabinieri del Nipaaf. del gruppo carabinieri forestale di Reggio Calabria, diretti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, hanno ricostruito, allo stato degli atti, l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di vaste piantagioni di cannabis sul territorio calabrese con conseguente vendita sul mercato illegale della sostanza stupefacente ricavata, all’interno di una consolidata organizzazione costituita da soggetti operanti tra i comuni di Taurianova, San Procopio e Sant’Eufemia di Aspromonte.

Dalle conversazioni intercettate emergeva come i partecipi all’organizzazione si mostrassero sicuri in merito ai canali commerciali ai quali destinare la sostanza stupefacente, grazie alle figure garanti dei capi-promotori, già inseriti in un sistema strutturato e consolidato di commercio nel mercato illegale e le ipotesi di reato contestate vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico delle sostanze stupefacenti, aggravata ai sensi dell’art. 416 bis 1 c.p., a una serie di delitti in materia di stupefacenti, dove scattò l’arresto per 12 persone tra Taurianova, San Procopio e Sant’Eufemia di Aspromonte.

Ieri si è celebrato il rito abbreviato per alcuni degli indagati e ci sono state pesanti condanne fino a venti anni di carcere, quella più pesante a Domenico Alvaro, 15 anni e 6 mesi, poi a Marcello Spirlì (di Taurianova), 20 anni e Vincenzo Violi, 18 anni e 4 mesi. Cade l’associazione mafiosa ma da quello che esce nella sentenza le condanne restano pesanti. Gli investigatori hanno ricostruito come venivano coordinati i lavori, così come la sorveglianza nell’area della piantagione e come i “sodali” gravitavano in quell’area eseguendo materialmente le colture nonché taglio, produzione e trasporto della sostanza stupefacente.  

LE CONDANNE

Domenico Alvaro 15 anni e 6 mesi

Marcello Spirlì 20 anni

Vincenzo Violi 18 anni e 4 mesi,

Giuseppe Carmine Barone 7 anni e 8 mesi

Paolo Scalese 8 anni

Vincenzo Molinaro 6 anni e 2 mesi