Durante la serata del 27 giugno, nella splendida location dell’Affresco Bizantino sito nel centro storico di Caulonia, l’autore Giuseppe Gervasi ha dialogato con il pubblico sul significato del viaggio. Non un semplice spostamento geografico, ma un cammino interiore, dove i paesaggi calabresi – da Pentedattilo all’Aspromonte – diventano specchi emotivi.
L’evento culturale moderato dalla neo assessora Maria Campisi, promotrice e moderatrice della serata, è stato impreziosito dagli interventi sia da parte delle associazioni Pathos, Mattanusa, Ursini Rinasce, La Memoria Ritrovata, Gnoseon e Calabria Condivisa. Sia dagli interventi di numerosi cittadini, in particolare, Domenico Campisi, Giovanni Riccio, Fabio Ienco e Antonio Coniglio, che hanno posto domande capaci di scavare nel senso del libro.
«Il viaggio – ha spiegato Gervasi – è anche uno strumento di conoscenza e ricostruzione identitaria, che passa attraverso la percezione sensibile del paesaggio e della sua storia».
L’importanza di veicolare la storia e la cultura in n contesto identitario è stato al centro degli interventi del sindaco Francesco Cagliuso e del vice sindaco Giovanni Riccio, nonché del consigliere regionale Domenico Giannetta, che ha sottolineato l’importanza della cultura e, a distanza, per via di impegni istituzionali, dal consigliere regionale Salvatore Cirillo.
Dalle terre narrate nel libro di Gervasi, dal titolo “Ho sognato la mia Terra”, emerge un Sud che non si lascia spiegare, ma va ascoltato e il libro lo fa con grazia e verità, come aveva già dimostrato alla Fiera del Libro di Torino, dove l’autore ha parlato con emozione della sua terra natale.